2 febbraio
Missioni

2 febbraio - giovedì
Mi sono alzato tardi stamani e sono tutto punto da insetti o da chissà quali altri animali: mi hanno detto che quando si sta a lungo nelle aldee accade questo.

Oggi è dedicato al riposo e alla riflessione.

Vado a vedere la “nostra” casa: stanno lavorando ma Francisco non c’è e quindi me ne ritorno alla casa parrocchiale.

Alla sera, alle 19.00 Messa in Parrocchia e celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio, Giornata mondiale delle persone consacrate. Il p. Giorgio, che presiede la liturgia, fa le cose in grande. Si comincia con tutto il popolo, i celebranti e ministri fuori della chiesa, davanti alla porta, dove si legge il vangelo della presentazione e si entra tutti processionalmente, cantando.

All’omelia il p. Giorgio parla della festa e della celebrazione della Giornata delle Persone consacrate. La gente ascolta volentieri.

All’uscita di chiesa incontro Ersilina (la ragazza morsicata dalla mosca ciclera), la sua mamma e i genitori delle piccole denutrite. Vengono a dormire nei locali parrocchiali che sono compoosti di due saloni-dormitorio (maschile e femminile) con i servizi. Tutti quelli delle aldee, quando sono a Dolores, fanno così. Hanno tutti partecipato alla Messa e ora si fermano a parlare con le suore e con il p. Giorgio, siccome ci sono anch’io, ascolto attentamente.

Le bambine hanno già cominciato le cure.
Ersilina e la sua mamma hanno una faccia da cimitero. All’ospedale non le hanno ricevute. Non sappiamo perché, di fatto sono qui, stanche per una giornata passata in piedi, senza mangiare e con quella ferita dai dolori lancinanti.
C’interessiamo subito della cosa e coinvolgiamo le suore domenicane di santa Elèna che hanno una clinica dove si fanno visite a tanti malati. Suor Marcela (la suora di Ossi, di cui ho già parlato,  che è da tanti anni qui e parla meglio lo spagnolo dell’italiano e che spero possiate conoscere perché è una di quelle persone che è bello conoscere), responsabile della clinica si fa carico della situazione. Mamma e figlia non hanno niente, neanche per mangiare e quindi parlando a suor Marcela al telefono le dico che non chieda loro soldini (si chiede sempre una collaborazione economica a tutti i malati, anche pochi quetzales, perché le cose date gratis non educano nella crescita!) e che se ci sarà da spendere tanto (pensavo all’eventualità della gangrena) proceda comunque perché ce ne faremo carico noi (e pensavo a voi!!! Ho fatto bene?). Suor Marcela mi ha detto che non mi preoccupassi (no tenga pena, mi dice!) e che l’avrebbe trattata come fosse sua figlia, come d’altronde fa sempre, altrimenti che ci sta a fare qui – dice lei. Tranquillizzate mamma e figlia, rifornite del necessario per comprarsi da mangiare e per pagarsi il viaggio fino a santa Elèna (34 Quetzales a/r = 4 euro circa), con la raccomandazione di partire prestissimo, sono andato a dormire.
Ciao
P.Alb

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