8 Novembre
Missioni

8 Novembre 2004  Lunedì

Tutta la mattina al Collegio. Ho conosciuto meglio tutta la struttura e preso coscienza, come si svolge qui la vita nella scuola: Non penso di avere capito tutto e bene anche perché sono condizionato dall’idea di scuola che c’è da noi in Italia. Ho parlato con molti studenti e partecipato agli incontri dell’arrivo dei nuovi ragazzi per l’anno scolastico prossimo: ne aspettiamo ben 47 nuovi e alle riunioni che si sono svolte per presentare il collegio e la scuola se ne sono presentati più di trenta. Ho partecipato a questi incontri dove gli stessi studenti più grandi facevano la presentazione della scuola ai nuovi ed ai loro familiari e mi è piaciuto come si esprimevano, in particolare Carlos.

Collegio

Celina
Studenti

Rudi
Studenti
I nuovi arrivati

Carlos
I nuovi arrivati

Ho insegnato come si usa la macchina fotografica a Celina e come si usa la telecamera a Celica e loro si sono interessate per fare le foto del collegio e della scuola. Da loro i ragazzi si lasciano avvicinare in modo più spontaneo. Penso però che dovrò fare anch’io riprese e foto per avere una informazione più completa.
Il padre Giorgio è molto occupato per questa prova d’inizio di anno scolastico: in pratica si tengono, ai nuovi iscritti, lezioni introduttive delle varie materie. È continuamente strattonato da tutte le parti ed è chiamato da tutti e tutti vogliono parlarci: roba da perderci la testa!!
All’ora del pranzo si torna alla casa parrocchiale e subito dopo il pasto parto con p. Ottavio per San Benito a circa 80 km da Dolores.
Ci sono tre cittadine (paesi) uniti tra loro: San Benito, Santa Eléna e Flores. P. Ottavio mi lascia a santa Elena mentre lui va ad una riunione della commissione della sicurezza convocata d’urgenza per la questione della terra e dell’ultimo omicidio di giovedì scorso.

Dalle suore Domenicane a santa Eléna

A santa Eléna io rimango dalle suore di san Sisto che hanno una casa di formazione con annesso un orfanotrofio di bambine. Poi verrò a sapere che non tutte le bambine sono orfane ma che molte sono state sottratte alla patria potestà per i più svariati motivi ed affidate alle suore che le allevano come facendole sentire una famiglia. C’è un ambiente stupendo e fa piacere stare con quelle bambine e con le loro suore.
Verso le 16.00 vado con Gigi (mi sono scordato di dire che Gigi è venuto ieri a salutarmi a Dolores ma non sta tanto bene: dice cha ha il “denghe” che sarebbe una specie di malaria) a prendere una suora che dirige un asilo splendido non lontano (a san Benito). Suor Marcella (così si chiama la suora) mi fa bella accoglienza e mi guida a visitare l’asilo: purtroppo i bambini sono quasi tutti andati via perché è l’ora dell’uscita. L’asilo mi è piaciuto moltissimo. Vengono accolti bimbi dai sei mesi ai sei anni.
Gigi mi porta poi a Flores, sede del Vescovo. La città è su un’isola, unita alla terra ferma da un ponte. È un luogo completamente turistico, pieno di alberghi, ristoranti, negozi soprattutto di tipicos.  Visito la Cattedrale: niente di speciale. È Un edificio abbastanza grande con delle vetrate istoriate con i quindici misteri del Rosario.
Al rientro alla casa delle suore celebro la mia prima messa in spagnolo. sono molto emozionato ma è andato “quasi” tutto bene. Sono contento di avere rotto il ghiaccio.
Cena dalle suore e poi rientro a Dolores. Ottavio mi racconta dei tanti problemi della sezione di promozione per la terra ai campesinos.
Si tratta di far valere il diritto degli abitanti, soprattutto delle aldee, ma anche di tutto il territorio nazionale, a possedere la terra che coltivano, soprattutto se non c’è chi ne rivendica con titoli validi la proprietà. Molti proprietari terrieri, di fatto non hanno una carta catastale che attribuisca loro la proprietà delle terre. Queste terre erano state date ai loro antenati da benevoli sovrani e presidenti, in cambio di servigi resi o da rendere. Queste donazioni non sono mai state ratificate con documenti catastali, però i “proprietari” vantano diritti ed esigono affitti da chi coltiva. Il gruppo “tierra” s’incarica non solo di sensibilizzare i campesinos ma anche di aiutarli perché verifichino il possesso effettivo delle terre da loro coltivate e facciano registrare come propri i terreni dove lavorano, in assenza di altri titoli di proprietà validi. È chiaro che questa cosa scombina molto lo status dei grandi latifondisti che quindi fanno una dura opposizione, arrivando ad omicidi e torture nei confronti dei promotori di questa promozione. Questo comportamento sconcertante è favorito anche dalla impunità di cui godono “di fatto” i potenti. Ci sono state rivolte contadine che hanno visto la chiesa e in particolare il padre Ottavio, protagonisti al fianco dei contadini, e ci sono stati dei morti e dei feriti causati dall’intervento armato della polizia e dei latifondisti.
Anche giovedì scorso un animatore del gruppo “tierra” è stato sequestrato e poi barbaramente torturato ed ucciso e poi abbandonato sulla pubblica via. È in corso un’azione legale promossa dal Vicariato ma è difficile trovare avvocati che si prendano cura della causa. Vengono infatti minacciati, loro ed i loro cari, e non tutti hanno il coraggio e la voglia di rischiare. Attualmente sta dando una mano la Caritas Svizzera, sia economicamente sia nel dare risonanza mondiale ai fatti, in modo che il governo si senta obbligato ad intervenire. La settimana prossima ci sarà una riunione con delegati ufficiali del governo che verranno proprio per questo dalla Capitale.

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