19 Novembre 2004 Venerdì
Il lavoro di ieri ha messo in movimento tanti muscoli che da tempo non muovevo più perché è da molto che non facevo questo genere di lavori e così mi alzo tutto indolenzito.
Mi viene a prendere il solito ragazzo in motorino per portarmi al collegio dove approfitto per aggiornare il diario con dei computers più moderni di questo che solitamente uso nella casa parrocchiale. Metto un po’ in ordine, nelle schede di memoria della macchina fotografica, le foto fin qui realizzate e arriva l’ora del pranzo. Il padre Ottavio tornerà questa notte dalle aldee.
Dopo pranzo, finalmente (¡!) la siesta: un vero lusso da quando sono qui!
Il pomeriggio ho aspettato a lungo il padre Giorgio per celebrare insieme, ma si è fatto vivo verso le 20.00.
È arrivato però Gigi, il fratello del padre Ottavio, del quale ho già parlato e abbiamo fatto la seconda lunga chiacchierata insieme.
Alle 19.00 comincia la celebrazione nella chiesa. È una celebrazione della parola e distribuzione della Comunione, fatta dai catechisti. Sono curioso di andare a vedere ma devo aspettare il p. Giorgio: la vedrò un’altra volta. intanto mi devo accontentare di sentire dall’altoparlante appeso alla facciata della chiesa, i catechisti che pregano e fanno pregare, spiegano la Parola letta con una voce che dice il profondo convincimento di ciò che si dice. La preghiera, qui a Dolores, come anche nelle aldee, quando non c’è la celebrazione della santa messa, la convocano e la guidano i catechisti: chissà quando anche noi avremo laici impegnati a fondo e sacerdoti che diano loro la possibilità di impegnarsi!
La casa parrocchiale dove abito, è distante dalla chiesa una cinquantina di metri e quindi si sente bene, dagli altoparlanti che sono sulla facciata della chiesa, la voce di chi, dentro di essa, canta, prega, esorta.
Come ho già detto, anche nelle aldee i fedeli si riuniscono ogni giorno, sotto la guida dei catechisti opportunamente formati, per celebrare la parola e distribuire l’Eucaristia. In questi giorni che accompagno il p. Ottavio nelle aldee, sento sempre che si rivolge ai responsabili delle Comunità perché dal loro interno presentino e facciano preparare adeguatamente: catechisti per bambini e adulti, ministri della Eucaristia (l’esistenza dei quali permetterà la presenza del sacramento nella chiesetta dell’aldea), incaricati della musica, lettori e tutti i vari ministeri che permettano una vita religiosa più completa.
20 Novembre 2004 Sabato
La mattina presto parto per San Benito, dove si terrà un incontro giovanile vocazionale. Sono insieme al padre Giorgio. Il viaggio è tipicamente guatemalteco: stipati all’inverosimile su un pulmino: qui non ci sono limiti nel trasporto delle persone e finché l’ultimo spazietto non è occupato da una persona, possono salire sempre nuovi passeggeri: è incredibile la capacità di questi pulmini!!!! Ma anche le palangane non scherzano! Ho visto palangane di un metro e mezzo per un metro e mezzo con una ventina di passeggeri, più, naturalmente i più svariati bagagli, dalle galline ai sacchi di mais.
Credo che la Provvidenza abbia uno sguardo di particolare benevolenza nella protezione di tutti questi viaggiatori!
Arrivati a San Benito abbiamo la sorpresa di non trovare nessuno per l’incontro, anzi, il luogo stesso dell’incontro è chiuso. È la guardería, cioè l’asilo infantile delle nostre suore che oggi è chiuso perché non c’è scuola.
Andiamo al convento delle suore e lì la suora incaricata della guardería ci dice che non sa niente dell’incontro vocazionale!
Arriva intanto don Damian, il parroco di Poptùn di cui ho già detto, con il seminarista Francesco e due ragazze della sua parrocchia: si decide che l’incontro non si farà.
P. Giorgio approfitta del tempo che gli si è liberato davanti e della macchina del p. Damian per fare alcune commissioni ed io resto nel convento delle suore ad aspettarlo.
Vicino al convento delle suore c’è un internet cafè e così vado per visionare la posta elettronica. Alle 11.40 posso connettermi ad internet, ma appena stabilita la connessione, manca la corrente: qui così vanno le cose!
Pranzo dalle suore. Dopo il pranzo torno al negozio con internet ed ho potuto vedere la posta: c’è anche una e-mail del padre Provinciale.
Il padre Giorgio riparte alle 16.30 per Dolores. Io resto dalle suore perché aspetto il padre Ottavio con un gruppo di giovani che verranno per assistere a un concerto organizzato dai giovani della parrocchia delle suore: santa Elena de la cruz.
Alle 17.00 (ora chapina e cioè alle 17.30) celebro la santa messa per le suore. Nel frattempo arrivano prima Gigi e poi il p. Ottavio.
Dopo la cena vado al vicino salone parrocchiale per il concerto. Delle altre parrocchie invitate non c’è nessuno, tranne il p. Ottavio con i suoi giovani, c’è però abbastanza pubblico, quasi tutti giovani e quelli della parrocchia locale indossano una maglietta confezionata per l’occasione, con la scritta che parla dell’Eucaristia: tutta la chiesa, anche quella guatemalteca celebra l’anno della Eucaristia. Una suora domenicana, fa l’introduzione e ci fa pregare.
Il concerto è interessante, anche se assordante e ci sono dei canti e delle dinamicas animate da Francisco, un giovane molto capace e coinvolgente. Francisco ci fa pregare, riflettere, cantare, ci racconta storie e ci coinvolge in canti mimati e movimenti vari. Un concerto per me che vengo da lontano, un po’ particolare: per i giovani locali sembra invece normale.
Alla fine del concerto, tutti a casa. Il carro è gremitissimo e también la palangana. Da qui a Dolores ci sono circa ottanta chilometri e sulla palangana fa molto freddo.
Dentro la cabina (quattro-cinque posti, occupata da sette persone) si canta e fraternizzo con i giovani che mi trattano già come uno di qui, lingua a parte!
Finalmente si arriva Dolores e il p. Ottavio lascia ciascuno davanti alla propria casa. Sono le 23 e 30.