IL GRANDE PERCHE'
seconda parte
STRUTTURA DELLA MESSA
Ciao Ragazzi!
Eccomi di nuovo a voi, per continuare a proporvi nuove notizie e nuove riflessioni sulla S. Messa, su questo importante rito a cui a volte ci sentiamo “obbligati” a partecipare, e allora la Preghiera più
importante della nostra religione diventa un qualcosa che è priva di ogni significato…
Facciamo in modo allora di apprendere i gesti e i simboli del linguaggio liturgico della Messa per potervi partecipare
con consapevolezza ed evitare così di prendervi parte come ad uno spettacolo teatrale o al cinema dove si osserva la scena senza però partecipare direttamente. Nella Messa infatti non siamo spettatori ma protagonisti
insieme a Gesù, siamo infatti gli invitati al banchetto. Nella precedente “lettera” ho cercato di esporvi in modo semplice e generale il significato spirituale che la Messa ha per noi, resti ben inteso però
che mai nessuna mente umana potrà spiegare e comprendere a pieno il mistero dell’Eucaristia.
Per esprimere questo grande mistero lasciatoci da Gesù la Chiesa durante la celebrazione dell’Eucaristia
si serve di gesti e momenti particolari, molti dei quali restano sconosciuti alla maggior parte dei fedeli e che invece sono mirati a far riflettere su ciò che accade durante la liturgia della Messa. Ma procediamo con
ordine nel prendere in considerazione questi gesti e momenti della Messa a cui spesso non badiamo.
struttura della messa
La Messa inizia con i: riti di introduzione
I riti di introduzione hanno la funzione di accogliere i fedeli e prepararli spiritualmente ad una fruttuosa partecipazione.
Appena il sacerdote fa il suo ingresso nel presbiterio genuflette davanti al tabernacolo in cui è
conservata l’Eucaristia, poi bacia
l’altare…
Il bacio indica grande rispetto e venerazione verso l’altare che ha lo stesso significato e la stessa funzione della croce, è il luogo in cui Gesù dona la sua vita per noi, è
il luogo in cui si compie questo grande sacrificio della vita di Cristo che viene offerta per noi…ecco perché il sacerdote lo bacia. Dicevo che l’altare ha lo stesso significato della croce, e questa uguaglianza
è evidenziata dal fatto che vicino all’altare si mette sempre una croce. L’altare rappresenta anche lo stesso Gesù che nel suo Corpo, con la sua morte e passione, ha distrutto i nostri peccati con
la sofferenza e la morte.
Questo onore all’altare viene reso nelle celebrazioni solenni anche con l’incensazione. L’atto di incensare è una usanza molto antica ed è segno di onore e venerazione.
Dopo segue il Segno della croce. È il segno che ricorda Dio uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo, e proprio nel segno della croce ricordiamo anche il sacrificio
di Gesù sulla croce. Come potete notare è un segno pieno di significati in cui tutti i cristiani si riconoscono. Compiamo questo gesto prima di ogni azione sacra e prima di ogni preghiera… anche la Messa
ha al suo inizio questo segno, è l’invocazione a Dio e ci fa capire che tutta la Messa inizia ed è celebrata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Al segno della croce segue il saluto
del sacerdote al quale i fedeli rispondono “E con il tuo spirito”.
Segue l’atto penitenziale che ci prepara alla celebrazione della Messa con la
richiesta di perdono dei nostri peccati al Signore. Questa richiesta di perdono si fa perché vogliamo celebrare la messa con il cuore libero dai peccati. Segue l’assoluzione del sacerdote.
Nelle domeniche,
ad esclusione di quelle di avvento e di quaresima, e nei giorni in cui ricorrono feste e solennità, a questo punto tutti cantiamo o si recitiamo il “gloria”.
È un inno molto antico che canta la lode la grandezza di Dio. Gli Angeli lo hanno cantato davanti alla grotta di Betlemme.
Dopo il canto del “gloria” nei giorni festivi, o dopo l’atto penitenziale,
segue la preghiera che il sacerdote rivolge a Dio a nome di tutti i fedeli. Questa preghiera è chiamata
colletta. Il nome colletta deriva da un verbo latino (colligo) che significa “raccogliere”, prima di pronunciarla il sacerdote dice infatti “preghiamo”…è
questo il momento in cui il celebrante ha la Comunità tutta “raccolta” davanti a sé e raccoglie pure tutte le nostre richieste, le nostre necessità e le presenta a Dio con una unica preghiera.
