Padre
Marco Baron
Cagliari 26 aprile 2001
Scopo di quest'incontro vuole essere solo un approccio alla figura di questa grande Santa domenicana che pochi conoscono. Se uno chiede chi sono i santi protettori d'Italia, non sono molti a rispondere s. Francesco e s. Caterina. La maggior parte si ferma al primo; invece, Pio XII, ha voluto questi due santi come patroni dell'italica genta. L'attuale Pontefice, il dolce Cristo in terra, all'inizio del suo ministero pastorale come Vescovo di Roma e primate d'Italia ha voluto rendere omaggio a questi due Santi, affidando a loro il suo ministero per il bene di Roma e dell'Italia.
Nascita ed infanzia
Nel 1353, emise il voto di verginità che difese con forza contro le continue insistenze della madre che la voleva dare in sposa, e per sottolineare questa scelta recise i suoi capelli.
Superate le difficoltà con la madre, dovette lottare con l'ordine delle mantellate per ricevere l'abito della penitenza. Le mantellate, così dette dal lungo mantello nero che copriva il loro abito bianco, era un gruppo di laiche, per la maggior parte vedove di una certa età e di buona fama. Non era una cosa normale dare l'abito a giovani fanciulle, anche se nella Regola non c'era niente al riguardo. Si trova anche qualche precedente come nel caso di Nera Tolomei che nel 1250, a venti anni ricevette l'abito.
Ottenuto il tanto sospirato abito, si dedicò alla preghiera ed alla carità verso i poveri e gli infermi con maggior impegno. Ciò avvenne nel 1354
Il culmine delle esperienze mistiche fu lo sposalizio mistico tra Lei ed il Cristo, avvenuto nell'ultimo giorno di carnevale del 1370, secondo il Gigli, il 2 marzo 1367 secondo Joergensen. La visione è descritta dallo stesso b. Raimondo che asserisce che l'anello donatole dallo stesso Cristo era visibile solo alla santa senese. (Legenda major, I, c.12,115) - Attorno alla Santa incomincia un giro di frequentazioni spirituali che dette inizio alla sua "famiglia " che sarà chiamata la "bella brigata " favorendo la sua fama anche fuori Siena. Incomincia la sua attività epistolare dalla quale noi possiamo conoscere tutto il suo interesse alla Chiesa, alla società civile, al mondo dei religiosi e dei sacerdoti e degli amici che a Lei ricorrono.
1372 spedisce una lettera al cardinale Legato (lett.7) e così nel 1373 (lett. 11) per affermare la sua "politica", per la pace in Italia. "Pace, pace, pace, Padre carissimo. Ragguardate voi e gli altri, e fate vedere al Santo Padre più la perdizione delle anime che quella delle città, perocché Dio richiede l'anime più che le città." Tra i cristiani un'opera sola si attende dai capi spirituali: l'esercizio della carità nella pace cristiana.
Anche il Petrarca, invoca il ritorno del Papa, comprendendo che solo la sua presenza poteva contribuire alla vera pace, non solo di Roma, ma anche in tutto il territorio italiano ed europeo.
L'unica guerra che Caterina riusciva ad accettare come ultima ratio e quindi come eccezione, è quella per il Santo passaggio, la Crociata (lett. 7)
1374 viene convocata a Firenze per partecipare al capitolo dei domenicani che, visto il suo zelo e la sua ortodossia e l'identità di vedute sulle questioni allora dibattute, Le assegna come consulente, confessore e direttore il beato Raimondo da Capua.
