P.Angelo Urru O.P.
Conferenza nel convento di San Domenico di Cagliari - 13/II/2001
I sacramenti della crescita e dello sviluppo della comunità cristiana
Il tema che mi è stato proposto esigerebbe una trattazione bisognosa di uno spazio di tempo molto più lungo di quello previsto dal nostro incontro. Sarebbe una trattazione molto più completa se si potesse considerare, non soltanto la dimensione puramente teologica, ma anche quella giuridico-canonica. Comunque, per la brevità del tempo e per desiderio di chiarezza, mi limiterò a illustrare la finalità sociale di questi due sacramenti, senza tuttavia trascurare un accenno alla dimensione soggettiva per la santificazione dei soggetti che li ricevono.
San Tommaso d'Aquino, nell'affrontare il problema sui sacramenti della Chiesa, nella Somma Teologica afferma che lo scopo principale di essi è quello di rendere perfetta la persona umana nella sua funzione di rendere il dovuto culto a Dio. Per spiegare tale affermazione, egli fa una comparazione tra l'evolversi della vita fisica dell'uomo e l'evolversi della vita spirituale.
Nella vita fisica - egli afferma - l'individuo può conseguire la sua perfezione sotto un duplice punto di vista:
- dal punto di vista della persona, in riferimento cioè alle cose utili e necessarie al bene dell'individuo;
- dal punto di vista della società in cui l'individuo vive, dalla quale dipende, per la quale e nel cui contesto egli opera.
1) Rispetto alla propria persona, l'individuo realizza se stesso nella vita in due modi: - direttamente, acquistando una certa perfezione di vita;
- indirettamente, rimuovendo gli impedimenti che si frappongono e superando le difficoltà che si incontrano.
a. La perfezione diretta dell'individuo nella vita corporale avviene attraverso tre fasi, come, del resto, avviene per la vita spirituale:
1ª la prima fase è la generazione, con cui l'individuo comincia ad esistere nella sua realtà fisica.
Nella vita dello spirito questo avviene mediante il battesimo, che è una rinascita, una rigenerazione spirituale. Ecco perché questo è chiamato lavacrum regenerationis, che dà luogo ad una nuova vita in Cristo e nella Chiesa .
2ª La seconda fase è la crescita, mediante la quale l'individuo arriva alla pienezza della statura e del vigore fisico e psichico.
Nella vita dello spirito le corrisponde la confermazione, cioè l'infusione dello Spirito Santo che infonde nell'anima l'energia necessaria per crescere spiritualmente e così entrare nella maggiore età cristiana.
3ª La terza fase, o il terzo aspetto, è l'alimentazione, necessaria per poter vivere e perciò possedere le energie fisiche necessarie alla vita.
Nella vita dello spirito le corrisponde l'Eucaristia, che costituisce un nutrimento, non soltanto gustoso, ma soprattutto sostanzioso, senza il quale la vita cristiana viene meno. Ecco perché leggiamo in Gv 6, 54: Se non mangerete la carne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
b. Tutto questo sarebbe sufficiente all'essere umano, se la sua vita non fosse suscettibile di sofferenza. Purtroppo però la vita dell'individuo talvolta viene colpita dall'infermità sia fisica sia spirituale, cioè dal peccato, che per l'anima è il male più grave che possa esistere. In tal caso è necessaria una cura adatta,
4ª sia per conseguire una perfetta guarigione dalla malattia.
Nella vita spirituale questa funzione si ha nel sacramento della la penitenza o riconciliazione, che guarisce l'anima da quel gravissimo e mortale male, che è il peccato.
5ª sia per restituire al corpo le energie necessarie, eliminando la debolezza, che un'infermità porta sempre con se e rimane nell'organismo anche quando è sopraggiunta la guarigione.
Nella vita dello spirito abbiamo l'Unzione degli infermi (prima chiamata Estrema Unzione), che elimina le scorie del peccato e dispone meglio l'uomo a conseguire la felicità e la gloria eterna.