La colletta fa il “punto” sul messaggio delle letture che seguiranno; ci aiuta, cioè a collegare tra loro le letture per capire qual’è, in quella domenica o festa, il messaggio che la liturgia
ci vuole trasmettere. Noi la facciamo nostra rispondendo “amen”.
Con la preghiera chiamata Colletta terminano i riti di introduzione della Messa.
Liturgia della Parola
Con la prima lettura inizia la liturgia della parola. Il luogo da cui si proclamano le letture è chiamato
ambone, che non è un normale leggio ma può essere definito il trono della parola di Dio. L’importanza dell’ambone è spesso evidenziata con la presenza del drappo
con cui viene ricoperto.
Alla prima lettura segue il salmo responsoriale, che può essere anche cantato. Il salmo infatti nasce come preghiera cantata del popolo
di Israele. Solo di domenica e nelle solennità c’è la
seconda lettura. Alle letture segue il
canto al Vangelo che precede la lettura del
Vangelo. La liturgia della parola è uno spazio particolarmente importante nella Messa, poiché nelle letture che vengono proclamate è Dio stesso a parlare agli uomini: la
conclusione delle letture è infatti “Parola di Dio” o “Parola del Signore” (per il Vangelo). Spesso diciamo di non sentire Dio, ma forse è perché non lo ascoltiamo, o non lo sappiamo
ascoltare.
Dio parla e ha sempre parlato agli uomini di ogni tempo con la sua parola, che viene pronunciata in ogni Messa con la voce di diverse persone che noi spesso conosciamo perché fanno parte della nostra comunità.
La parola di Dio è poi presente nelle nostre case, e spesso giace dimenticata nella libreria di casa nostra. Ragazzi… siamo proprio sicuri che Dio non parla e non fa sentire la sua voce?…
La liturgia
della parola durante la Messa è un momento privilegiato per ascoltare Dio che ci parla, tramite la voce dei lettori infatti indirizza la sua voce ad ognuno di noi personalmente.
Particolare importanza riveste la
lettura
del Vangelo, che durante la messa può essere fatta solo dal sacerdote o dal diacono (ad esclusione di quello della passione fatto in forma dialogata fra più lettori) perché, avendo ricevuto il sacramento
dell’ordine agiscono in nome di Gesù. La parola del Vangelo è il compimento di tutte le parole dell’antico testamento e Gesù ne è la piena realizzazione, in lui infatti si realizza tutta
la scrittura, è il punto di arrivo di tutto ciò che viene detto nella Bibbia. Questa importanza della lettura del vangelo è data da diversi segni. Nelle Messa più solenni il libro dei Vangeli è
portato processionalmente all’ambone e affiancato da due candelieri con candele accese, e prima della sua lettura (o del suo canto) viene incensato ed introdotto con il saluto del sacerdote o del diacono “il Signore
sia con voi”. Al saluto segue il segno della croce minore che tutti noi facciamo, sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, perché la parola di Gesù possa indirizzare i nostri pensieri, le nostre parole e
i nostri sentimenti. Alla fine della lettura viene baciata la pagina del Vangelo in atto di venerazione e rispetto. Inoltre anche il fatto di stare in piedi indica che ci troviamo alla presenza di Cristo che ci parla.
Solitamente nelle domeniche e nei giorni di festa dopo il vangelo il sacerdote o in alcuni casi anche il diacono, tiene l’omelia, che noi comunemente chiamiamo predica.
Questo momento ha la funzione di farci riflettere e capire la parola di Dio appena letta ed ascoltata. Può essere anche un aiuto su come vivere la vita cristiana secondo il volere di Dio.
Segue la
preghiera dei fedeli. Questa preghiera ha lo scopo di pregare per le necessità della Chiesa e del mondo. È strutturata in modo tale che alle intenzioni di preghiera proposte possiamo
rispondere con una frase di invocazione.
Con la preghiera dei fedeli termina la liturgia della parola.
Liturgia Eucaristica
La liturgia eucaristica è il centro della Messa ed ha inizio con l’offertorio o
preparazione dei doni, momento in cui vengono portati all’altare il pane e il vino che diverranno Corpo e Sangue di Cristo. Durante l’offertorio possono essere portati all’altare
anche altri doni oppure offerte in denaro. Questi doni o offerte sono portati dai fedeli o raccolti in chiesa, per i poveri o per la chiesa stessa. È il sacerdote a presentare al Signore i doni del pane e del vino che
diventeranno il Corpo ed il Sangue di Cristo.