Visita per la prima volta Montepulciano, dove viveva nel monastero della beata Agnesa, una sua nipote. Verso questa santa domenicana, la venerazione era molto grande. Vi saranno altre visite durante le quali diverse cose meravigliose ebbero accadere. (Legenda major, II, c.12,326)- Il suo impegno verso i poveri e gli infermi, trova testimonianza nella legenda major, ma il più grande impegno l'ebbe durante la peste che colpì Siena nel 1374. Durante quest'epidemia morirono molti bambini tra i quali diversi suoi nipoti. Guarì il suo confessore e ser Matteo di Cenni di Fazio, rettore della casa della Misericordia. Colpito dal morbo sembrava che fosse giunto alla fine della sua vita. Caterina corre verso l'ospedale e dice al povero malato: "Levatevi, messere Matteo; levatevi, perché non è questo il tempo di riposare nel morbido letto !" (Legenda major, I, c.8, 247)- Nel 1375 si trova a Pisa, impegnata a convincere i Signori della città di non aderire alla lega antipapale. Qui riceve le stimmate invisibili, il 1° aprile nella chiesa di s. Cristina. II, (Legenda major, II, c 6,194,195,198).
La stessa missione di pace, la svolge presso la città di Lucca (lett. 185). Tornata a Siena continua la sua opera di misericordia, anche, verso i detenuti. Nota è la vicenda del giovane perugino Niccolò di Tuldo, che la maggior parte di noi avrà letto nei libri d'antologia della lingua italiana. Quest'esperienza si potrà leggere nella lettera inviata al beato Raimondo (lett.273)
Nel 1376 Firenze si rivolta contro il Papa. La guerra di Firenze, detta "degli otto santi " , trovò la sua ultima ragione nella negazione di una rifornitura di grano in occasione della carestia del 1375. Entrò in guerra con il papa che, dopo un tentativo di pace, colpì Firenze con l'interdetto e la scomunica ai capi. Questo portò gli otto della guerra (ironicamente detti dal popolo gli otto santi) a taglieggiare il clero fiorentino per le spese della guerra e per i danni subiti; entrò in combutta con altre repubbliche tra le quali Siena, per sfidare il Papa. Caterina cercò di circoscrivere la ribellione, trattenendo Pisa e Lucca, Volterra, come già abbiamo accennato sopra, e poi, esortò i fiorentini a pentirsi e si dispose a fare da intermediatrice presso il Papa. Per desiderio dei fiorentini, Caterina va ad Avignone, il 18 giugno 1376, per trattare la pace. In quest'occasione si diede da fare anche per cercare di risolvere il problema della Crociata (il santo passaggio), ed incoraggia il Papa a ritornare a Roma (lett. 218). Scrive da Avignone stesso, al Papa, 4 lettere:
La 231: è un fine trattato di vera diplomazia, che arriva a suggerire un "santo inganno " pur di non consultarsi con il sacro collegio dei cardinali,(la maggior parte era francese - i cardinali erano 26, di cui 21 francesi - certamente contrario al ritorno del papa a Roma;- La 233: è la risposta al Papa che aveva timore di andare a Roma e lo incoraggia dicendogli che il buon, pastore deve essere pronto a dare la sua vita per le sue pecorelle;
La 238: tratta del tema della Crociata e della riforma della Chiesa;- La 239: precede di poco la sua partenza per Roma, scioglie l'ultimo legame al timore del papa: il probabile e vaticinato veleno che gli avrebbero propinato gli Italiani.
Il 13 settembre 1376 Gregorio XI lascia Avignone superando l'ultimo ostacolo: il padre. Si racconta che questi si sdraiò sulla soglia della porta. Non avrebbe avuto il coraggio, il figlio, di calpestare il corpo del proprio padre! Invece egli lo scavalcò. Caterina fece il viaggio di ritorno per Siena, passando per Tolone, Varazze,colpita dalla peste. Per intercessione della Santa; questo flagello finì. Incontra il Papa a Genova, rientra a Siena nel dicembre.
Il 27 marzo 1378 muore Gregorio XI. L'8 aprile viene eletto il nuovo Pontefice con il nome di Urbano VI (Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, già visto in sogno dalla santa) che L'invita a continuare a trattare la pace con Firenze. Lo zelo di questo papa irrita i cardinali francesi, la maggior parte del collegio cardinalizio, che indispettiti, si riuniscono a Fondi ed eleggono, il 20 settembre, come papa, Roberto di Ginevra che prenderà il nome di Clemente VII.
