FABRIZIO E PALMIRA CARTA
Eccoci qui !!!
Per il secondo anno consecutivo, aderiamo all’invito del piccolo, grande uomo, “Padre Alberto” e partecipiamo al pellegrinaggio 2014, per il giubileo domenicano del 2016.
Rispetto all’anno precedente, conosciamo quasi tutti i pellegrini che, carichi di bagagli e di tante buone intenzioni, salgono sul grande BUS, magistralmente condotto (si scoprirà dopo ) da Massimo, un autista dall’accento romanesco, tanto abile nella guida, quanto disponibile e gentile.
Già, il fatto di essere tutti sullo stesso mezzo, favorisce l’affiatamento e la conoscenza, tanto che, alla fine del viaggio, si sono allargate e/o cementate le nostre amicizie e questo, al di là della visita a luoghi magnifici, ricchi di opere d’arte, ed a momenti di intensa spiritualità, è stato un aspetto molto bello del pellegrinaggio.
Se uno degli scopi dell’insegnamento domenicano e della Chiesa è quello di amare il prossimo come se stessi, la sistemazione logistica, sia nel BUS che nei refettori (laici e religiosi), ne ha favorito la realizzazione.
Certo, ci sono stati (ma è normale) piccole incomprensioni e difficoltà legate alla convivenza giornaliera, superati agevolmente, ma molti di più sono stati i momenti di allegria, condivisione e commozione.
Proseguiamo così il pellegrinaggio sulle orme della vita di San Domenico. L’anno scorso abbiamo visitato, con stupore, le sconfinate distese spagnole e le verdi vallate francesi nelle quali San Domenico è nato ed ha mosso i primi passi della sua predicazione.
Quest’anno possiamo ammirare i luoghi italiani della vita di San Domenico e dei suoi successori, tra i quali ci è rimasta impressa, per personalità e grandezza d’animo, Santa Caterina da Siena.
Su questa sensazione, ha certamente inciso molto l’appassionato e, a tratti, irrefrenabile, racconto e commento della suor Elena. Nel sentirla parlare, sembrava quasi di vedere Santa Caterina all’opera, come femminista “ante litteram”, con il suo coraggio e la sua forza che la portava a rimproverare perfino i Papi e con la sua dedizione verso i poveri.
Roma, Firenze, Siena, fino alla visita del sepolcro di San Domenico nella maestosa omonima Chiesa a Bologna, meta conclusiva del nostro viaggio !! Ma sarà proprio l’ultimo ???
Si tratta di luoghi, per certi versi, già visti, ma, come non si stancava di ricordarci il “direttore” (così Padre Daniele chiama affettuosamente Padre Alberto), il pellegrinaggio non consisteva nel vedere le città d’arte italiane – pur bellissime e meravigliose – ma nel rivivere, attraverso la voce di guide appassionate e convinte, il passaggio terreno del grande, Santo Padre Domenico.
In effetti, sono sicuro che mai e poi mai, avremmo visto questi luoghi, almeno non così approfonditamente. Se si pensa a quante volte sono (siamo) passati in Piazza Venezia a Roma e mai avrei (avremmo) sospettato la presenza della basilica di san Marco !! Per questo ci volevano i domenicani !!
Mi ha colpito molto sentire che la predicazione di Domenico ebbe tanto successo che, pochi anni dopo la sua morte, per effetto dell’azione di Giordano di Sassonia – suo successore – il numero dei frati, aderenti all’ordine mendicante – si fosse moltiplicato di percentuali enormi, a significare che il seme gettato, avesse dato frutti copiosi. Lo stesso seme dell’albero di Arancio, portato da Domenico a Roma e che cresce, secondo la leggenda, nel cortile della Chiesa di santa Sabina, dando germogli da secoli.
Le guide e gli accompagnatori sono stati fantastici e disponibilissimi: Padre Vito e gli altri padri domenicani a Roma, Firenze e Bologna, Suor Elena, a Siena, ci hanno fatto vivere intense emozioni, grazie alla loro vasta cultura, ma, soprattutto, al fatto che credono profondamente in quello che raccontano e vivono la loro fede in maniera semplice, ma entusiasta. Solo così si riesce a far vivere agli altri e quindi anche a noi, poveri e ignoranti pellegrini, le stesse sensazioni, con parole che, sgorgando dal cuore, si ascoltano senza fatica.