Vi siete mai chiesti perché proprio il pane e il vino?… Si! Gesù ha scelto proprio questi perché il pane è il nutrimento base delle civiltà
antiche come di quelle a noi contemporanee. Il pane e il vino sono anche il risultato del lavoro dell’uomo che sa trasformare in bene i più semplici elementi che la natura offre, dal grano si arriva al pane, e
dal grappolo d’uva si arriva al vino. L’Eucaristia allora è anche la nobilitazione e santificazione del lavoro umano. Stesso discorso vale per il vino, ma a proposito possiamo dire di questa bevanda che è
anche simbolo di festa e gioia, infatti il vino è segno di prosperità ed è presente nei banchetti delle feste e nelle occasioni più liete. Allora possiamo capire quanto l’Eucaristia sia legata
alla nostra vita, anche per quanto riguarda la materia che la compone. Infatti questi elementi che hanno origine da Dio, e che vengono elaborati dal lavoro umano per diventare nutrimento per il corpo, grazie ad una “brillante trovata” di Gesù diventano cibo per la nostra anima. E come il pane quando lo mangiamo nutre il nostro corpo, così l’Eucaristia che noi mangiamo fa vivere e crescere la nostra anima. Potete capire allora perché
Gesù abbia scelto il pane ed il vino per veicolare il nutrimento per la nostra anima: il cibo per il nostro corpo diventa
anche cibo che sostiene e fa vivere e crescere la nostra anima per la
vita spirituale e la prepara alla vita eterna. Dopo tutto questo sarà facile comprendere perché insieme al pane ed al vino possiamo presentare al Signore le nostre preghiere, il nostro lavoro, il nostro studio e tutta la nostra
vita, ciò che abbiamo di bene e di male. Impariamo dunque a sfruttare al meglio in questo momento la nostra preghiera che si offre a Dio con i doni dell’offertorio.
Nelle messe più solenni il pane ed
il vino vengono incensati insieme all’altare. Inoltre vengono incensati il sacerdote e i fedeli perché anche noi che ci comunichiamo con il corpo di Gesù siamo più strettamente uniti a lui, dei tabernacoli
viventi, dei consanguinei di Dio!
Dopo l’offertorio il sacerdote compie il gesto di lavarsi le mani che è chiamato “lavabo”, è un gesto
simbolico che è segno di purificazione dai peccati. Il rito di offertorio prosegue con l’invito fattoci dal sacerdote che dice “ Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e il vostro sacrificio sia
gradito a Dio Padre Onnipotente.” Da queste parole possiamo capire che il sacerdote non compie una azione che riguarda solo lui, ma tutti noi! E celebra la Messa con noi e per noi.
Dopo tutto ciò
il sacerdote pronuncia una
preghiera
detta “sulle offerte” e si conclude così il rito dell’offertorio.
In seguito viene pronunciata una preghiera detta “prefazio”,
che si apre con il dialogo fra sacerdote e fedeli e che introduce la preghiera eucaristica. In latino “prefazio” significa proprio introduzione. Il prefazio si conclude con il canto o la recita del “Santo”
che è un inno di lode tratto da testi biblici. A questo punto, dopo il “Santo” arriviamo al centro della Messa: la
preghiera eucaristica durante la quale avviene la consacrazione.
In questo momento così profondo ed importante, il sacerdote stende le mani sul pane e sul vino ed invoca su di essi lo Spirito Santo, questa invocazione è chiamata
epiclesi (parola greca che significa appunto “invocazione”). Segue il racconto della istituzione con le parole che Gesù usò in quella sera di più di 2000 anni
fa mentre celebrava la prima messa della storia. E proprio quelle parole compiono il grande ed invisibile miracolo della presenza di Gesù nel pane e nel vino con il suo vero Corpo ed il suo vero Sangue. Questo miracolo
è chiamato “transustanziazione” (cambiamento di sostanza: viene cambiata quindi in Corpo e Sangue di Gesù quella parte del pane e del vino che
non è visibile con i nostri occhi ed è chiamata sostanza). Durante la consacrazione siamo invitati a stare in ginocchio.