Nella lett. 313, inviata a Onorato Gaetani, Conte di Fondi, in forma di una grande correzione fraterna gli rinfaccia la sua non nobile iniziativa nell'aver dato ospitalità ai cardinali ribelli per eleggere l'antipapa e gli ricorda che " Duro è ricalcitrare a lui " (Atti 26, 14 - discorso di Paolo al re Agrippa).
Nell'estate va a Firenze per trattare la pace, ma rischia di essere uccisa durante un tumulto. La pace viene firmata solo il 28 luglio. Ritorna a Siena dove finisce di dettare il Dialogo della Divina Provvidenza. (Ottobre)
Convocata a Roma da Urbano VI con "la bella brigata " vi giunge il 28 novembre. Parla ai cardinali. Il beato Raimondo va in Francia per una missione antiscismatica.
Caterina, che vive in Roma, presso il convento di s. Maria sopra Minerva, invia lettere e messaggeri in varie parti del mondo cristiano per sostenere la causa del vero Papa; fa opera di pace tra i romani che sorgono contro il Pontefice.
Benedice Tommaso d'Alviano che sconfigge a Marino le truppe dell'antipapa.
Caterina è provata da gravi malattie. Muore a Roma il 29 aprile e sepolta alla Minerva.
È canonizzata da Pio II il 29 giugno 1461
Eletta a Compatrona (i Patroni sono SS. Pietro e Paolo) di Roma dal Pio IX
Istituita Patrona d'Italia da Pio XII assieme a s. Francesco e Patrona delle infermiere
Paolo VI, la dichiara Dottore universale della Chiesa il 4 ottobre assieme a s. Teresa d'Avila (28 settembre 1970) Nel giorno d'apertura della seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi, Giovanni Paolo II con Lettera Apostolica Motu Proprio "Spes Aedificandi" in data 1 ottobre 2001, la dichiara Patrona d'Europa assieme a S. Brigida di Svezia, che poco prima di Caterina aveva cercato di porre rimedio alla terribile situazione della Chiesa e Edith Stein l'ebrea convertita e fattasi monaca carmelitana, viene uccisa in un campo di concentramento perché ebrea. Le ragioni di quest'iniziativa sono espresse al n.3 del documento: s. Brigida ha collegato i confini d'Europa; Caterina ha riportato il papa alla sua sede naturale, Roma; Edith per aver collegato la sue radici ebraiche a quella della sequela Christi.
Opere
A) Dialogo della Divina Provvidenza
È la maggior opera della santa senese. È stata composta nel1378 prima dello scoppio dello scisma d'Occidente, prima di partire per Roma per ordine di Urbano VI. La santa, in estasi, in varie sedute, dettava ai suoi segretari: Barduccio Canigiani fiorentino, incontrò la santa nel periodo della trattativa per la pace. Dopo la morte della santa si fece sacerdote e morì a Siena il 8 dic. 1382; Stefano de' Maconi, senese, si fece certosino, fu generale del medesimo Ordine; morì nel 1424 ed è onorato come beato; Ranieri, detto Neri di Landuccio Pagliaresi, senese, morì l'otto maggio 1406.Il testo originale è in volgare, ma che subito fu tradotto in latino dallo stesso Maconi e da Cristofano di Gano di Guidini. Dai discepoli, specialmente da coloro che erano presenti alle estasi, fu ritenuto un libro molto importante in quanto "quasi rivelato dal Padre alla diletta figlia " . Divisione del Dialogo della Divina Provvidenza Ci sono varie divisioni:
Il Libro non obbedisce, né si riduce ad uno schema rigido prestabilito, ma al libero corso della domanda e della risposta.Esso sviluppa intorno ad alcuni nuclei principali, che reggono in gran parte il canovaccio: le 4 petizioni:
-
per sé,
-
per la Chiesa,
-
per il mondo,
-
per un caso particolare,
Vi si trovano i temi che riguardano l'albero della Carità; l'allegoria del Ponte; l'agire della Provvidenza e la sua misericordia ;alcuni temi cari alla Meastra dello spirito:
-
la misericordia divina,
-
la lotta dei vizi e delle virtù,
-
la perfezione dell'uomo secondo la dottrina di Cristo,
-
la dignità dei sacerdoti e la loro riforma,
-
l'orazione continua,
-
l'obbedienza generale e quella dei religiosi).