2) Rispetto alla collettività o società in cui vive, l'individuo si realizza ugualmente in due modi:
6ª primo, venendo abilitato a governare la collettività in funzione di persona pubblica.
Nella vita dello spirito a ciò corrisponde il sacramento dell'Ordine, in forza del quale determinati fedeli diventano ministri sacri, cioè persone abilitate a governare il popolo di Dio e ad offrire a Lui sacrifici, sia a nome proprio sia a nome di tutta la comunità.
7ª secondo, con la propagazione della specie umana. Questo avviene mediante il sacramento del matrimonio, sia per la vita corporale, sia per la vita dello spirito. In questo senso il matrimonio è presentato come qualcosa di sacro anche nell'ordine naturale. Il sacramento non farà altro che potenziare questa sacralità.
Secondo San Tommaso, dunque, i sette sacramenti si possono dividere in tre gruppi:
a) i primi tre, battesimo, confermazione, Eucaristia, conferiscono la perfezione della vita cristiana, intesa in senso assoluto. Infatti mediante questi, l'uomo diventa cristiano a pieno titolo. Ecco perché possiamo chiamarli sacramenti dell'iniziazione cristiana.
b) la penitenza e l'unzione degli infermi aiutano il fedele a riconciliarsi con Dio e con la Chiesa quando, col peccato, egli ha perso la grazia divina e la comunione con Dio. Per cui li possiamo chiamare sacramenti della riconciliazione.
c) l'ordine e il matrimonio riguardano la perfezione della società cristiana, di cui permettono la continuità e il rinnovamento. Per questa ragione li chiamiamo sacramenti della crescita e dello sviluppo della comunità cristiana.
Su questi due sacramenti vogliamo fermare la nostra attenzione.
Il Concilio Vaticano II prende in considerazione i sacramenti nel contesto del sacerdozio comune dei fedeli. "Infatti i battezzati vengono consacrati mediante la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo, per essere un'abitazione spirituale e un sacerdozio santo, e poter così offrire in sacrificio spirituale tutte le attività umane del cristiano, e annunciare i prodigi di colui che dalle tenebre li ha chiamati alla sua luce ammirabile (cfr. 1 Pt 2, 4-10)" (LG 10). Questa realtà è appunto attuata nei sacramenti. "Il carattere sacro e organicamente strutturato della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù" (LG 11).
In questo contesto, stando ai sacramenti che qui ci interessano, per quanto riguarda l'ordine sacro, coloro che lo ricevono "vengono costituiti in nome di Cristo ad essere pastori della Chiesa con la parola e la grazia di Dio" (LG 11). I coniugi cristiani, poi, "col sacramento del matrimonio significano e partecipano il mistero di unità e di amore fecondo che unisce Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5, 32)" (ibidem). Il carattere dunque di questi due sacramenti è essenzialmente sociale. Essi esistono primariamente per il servizio del popolo di Dio. "La loro efficacia si manifesta, in misura ancora più elevata che per gli altri sacramenti, nell'adempimento della missione di una vita cristiana che in tal modo viene assunta", richiedono cioè in modo particolare che la grazia, che viene comunicata al soggetto del sacramento produca i suoi effetti nel servizio della Chiesa.
Da tutto questo risulta che i due sacramenti, per loro natura, sono ordinati alla salvezza altrui, all'edificazione del popolo di Dio. Il loro contributo alla salvezza personale avviene nella misura del servizio per gli altri. Coloro che ricevono il sacramento dell'Ordine sono consacrati per essere "posti, in nome di Cristo, a pascere la Chiesa con la parola e con la grazia di Dio" (LG 11). I coniugi cristiani nel contrarre matrimonio "sono corroborati e come consacrati" (GS 48) per santamente adempiere i doveri e la dignità del loro stato.
Vediamo adesso di illustrare un pò meglio ciascuno dei due sacramenti e poi indicare le rispettive peculiarità o elementi che possono essere messi a confronto.