Dopo la consacrazione il pane e poi il vino vengono elevati dall’altare e mostrati a noi fedeli perché possiamo adorarli non come pane e vino ma come vero Corpo e vero Sangue di Gesù, in questo importantissimo
momento la nostra attenzione viene richiamata in modo particolare con il suono delle campanelle. Nelle messe più solenni l’eucaristia viene incensata in segno di onore…essa infatti è la presenza reale
di Gesù. Dopo questo momento, che è detto
elevazione, il sacerdote genuflette in segno di profonda adorazione perché si trova davanti al Corpo ed
al Sangue di Cristo.
A seguire il sacerdote, riferendosi all’eucaristia dice “mistero della fede”… e noi rispondiamo con una particolare risposta chiamata anamnesi (parola greca che significa ”memoria”, “ricordo”, ricordo in questo caso della morte, passione, risurrezione ed ascensione di Gesù.) “annunciamo la tua morte Signore…ecc.”, vi
sono tre anamnesi, ma la più usata è quella che ho usato come esempio. Questa risposta serve a ricordare e proclamare la morte e la risurrezione di Gesù. La preghiera eucaristica continua con parole di
preghiera al Padre tramite la mediazione di Gesù e del suo sacrificio reso vivo e presente sull’altare. Preghiere fatte per i fedeli, per tutta la Chiesa, per i defunti e per ogni necessità spirituale, insieme
a Maria e tutti i santi. Infatti la messa è anche unione fra noi ed il paradiso. Ad ogni Messa siamo uniti alla gioia del paradiso il quale è unito a noi ogni volta che celebriamo l’Eucaristia.
La preghiera
eucaristica si conclude con la
dossologia (parola greca che significa “lode”) che esprime una lode in cui si fa menzione della Trinità, ed è un vero e proprio atto di offerta del corpo e del sangue
di Gesù al Padre che la Chiesa compie. Questa offerta è visualizzata anche dalla elevazione contemporanea delle sacre specie del pane e del vino, mentre viene pronunciata la dossologia “Per Cristo, con Cristo
ed in Cristo, a te Dio Padre Onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli” e noi fedeli rispondiamo con “amen”… questo “amen”
e il più importante di tutta la messa! Perché con questo “amen” esprimiamo il nostro consenso alla lode di Dio che è fatta per mezzo di Gesù, con Gesù ed in Gesù.
Con
la dossologia ha termine la liturgia eucaristica.
Riti di Comunione
Con i riti di comunione entriamo nel momento della condivisione, comunione infatti significa proprio condividere. Ma che cosa condividiamo? Come prima cosa condividiamo ed entriamo in comunione con Dio, ricevendo il suo corpo.
Entriamo in comunione e in condivisione anche con i nostri fratelli, sempre grazie al corpo di Gesù, mangiamo infatti ad un'unica tavola e ci nutriamo di un unico pane, ecco dunque perché la Messa ci unisce tutti
come fratelli, ed è come in una grande famiglia che riunita condivide il pasto comune, uguale per tutti
I riti di comunione hanno inizio con la recita da parte di tutti, della preghiera del “
Padre nostro”, ancora una volta con questa preghiera insegnataci da Gesù, si può evidenziare il legame fra tutti noi, che come fratelli ci rivolgiamo all’unico Dio
chiamandolo Padre!
Dopo segue una preghiera che viene recitata dal sacerdote e chiamata “embolismo” (aggettivo greco che significa “intercalato”), questa preghiera è infatti inserita
dopo il Padre Nostro e ne sviluppa l’ultima parte, in cui si chiede per tutta la comunità dei fedeli la liberazione da tutti i mali. Questa preghiera viene chiusa dalla nostra risposta :”Tuo è il regno
tua è la potenza e la gloria nei secoli”.
Inizia ora il
rito della pace che viene introdotto dalla preghiera del sacerdote che domanda unità e pace per tutta la Chiesa. Segue ora lo scambio del gesto di pace, che può essere espresso
in diverse forme secondo l’usanza del luogo in cui la Messa viene celebrata. Se infatti la comunione eucaristica è condivisione fraterna dell’unico pane di vita, essa deve apparire come un segno di forte
unità, per cui tra noi che ne mangeremo deve regnare la pace e la concordia, pena l’inautenticità della comunione.