B) Orazioni
Le orazioni sono una raccolta di
elevazioni pronunziate in estasi si collocano negli ultimi quattro anni
della vita della santa senese, in un periodo di grande maturità
spirituale. Sono ardenti soliloqui, sfoghi d'animo, fiammanti colloqui
con Dio, implorazioni appassionate, nati come ringraziamento dopo avere
ricevuto l'eucarestia, piene di dottrina e di fuoco. S'inizia
ad Avignone e si conclude a Roma. È il periodo che vede Caterina
impegnata
- nel viaggio per ottenere la pace della sua Toscana in conflitto con
il Papa;
- nella sua difficile missione di pace nelle terre senesi;
- la difesa per il vero papa Urbano VI contro i Clementisti (Clemente
VII)
Queste Orazioni sono state "raccolte " dai suoi discepoli mentre le pronunciava. Ecco la testimonianza di fra Bartolomeo Dominici: "Presa la sacra particola, così con la mente in Dio, perdeva i sensi stava per tre ore ed oltre assorta e priva di sensi. Spesso anche, in questo stato di estasi, parlava con Dio dicendo la sua preghiera e chiedeva le cose a Dio a voce chiara tali Orazioni furono scritte parola per parola sia da me che da altri "
Anno |
dove |
tema |
1376 - vigilia
dell'Assunzione- ottobre
|
Avignone Avignone Genova |
I: La missione del Verbo II: per i ministri della Chiesa III: Cristo salvezza nostra |
1377: donatole da
Nanni di Ser Vanni Savini 387 25 gennaio:. |
|
|
1378
|
Roma |
V: le piante novelle |
1379 390 18 gennaio
1380
|
Roma
Roma |
VI: per la Cattedra di Pietro
XIV: nella circoncisione
del Signore |
C) Epistolario
Sono 382 lettere a varie persone d'ogni condizione sociale:
- Sommi Pontefici:
Gregorio XI (14 lettere)
Urbano VI (9 lettere)
Pietro di Luna (antipapa Benedetto XIII) (2 lettere)
- ai Cardinali, Vescovi, Prelati
(19 lettere)
- ai Re ed alle Regine (13 lettere)
- ai Condottieri (6 lettere)
- ai Signori delle Città (38 lettere)
- alle Dame dell'Aristocrazia (29 lettere)
- agli Artisti (19 lettere)
- alle Mantellate (17 lettere)
- alle Monache (17 lettere)
- ai Frati ed agli Eremiti (47 lettere)
- al Beato Raimondo da Capua, suo confessore e direttore spirituale,
che sarà impegnato come Maestro generale dell'Ordina nella
riforma (15 lettere)
- ai Monaci (34 lettere)
- ai Sacerdoti (9 lettere)
- ai Confratelli delle Compagnie locali (11 lettere)
- ai Mercanti ed agli Artigiani (23 lettere)
- ai vari Destinatari (20 lettere)
Delle Lettere, scritte tutte o quasi sotto dettatura, ci restano nell'originale solo 7; le altre sono in raccolte manoscritte che risalgono agli stessi scrivani della Santa, spesso prive delle chiusure e dei saluti, ma sostanzialmente identiche nel testo. La loro autenticità è ormai universalmente riconosciuta.
Il loro contenuto.