Il sacramento dell'Ordine sacro
Il termine ordine nell'antichità romana indicava un corpo costitutivo (ordo) in senso civile (nella società romana, per es., ordine dei senatori, dei cavalieri). Ordinazione (Ordinatio) indicava l'atto di integrazione in un ordo. Anche nella Chiesa vi sono stati, per antica tradizione, dei corpi chiamati ordines. In questo senso si parla dell'ordo episcoporum, presbyterorum, diaconorum, come pure di ordo catechumenorum, ordo virginum, ordo paenitentium, ecc.
L'integrazione in uno di questi ordini avveniva mediante un rito chiamato ordinatio, atto religioso e liturgico, che consisteva in una consacrazione, una benedizione o un sacramento.
Oggi il termine ordinatio è riservato all'atto sacramentale, che inserisce un fedele nell'ordine dei vescovi, dei presbiteri, dei diaconi. Non è una semplice elezione o designazione o istituzione o delega da parte della comunità. L'ordinazione conferisce un dono dello Spirito Santo, che permette di esercitare una sacra potestà (LG 10), la quale può venire soltanto da Cristo mediante la sua Chiesa. Proprio perché è una separazione, un'investitura da parte di Cristo per la sua Chiesa, l'ordinazione è chiamata anche consacrazione.
Il sacramento dell'Ordine ha la sua prefigurazione nella storia della salvezza dell'antico Testamento. È un dono dello Spirito alla Chiesa, che viene "comunicato attraverso l'imposizione delle mani da parte dell'apostolo, per la consacrazione e la deputazione di coloro che sono chiamati a dispiegare, con la parola e i sacramenti, l'opera della salvezza per l'edificazione della Chiesa di Dio nel mondo". Esso perciò non nasce dal basso, ma dall'alto: è Dio che sceglie, consacra a sè, configura al suo Figlio incarnato, che è l'unico ed eterno sacerdote della nuova alleanza. Cristo però rappresenta la fine di ogni sacerdozio vetero-testamentario e costituisce il compimento delle idee di re, sacerdote, profeta della storia d'Israele. Riassume in se le funzioni di competenza propria di questi tre. Secondo la testimonianza dei vangeli, Cristo ha affidato la sua dottrina e la sua opera, la sua Chiesa, a tutti i suoi uditori che dovevano credere in lui. Tuttavia, durante la sua vita pubblica, egli ha scelto i dodici, i quali vennero chiamati apostoli (=inviati, incaricati, plenipotenziari), li istruì sui misteri del Regno di Dio, diede loro incarichi particolari insieme a poteri speciali, perché annunciassero il suo Vangelo nel mondo intero. Gesù ha trasmesso ad essi la sua missione, quella che aveva ricevuto dal Padre (Gv 20, 21), affinché essi operassero nel mondo al suo posto e per lui, per il Regno del Padre suo, fossero continuatori della sua missione. Quindi questo apostolato si fonda sulla particolare " chiamata ed elezione e nell'invito alla sequela di Cristo (Mt 4, 18-22; At 9 3-19), come pure sulla potestà, connessa con il servizio sacerdotale, presente nella Chiesa, potestà che Cristo ha trasmesso agli apostoli assieme alla sua missione (Gv 20, 21; 17, 18; Mt 28, 19s)". Ha comandato loro la celebrazione dell'Eucaristia (1 Cor 11, 25s), ha conferito loro il potere di rimettere i peccati (Gv 20, 22), li ha inviati a battezzare e predicare (Mt, 28, 19s). Come dice S. Paolo, "Dio ci ha riconciliato con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo come se Dio stesso esortasse per mezzo nostro" ( 2 Cor 5, 18s). In questo senso il ministro sacro è Cristo stesso presente nella sua Chiesa. "Il sacerdote, in virtù del sacramento dell'Ordine, agisce in persona Christi Capitis (LG 10; SC 33; CD 11; PO 2, 6). San Tommaso spiega questa espressione ( agisce in persona di Cristo Capo) nel senso che il ministro ordinato non pone azioni proprie, ma azioni di Cristo stesso, non soltanto al posto di Cristo, ma come se agisse Cristo stesso. Il che si verifica in maniera eminente nella consacrazione eucaristica e nell'assoluzione sacramentale. In queste azioni l'agente principale è Cristo, il quale opera tramite lo strumento-sacerdote. Questa potestà è data dal carattere sacerdotale, "in quanto esso costituisce una configurazione a Cristo, unico e sommo sacerdote: configurazione ontologica, che rende il ministro ordinato segno sacramentale della presenza e dell'azione di Dio nella Chiesa e costituisce la garanzia del compimento irrevocabile delle sue opere nel mondo.