Allo scambio del segno di pace segue il rito della
frazione
del pane, che è uno dei momenti più importanti della Messa. Il gesto della frazione del pane, compiuto da Gesù nell’ultima cena, sin dal tempo degli apostoli ha dato il nome a tutta l’azione
eucaristica. Questo rito non ha una funzione solo pratica, ma significa che noi, pur essendo molti, diventiamo un solo corpo nella comunione all’unico pane di vita, che è Gesù. Il gesto stesso del frazionare
(= dividere) è segno di condivisione fra noi che mangiamo alla stessa tavola, come i fratelli in una famiglia. Nel frattempo si dice (o si canta) la triplice invocazione dell’Agnello
di Dio, che è la lode, il saluto e l’implorazione al Signore che ha subito sofferenza e morte per noi. La figura dell’agnello di Dio è molto antica e risale al profeta Isaia, che parlando del Messia
usa la figura di un agnello innocente condotto al macello ,che paga con la sua morte i peccati degli uomini nonostante la sua innocenza. Segue poi la presentazione del pane eucaristico ai fedeli da parte del sacerdote che si
prepara poi a comunicarsi al Corpo e Sangue di Cristo.
Nel rito della frazione del pane avviene un'altra azione del sacerdote molto importante e significativa, è la cosiddetta “immixtio”
(parola latina che significa”mescolanza”), che si compie lasciando cadere nel calice del vino un frammento di ostia consacrata, tutto questo serve a farci comprendere l’unione del Corpo e del Sangue che restano
uniti sia nelle specie del vino che in quelle del pane…o meglio posso dire che nel Corpo di Cristo che noi riceviamo è contenuto insieme sia il Corpo che il Sangue, perché si tratta di un corpo
vivo con carne e sangue insieme, infatti non è un corpo senza vita. L’Eucaristia dunque è un
corpo vivente e si tratta del
Corpo risorto di Gesù! Durante questo momento il sacerdote dice sottovoce “Il Corpo e il Sangue di Cristo uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna” proprio
per sottolineare questa unione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Dopo la comunione del sacerdote anche noi possiamo accostarci all’altare
per ricevere l’Eucaristia. Al sacerdote che ci presenta il pane consacrato e ci ricorda ogni volta che si tratta del Corpo di Cristo, noi rispondiamo “Amen”
perché con fede siamo anche noi certi della presenza di Gesù nell’Eucaristia.
La piena partecipazione alla messa si attua con la comunione! Per una totale partecipazione si deve mangiare…perché non dimentichiamo che la Messa è una cena, e a ben poco serve la nostra presenza
a cena se poi non mangiamo…
Dopo la distribuzione dell’Eucaristia, preferibilmente dopo qualche minuto di silenzio, in cui ognuno di noi ringrazia Dio per l’importante cibo ricevuto, il sacerdote pronuncia
la preghiera “dopo la comunione” per chiedere al Signore che il Sacramento appena ricevuto sia efficace, ed inoltre in essa si fa riferimento alla vita eterna che l’Eucaristia stessa ci garantisce. Come alla
colletta questa preghiera viene introdotta dal “preghiamo” del sacerdote, che anche stavolta ha la funzione di raccogliere ed offrire le nostre preghiere al Signore, preghiere che a questo punto sono di ringraziamento
per l’importante cibo ricevuto.
Riti di Conclusione
La Messa ora volge a termine, e come all’inizio c’è il saluto del sacerdote, così c’è anche un saluto finale che è uguale a quello dei riti di ingresso: “il Signore sia con voi”…
A questo saluto conclusivo segue la benedizione, che in particolari occasioni è solenne ed è composta da diverse intercessioni alle quali rispondiamo con l’amen. Alla benedizione si fa il segno di croce
ed all’annuncio della fine della Messa si risponde con gioia e spirito di gratitudine nei confronti di Dio. Il sacerdote solo allora bacia l’altare come all’inizio della Messa, e fa la genuflessione all’Eucaristia
contenuta nel tabernacolo se è presente nel presbiterio.
Alla fine si aspetta che il sacerdote lasci il presbiterio per poi iniziare ad uscire dalla chiesa, non senza aver salutato (con la genuflessione ben fatta)
Chi anche questa volta ci ha invitato al suo banchetto…
Ecco ragazzi… ho terminato un’altra parte del mio lavoro indirizzato a voi, con il solo scopo di fare luce sul rito più importante della nostra religione. Con questo scritto ho voluto presentarvi la struttura della Messa, per farvi diventare più consapevoli e partecipi all’Eucaristia di ogni giorno ma soprattutto di quella domenicale. Spero che questi miei pensieri possano davvero tornarvi utili a prendere sempre più consapevolezza dell’importanza della Messa per la nostra vita di fede.
Con stima e con l’augurio di fare grandi progressi nel cammino di fede:
Alessandro