Si può conoscere i grandi temi dibattuti nel suo tempo, il suo impegno politico e religioso, insegnamento spirituale. Esse illuminano tutta la vita cristiana ed ogni grado e categoria di persone, per cui si può estrarne un completo trattato della vita spirituale.
3 Patrona d'Italia e d'Europa
Caterina e Francesco, furono dichiarati Patroni d'Italia, come già detto. Ambedue, pur vivendo in epoche diverse, con la loro azione di predicazione e di testimonianza hanno voluto portare quel grande valore che è la pace, non solo in seno alla Chiesa, ma anche in seno alle comunità civili e politiche che spesso erano in lotta tra di loro causando ingenti danni alle persone ed alla stabilità politica.
Caterina, è vissuta in un'epoca
molto difficile a livello:
- regionale, (lotte fra le varie Repubbliche Toscane fra di loro e contro
il Papa);
- nazionale (l'invasione dell'imperatore Enrico VII);
- europeo ( la guerra dei cent'anni fra Francia e Inghilterra, 1337
inizia la guerra dei cent'anni,);
- dal punto di vista umano (la peste nera che in un solo anno - 1348-1349)
- uccise oltre un terzo della popolazione;
ed ancora più difficile
dal punto di vista spirituale:
- la mancanza di sacerdoti e vescovi sia come numero, che come preparazione
culturale e spirituale;
- la Chiesa in preda ad alcuni potenti
- si preparava quello che sarà il grande scisma in seno alla Chiesa
cattolica
- Da una parte la Francia, che ormai da 70 anni, teneva il papa "legato
ad Avignone " ed il resto d'Europa in balia dei vicari papali
che risiedevano a Roma.
Il Papa ad Avignone
Il conclave tenuto a Perugia, elesse come successore di Bonifacio VIII, (1294 -1303), esattamente il 5 giugno 1305, un francese, Betrand de Got arcivescovo di Bordeaux (1297-1305) che prese il nome di Clemente V. Questi, di carattere non molto forte e malaticcio, intendeva recarsi a Roma, ma solo dopo il tentativo di pace fra la Francia e l'Inghilterra. Fu incoronato papa a Lione il 14 novembre 1305. Creò i primi cardinali nel 1305 e ne scelse, 9 francesi ed 1 inglese. Tra il 1301 ed il 1302, ne creò degli altri, ma sempre francesi. Nei 9 anni di regno fece molte cose:
- evitò la condanna
del suo predecessore, Bonifacio VIII, cosa voluta dal re di Francia;
- non riuscì invece ad evitare la soppressione dei Templari;
- nominò diversi legati, francesi, per l'Italia
- celebrò il Concilio di Vienna 1311-1312
- cercò di risolvere il dissidio tra gli Spirituali e l'Ordine
Francescano
- Nominò il primo arcivescovo di Pechino (1307) nella persona
del francescano Giovanni di Montecorvino e dargli 6 vescovi suffraganei.
Interessante sarebbe di tracciare i legami tra i viaggi dei mercanti
veneziani Polo ed l'annuncio del vangelo nelle terre d'Oriente.
L'autore del "Milione", visse tra il 1254 e il
1324
- Promosse le missioni presso i Tartari e gli orientali e per questo
istituì lo studio delle lingue orientali presso le università
di Parigi, Oxford, Bologna e Salamanca
- Fondò l'università di Perugia e Orleans.
Muore il 20 aprile 1314. Le sue
disposizioni testamentarie molto favorevoli verso i propri parenti, indusse
il suo successore, Giovanni XXII, a tentare un processo.
La scelta d'Avignone, come sede della Curia papale, come si è
visto fu quasi una causalità. Altri motivi erano
- l'imperatore, Enrico VII, invade l'Italia provocando dei disordini
- alcuni stati pontifici erano in ribellione con sommosse a Roma contro
il papa.