Il sacramento , oltre che rappresentare Cristo operante nel mondo di fronte all'assemblea dei fedeli, opera anche a nome di tutta la Chiesa (LG 10). Ma questo non significa che il ministro sacro è delegato dalla comunità. Vuol dire soltanto che la preghiera e l'offerta della Chiesa sono inseparabili dalla preghiera e dall'offerta di Cristo al Padre. Tutta la Chiesa prega e soffre per Cristo, con Cristo e in Cristo, prega e soffre tutto il Corpo mistico di Cristo, nel Capo e nelle membra.
Possiamo appena accennare ad alcune importanti conseguenze di questo concetto del sacerdozio.
a) Il ministero sacerdotale è primariamente un servizio personale per Cristo e in luogo di Cristo, quindi si ha uno speciale rapporto personale del ministro con Cristo. Pur agendo in luogo di Cristo, l'azione del singolo ministro tuttavia assume sempre una sua forma personale.
b) La comprensione di questa struttura personale fondamentale del ministero sacerdotale è connessa con la questione della chiamata, la quale è sempre personale e la persona, che riceve tale chiamata, ha la responsabilità di rispondere o meno alla sua vocazione, che viene personalmente da Dio.
c) A questo particolare rapporto di unione personale del ministro sacro con Cristo va fatto riferimento anche nel considerare il celibato sacerdotale, come espressione dell'esclusiva appartenenza a Dio mediante il celibato per il regno dei cieli (Mt 19,11; Lc 18, 28-30; 1Cor 7, 25-35). Consacrazione è dedicazione radicale e totale, nel valore e nella durata.
d) Per questo anche la dedicazione al ministero sacerdotale non è concepibile ad tempus, ma per sempre.
Concludendo: se prendiamo l'immagine biblica del pastore come mezzo costitutivo del carattere essenziale del sacerdozio ministeriale, "il motivo costitutivo del sacerdozio ministeriale deve essere determinato mediante i seguenti contrassegni, totalmente diversi eppure essenzialmente connessi" col sacerdozio battesimale di tutti i cristiani.
a) il pastore sta di fronte al suo gregge e possiede l'autorità necessaria per prendersi cura di esso;
b) questa autorità non è propria , ma è imprestata, come il gregge non è proprietà dell'uomo-ministro sacro, ma di Cristo;
c) l'ufficio pastorale del sacerdote-apostolo di Cristo riceve da Cristo sia la figura e la struttura della sua autorità sia la realtà stessa, proprio come Cristo riconduce la sua autorità sempre al Padre (Gv 10, 77s).
Sacramento del matrimonio
Il matrimonio è qualcosa di sacro anche come istituzione naturale: così l'ha voluto Dio creatore. "L'intima comunità di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale, cioè con l'irrevocabile consenso personale ... Dio stesso è l'autore del matrimonio" (GS 48). "Non è un'istituzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Queste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti", sebbene non traspaiano ovunque con la stessa chiarezza. Dio ha creato l'uomo per amore e lo ha chiamato all'amore. Ecco perché l'amore reciproco tra l'uomo e la donna è assunto a segno o immagine dell'amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l'uomo.