Stessa competenza e passione riscontrate nei direttori “laici” al Museo di San Marco, dove gli affreschi del Beato Angelico hanno suscitato un’attenzione fuori del comune, e nel Museo dell’Accademia, di fronte all’apollinea bellezza del David di Michelangelo, che ha suscitato stupore e ammirazione ( e forse anche un po’ di invidia per noi uomini con la pancetta !!) per la perfezione delle forme !!
Abbiamo visto tante immagini e tanti affreschi che riprendevano la vita ed i miracoli del Santo Domenico, ma mi piace ricordare quello dove si vedono i due grandi santi dell’epoca, Francesco e Domenico che si incontrano: chissà cosa si saranno detti realmente, ma ambedue, da grandi santi e da grandi uomini, hanno saputo fondare ordini e impartire regole, approvate dai Papi, che, pur con le difficoltà di vocazioni del mondo moderno, sono ancora vivi e testimoniano, dopo otto secoli, della bontà dei loro insegnamenti, ciascuno con la sua peculiarità.
Una bellissima sensazione ci hanno fatto vivere le piccole suore domenicane di San Sisto: alcune molto giovani, provenienti dall’America latina, appena professe, ci hanno accolto con un gradevolissimo e serafico sorriso sulle labbra e con la loro simpatia. Accoglenza comprendente anche il marketing, con distribuzione dei cartoncini con indirizzo e numero di telefono per la prenotazione degli eventuali soggiorni romani. Commovente il canto intonato, in spagnolo, nel refettorio dal Padre Vito e dalle suore !! Anche lì un grande insegnamento (che dovremmo tenere a mente): quando il cibo è poco la madre superiora mangia per ultima e solo se il cibo avanza. Le prime ad essere servite sono le più giovani suore. Si dovrebbe fare così anche nella società…
Tra tanti santi antichi, mi sono commosso al racconto di Padre Alberto che riguardava il vecchio sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Avevo letto altre volte della sua generosità e della sua lungimiranza politica e sociale, ma non sapevo che arrivasse a versare il suo intero stipendio, mentre andava dall’Università a casa sua, per darlo ai poveri. Questa è alta politica: esempio da seguire per tutti noi ed in particolare per i politici attuali … Certo poi magari, in altra occasione, Lapira si era dimenticato di rendere i soldi a Padre Alberto per i gelati comprati (per suo conto) per i bambini, ma è un peccato veniale !!!! E poi Padre Alberto è ricco di risorse !!!
Infine due brevissime riflessioni.
Trovo bellissimo il modo di leggere il vangelo da parte di Padre Glenn. Molto spirituale e coinvolgente. Non sono molti i sacerdoti che si fanno ascoltare così nella lettura. Grazie dunque, Padre Glenn, e non solo per il generoso rinfresco all’Angelicum e per le patatine, offerte in BUS, con la collaborazione delle giovanissime Anna e Marta !!!
Mi sono seduto davanti al PC, pensando di non riuscire a scrivere quasi nulla, ma poi tanti ricordi e sensazioni mi si sono affacciate alla mente, ma ho sempre pensato che la concisione nel parlare e nello scrivere sia una dote importante, per non diventare noiosi.
Chiudo perciò ringraziando, in modo particolare, chi si è impegnato nell’organizzare i cori durante le cerimonie religiose: Gabriela, Barbara, Pietro e tutti gli altri. Ho collaborato molto poco, ma, vi assicuro, che i canti sono stati bellissimi e intonati e comunque pieni di devozione !!! Che poi è quello che conta.
Palmira ed io abbiamo vissuto una magnifica esperienza che ci servirà per affrontare, con serenità, la vita di tutti i giorni.
Grazie ancora e, se ce ne sarà occasione, alla prossima.
Fabrizio e Palmira