La Curia Romana avendo bisogno dell'appoggio della Francia, e non trovandone dell'imperatore scelse le sicure mura di Avignone da dove la Curia papale riuscì ad impiantare tutta la rete amministrativa in Francia;
I Papi di Avignone
- Il successore di Clemente V fu Giovanni
XXII.
- Benedetto XII (1334-1342)
- Clemente VI (1342-1352)
- Innocenzo VI (1352-1362)
- Urbano V (1362-1370)
- Gregorio XI (1370-1378) che riportò la sede a Roma nel 1377,
per opera della Santa senese.
La Vita attiva di Caterina
Caterina, dopo la sua preparazione attraverso la preghiera ed il costante ascolto della Parola di Dio, predicata nella basilica senese di san Domenico, consigliata ed guidata dai confratelli, comincia la sua azione pubblica.
Forte della sua esperienza di pacificatrice
tra le famiglie del suo rione e della sua Città, inizia ad allargare
la sua azione alle Famiglie nelle Repubbliche toscane, e di qui all'Italia
fino a raggiungere non solo i principi e le regine del suo tempo, ma anche
la stessa Curia papale e lo stesso Sommo Pontefice.
Tutta la sua attività nasce da un principio chiaro ed inequivocabile:
cerca la: pace cercando l'onore di Dio e la salvezza delle anime
(lett. 121)
La sua intromissione nella politica religiosa e nei problemi generali
della Chiesa, avviene sempre per obbedire ai diretti comandi di Dio (lett.
219 sulla croce e l'ulivo) e dei suoi confessori o superiori e dello
stesso papa.
La sua azione era sentita come un essere utile al suo prossimo.
L'ideale domenicano l'aiutava a trasmettere ciò che aveva
contemplato ai fratelli. La parola della vita che lei ascoltava, veniva
trasmessa a coloro che incontrava lungo il suo pellegrinare.
I grandi problemi a livello europeo
(lett. 206) erano:
- la Crociata per la liberazione della Terra Santa (il santo passaggio
). Tale crociata fu indetta da Gregorio XI nel 1371. Lei era convinta
che la liberazione dei luoghi santi, avrebbe portato la pace tra i cristiani
per i seguenti motivi:
a) avrebbe distolto le forze dalle guerre fratricide tra le potenze cristiane, liberandole dalle invasioni delle "compagnie di venture, (tutta la guerra che è di qua, andarà sopra gli infedeli, rizzandosi il gonfalone della santissima croce" (lett. Ai Signori di Firenze, lett. 207);
b) tale impresa avrebbe aiutato le potenze a conoscersi e formare delle unioni fraterne ed alleanze fra i popoli cristiani.
Con tutte le sue forze si diede a scrivere e movimentare, per quest' impresa, tutti i potenti: re e capi di stati, ecclesiastici e uomini nobili, capitani di ventura, uomini politici e uomini d'armi.
- la riforma dei costumi della Chiesa romana è la costante della sua attività apostolica e della sua preghiera incessante. Il suo progetto era:
- a. Lavare la faccia della Chiesa, togliendo via gli scandali e chi ne era la causa; Rinnovazione, cioè ritornare allo spirito primitivo del vangelo ed alla purezza di origine di ciascuna istituzione religiosa ( vedi anche la riforma dei domenicani iniziata da lei e portata avanti dal betao Raimondo, Caffarini, beato Giovanni Dominici, sant'Antonino Pierozzi, le beate Chiara Gambacorti a Pisa, Colomba da Rieti, Osanna Andreasi. La riforma è affare della Chiesa gerarchica e non si può affidare né ai laici né al braccio secolare, perché nessuno può toccare gli "unti del Signore " e la santa Chiesa è la Sposa di Cristo. Strumento principale per ottenerla, anche da parte dei laici, sono le orazioni, le vigilie, le lacrime dei veri servi di Dio;
- questa riforma, fatta dall'alto e dall'interno doveva consistere principalmente nel togliere i cattivi pastori e metterne dei buoni a capo delle diocesi e nelle dignità ecclesiastiche; nel ritorno alla disciplina ed alla semplicità primitiva per gli ordini religiosi, decaduti dopo la peste nera del 1348.