Il primo a definire l'unione coniugale col termine sacramentum fu Sant'Agostino. Lo stesso sacro dottore ha dato una definizione del sacramento molto semplice: il sacramentum è un segno sacro, segno sensibile di una realtà invisibile, che dona la grazia sacramentale, grazia "la quale soltanto rende i coniugi capaci di conservare realmente l'indissolubilità del matrimonio e la connessa fedeltà fino alla fine della vita".In questo senso, si può dire che al matrimonio compete una certa unicità e irripetibilità, quale in senso stretto è connessa solo con il sacramento del battesimo e con quello dell'ordine. Sant'Agostino, per esprimere l'indelebilità dei due sacramenti, tra il sacramento del matrimonio e il sacramento dell'Ordine fa un paragone di questo genere: come la consacrazione viene conferita al chierico affinché egli raduni il popolo di Dio e il sacramento rimane negli ordinati anche se non si realizza questo raduno del popolo di Dio, così il matrimonio non viene sciolto neppure se non accade ciò per cui viene contratto (la discendenza). Il fondamento biblico del concetto cristiano e sacramentale del matrimonio si può vedere nel testo della lettera di S. Paolo agli efesini, in cui l'amore reciproco tra i coniugi è paragonato all'amore di Cristo per la sua Chiesa. Si parla inoltre di grande mistero di Cristo e della Chiesa, in cui è fondata la sacramentalità dell'unione matrimoniale. Essendo i coniugi ambedue cristiani, essi sono membra del Corpo di Cristo, nei quali (quindi anche nella loro unione) diviene operante, in virtù della grazia, il mistero del Corpo di Cristo, cioè nell'unione che fa dei due una carne sola, ed è, in virtù della discendenza, il fondamento naturale della sopravvivenza , dell'incremento e del perfezionamento del Corpo mistico di Cristo, cioè della Chiesa. Cristo, nel battesimo, ha inserito i coniugi nel suo Corpo mistico, quindi accoglie nella vita di grazia del suo Corpo mistico anche l'unione che essi sanciscono con la loro reciproca promessa matrimoniale, il patto da essi concluso di una piena e totale responsabilità per tutta la vita.
Se andiamo a vedere quali sono gli effetti del matrimonio, è utile considerare il testo citato della lettera di S. Paolo agli Efesini. Da quel testo scaturiscono le seguenti implicazioni:
a) La parità dei coniugi va presa sul serio, nonostante il testo biblico risenta della cultura ebraica del tempo, che certamente per noi è superata. Ciascuno dei due è per l'altro. Inseriti nel mistero della redenzione e dell'amore di Dio per noi in Cristo, ciascuno può dire come Paolo: "Il Figlio di Dio mi ha amato ed ha dato la sua vita per me" ( Gal 2,20). Quindi ogni essere umano può amare con la stessa intensità dell'amore di Cristo. Il sacramento del matrimonio può dare questa grazia di amare come Cristo ha amato, l'uno per l'altro coniuge ed ambedue verso i figli.
b) Essendo il sacramento del matrimonio un dono di Dio, bisogna dire che, anche per i coniugi, la loro esistenza ha senso nell'amarsi a vicenda, nel servizio vicendevole, non soltanto nella prospera ma anche nella cattiva sorte. Quindi sono l'uno per l'altro, ma ambedue sono per i figli, e la famiglia intera per la Chiesa.
Confronti
A questo punto possiamo tornare a considerare insieme i due sacramenti e vedere la loro affinità in forza della loro natura e finalità sociali.
1) Sia il matrimonio sia l'Ordine sacro non esistono primariamente per un determinato servizio concreto, ma sono chiaramente ordinati ad un impegno personale: nel matrimonio, al vincolo esclusivo per tutta la vita tra luomo e la donna; nell'Ordine, al legame esclusivo per tutta la vita del sacerdote con Cristo, nel quale si fonda il suo sacerdozio.
2) Come la comunione di vita e di opere dell'uomo e della donna è il fondamento della vita naturale, così la comunione di vita e di opere tra Cristo e il suo sacerdote è il fondamento della continuazione della vita soprannaturale, della grazia del Regno di Dio nell'umanità.
3) Ambedue i sacramenti, come già detto, sono per il bene della comunità. Tuttavia l'efficacia dei sacramenti si riflette, non solo a beneficio degli altri, ma anche a beneficio del soggetto. Per quanto riguarda l'Ordine, in quanto unione al sacerdozio di Gesù Cristo, viene ricevuto per la Chiesa e per l'umanità, ma comporta anche una grazia salvifica suprema per il soggetto nel servizio fedele e disinteressato che esso richiede e al quale lo abilita in una maniera tutta speciale.
4) Quello che S. Paolo dice del matrimonio, si può ben dire anche dell'Ordine sacro: anch'esso è un grande mistero "in relazione a Cristo e alla sua Chiesa".
Vediamo in questo modo come sia ancora valida, anzi ne viene potenziata, la dimensione dei due sacramenti, sulla quale aveva riflettuto S. Tommaso quando egli chiamava i sacramenti dell'ordine e del matrimonio sacramenti della comunità cristiana, della sua nascita e del suo sviluppo.
Come abbiamo visto sopra, la Costituzione conciliare Lumen Gentium inserisce l'argomento dei sacramenti nel contesto dell'esercizio del sacerdozio comune dei fedeli. Nel n. 11 vi si legge qualcosa che vale la pena riportare per intero:
"I coniugi cristiani, col sacramento del loro matrimonio significano e partecipano il mistero di unità e di amore fecondo che unisce Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5, 32), e si aiutano vicendevolmente a santificarsi mediante la vita coniugale, l'accettazione e l'educazione dei figli; essi possiedono così, nel loro stato di vita e nel loro ordine, il proprio dono di grazia in mezzo al popolo di Dio (cfr. I Cor 7, 7). Dalla loro unione infatti procede la famiglia, nella quale nascono nuovi cittadini per la società umana, i quali, per la grazia dello Spirito Santo e mediante il battesimo diventeranno figli di Dio e perpetueranno lungo i secoli il suo popolo. In questa per così dire chiesa domestica i genitori siano per i loro figli i primi annunciatori della fede con la parola e con l'esempio, e assecondino la vocazione propria di ognuno, specialmente la vocazione sacra" (LG 11).
Per il sacramento dell'Ordine sarà sufficiente riferire alcuni passi del decreto conciliare Presbyterorum Ordinis:
"Con il sacramento dell'Ordine, i presbiteri vengono configurati a Cristo sacerdote come ministri del capo, allo scopo di far crescere ed edificare tutto il suo corpo che è la Chiesa [ ....]. I Sacerdoti sono tenuti ad acquisire questa perfezione ("come il Padre vostro è perfetto"- Mt 5,48) per uno speciale motivo: poiché, consacrati a Dio in un modo nuovo mediante l'ordinazione, essi vengono costituiti strumenti vivi di Cristo eterno sacerdote per poter proseguire nel tempo l'opera mirabile con cui egli ha reintegrato con divina efficacia l'intera comunità umana. Poiché dunque ogni sacerdote, a suo modo, agisce in persona di Cristo stesso, egli fruisce anche di una grazia speciale in virtù della quale, mentre è al servizio della gente che gli è affidata e di tutto il popolo di Dio, può avvicinarsi più efficacemente alla perfezione di Colui di cui sostiene l'ufficio [.......]. I presbiteri, consacrati con l unzione dello Spirito Santo e inviati da Cristo [.....] si dedicano interamente al servizio degli uomini: così possono progredire nella santità di cui sono stati dotati in Cristo, fino ad arrivare all'uomo perfetto (cfr. Ef 4, 13) [...]. I presbiteri sono ordinati alla perfezione della vita in forza delle stesse azioni sacre che svolgono quotidianamente, come anche per tutto il loro ministero..." (PO 12).
In conclusione, ambedue i sacramenti sono per la costruzione della comunità cristiana. Senza il sacerdote, pastore del popolo di Dio, il popolo resta privo dei principali mezzi dei quali ha bisogno per alimentare la sua fede e la sua vita secondo Dio e quindi per continuare a vivere la sua vita spirituale, ed egli stesso rischia di disperdersi. Senza il sacramento del matrimonio, con le sue caratteristiche e le sue proprietà essenziali, la società e, per conseguenza, la Chiesa non può continuare a vivere. La grande Chiesa è costituita da altrettante piccole chiese domestiche.
Angelo Giuseppe Urru o.p.