Il ritorno del Papa a Roma e la lotta di Firenze.
- lo stare ad Avignone (1305 - 1377) per oltre 70 anni, interrotta sola per 3 anni da Urbano V (1367-1370), aveva generato decadimento di ricchezza e di costumi nella Chiesa, nel popolo romano, nel territorio pontificio. Necessitava togliere il malgoverno di legati, pastori ed amministratori stranieri; evitare le ribellioni di città, spesso domate nel sangue.
- Partita per Avignone trova molto difficile avere la pace per Firenze per la loro doppiezza e questa pace verrà stipulata solo con Urbano VI nel luglio del 1378, dopo aver rischiato di essere uccisa dalla gente in rivolta. Ma ottiene ciò che più le stava a cuore e cioè che il Papa decide di ritornare a Roma, cosa che farà il 17 gennaio 1377. Tratta della crociata col Duca di Angiò.
Lo scisma della Chiesa in Occidente.
Questo gesto di spaccare la Chiesa in due ha portato nella persona di Caterina tanta sofferenza. Il 20 settembre 1378 con l'elezione a Fondi dell'antipapa Clemente VII con la scusa che il conclave, che aveva eletto, pochi mesi prima, Urbano VI successore di Gregorio XI, era nullo. Caterina si schiera immediatamente con Urbano VI, il vero dolce Cristo in terra e si reca a Roma, nel novembre 1378, con la sua "bella brigata". Parla senza paura davanti ai cardinali riuniti in concistoro. Il linguaggio da Lei usato nel rivolgersi ai cardinali non è del più diplomatico. Usa delle frasi molti forti, tra le quali diavoli vestiti di rosso; in questo collegio si sente la puzza di satana.
Mette in atto una strategia per riuscire a riportare la Chiesa sotto l'unico pastore: sostiene e rincuora Urbano VI, con la parola, la preghiera e la penitenza. Raccoglie intorno a lui dei buoni servi di Dio e spedisce messaggeri e messaggi a tutti i capi delle potenze politiche italiane e straniere, invitandoli a sostenerlo con tutte le loro forze.
Purtroppo lo scisma avrà fine solo nel 1417 quando viene eletto un romano di pura razza, Ottone Colonna, che in onore del santo festeggiato quel giorno s'impose il nome di Martino V.
Caterina si offre come vittima per la Chiesa: "O Dio eterno, ricevi il sacrifizio della vita mia in questo corpo mistico della santa Chiesa " (lett. 371)). Dichiarò negli ultimi giorni: "Tenete per fermo, dolcissimi et carissimi figlioli, che partendomi dal corpo, io in verità ò consumata et data la vita nella Chiesa et per la Chiesa santa ".
Credo che in questo poco spazio, certamente non sarò stato capace di dire che poche cose sulla figura e sull'impegno che questa semplice donna del popolo abbia compiuto in favore dell'uomo e della Chiesa. Voleva essere solo uno stuzzichino per invogliare ad andare a leggere e meditare le sue Lettere, le sue Orazioni ed il Libro, per trovare nutrimento e forza per essere anche noi, come Lei, ambasciatori di pace ovunque ci troviamo. Concludo con la bellissima preghiera che santa Caterina compose per ottenere il dono dello Spirito Santo ed i suoi doni.
ORAZIONE XXV
O Spirito santo, vieni nel mio cuore;
per la tua potentia trailo a te Dio,
e concedimi carità con timore.
Custodimi, Cristo, d'ogni mal pensiero;
riscaldami e reinfiammami del
tuo dolcissimo amore
sì che ogni pena mi pari leggera.
Santo mio Padre, e dolce mio Signore,
ora aiutami in ogni mio ministerio.
Cristo amore. Cristo amore. Amen.