23 - 25 gennaio 2007
Missioni

Hola!! Quarto appuntamento
23 Gennaio
Giornata no..
Ormai ho capito qui funziona così: un giorno si, un giorno no, un giorno nelle aldee o in gita (le giornate migliori e più soddisfacenti), e un giorno a lavare i piatti e la roba a casa e scrivere il diario…che impegno!!
AAAHHH però oggi che fatica!!
Gli uomini (Alpini) fanno la loro prima esperienza nelle aldee con P. Ottavio e le Suore e noi, donne forzute e volenterose, ci siamo dedicate al giardinaggio…portati da P. Ottavio e P. Mariano quintali di terra (e che terra, di quella che mia mamma si sognerebbe di avere!) direttamente dalle foreste dei dintorni, compresa di lombrichi e ragni e compagnia bella, abbiamo dovuto pensare a distribuirla PERFETTAMENTE nei vari riquadri del giardino!!

Eravamo soddisfatte per aver fatto movimento sano (dice Francesca, la salutista del gruppo), per esserci abbronzate (col segno delle magliette…bello…), ma avrei sicuramente preferito evitare di farmi crescere i calli e le vesciche nelle mani. E come se non bastasse, dolori allucinanti post lavoro ai muscoli e torcicollo acuto!!
Ma sto bene…!!
Penso bene di consolarmi facendo una bella chiacchierata con i miei, e con Simone (il mio ragazzo) e dopo tutte le belle notizie mi arriva la più bella : «NON HAI PASSATO L’ESAME» Bello!!
Ma ormai reagisco, queste cose mi scivolano via come l’acqua…
Si fa notte…I nostri Alpini rientrano contenti ma soprattutto traumatizzati e affamati e tutti a dormire perché domani è il giorno si e si va all’aldea!!

24 Gennaio 
Prima di raccontarvi la mia seconda esperienza in un'altra aldea volevo informarvi di alcuni miei progressi…ne saranno contenti i miei genitori…HO MANGIATO LE UOVA!! Potrà sembrare strano ma era da quando sono piccola che non toccavo un uovo intero né sodo, né alla coque, né strapazzato, solo nelle frittate o, insomma, in tutte le cose in cui mettere le uova è inevitabile!

E qui l’ho mangiato addirittura fritto e con cipolle! Ancora sodo no ma chissà!?
In effetti sono partita con il buon proposito di voler provare cose nuove, di adattarmi nel limite del possibile a tutte le situazioni “strane” come anche vedere un ratto e cercare di non urlare e di non fare scandalo, e soprattutto di non avere vizi nel mangiare, ma non pensavo di arrivare a tanto!
Non prometto però di riuscire a superare la fobia dei topi.. lì mi si chiede troppo!!
Ma si parte da le cose più semplici per arrivare poi a quelle più difficili…o sbaglio?
Comunque oggi è giornata si!
Continuo ad avere il torcicollo e i dolori per il lavoro di ieri, ma la cosa più importante è che andiamo a Sacúl abajo! Mi aveva detto P. Ottavio che in questa aldea c’è il fiume e allora ovviamente, imperterrita, mi armo dei miei strumenti (reti e nasse) e monto sul solito “cascione” insieme ad Alberta pronta per la partenza!

Questa aldea mi ha stupito positivamente! Ci saranno sicuramente aldee anche più povere di Mopán Dos (l’aldea in cui sono andata la volta scorsa) ma il solo fatto di rendersi conto che in qualche villaggio c’è qualcuno che cerca di guardare un po’ più in là della fine del proprio naso mi rincuora.
Qui a Sacúl abajo, gli abitanti non pensano solo a coltivare e mangiare mais e fagioli ma cercano di inventarsi qualcosa, nei limiti delle loro possibilità finanziare, per poter vivere meglio. Alcuni hanno delle vacche che sfruttano per il latte da dare ai figli e per fare il formaggio che molte volte vendono. E soprattutto la cosa che più mi ha colpito è sapere che alcune famiglie si sono organizzate nel loro “giardino” un “allevamento” di pesci! Lo utilizzano a livello familiare, e vi assicuro che non è un granché, ma è da premiare la buona volontà! Le famiglie che ce l’hanno sono tre e a mala pena riescono a recuperare qualche pesce una volta all’anno. Hanno semplicemente scavato delle piccole vasche nel terreno…non c’è riciclo d’acqua e il mangime per i pesci è fatto da loro ovviamente a base di mais…per cui è anche normale che non abbia molto successo, però…complimenti! C’è pero un fiume che scorre lì nel villaggio che a quanto pare non sfruttano per la pesca..
Si sono organizzati nel villaggio per mettere 3 pannelli solari posti nella Chiesa e nella Scuola che gli permettono di avere energia a sufficienza almeno per garantire l’illuminazione nelle ore buie.

E’ sicuramente un aldea più tecnologica ma non è che la povertà non la conoscano…nella riunione con P. Ottavio è saltata fuori una realtà comune dei “campesinos” (agricoltori) che per garantire un futuro ai loro figli sono disposti a lasciare la comunità in cui vivono per andare a insediarsi in terreni che apparentemente non sono di nessuno. E invece il proprietario ce l’hanno e ovviamente non è disposto a cedere il proprio bene gratis, perciò costruita abitazione o no, insediati da tanto o da poco, i campesinos che hanno rinunciato a quel minimo di stabilità che avevano nel vecchio villaggio convinti di fare un affare, di punto in bianco si ritrovano sul lastrico…Tra i partecipanti alla riunione ce n’erano alcuni che avevano intenzione di fare così ma P. Ottavio ha pensato bene di mettergli davanti tutti i rischi a cui andavano in contro...e mica erano tanto convinti!?
Alla riunione abbiamo anche notato una signora che apparentemente poteva dimostrare almeno 50 anni. Era molto magra e aveva a seguito una marea di bambini ma ciò che abbiamo notato era la sua pancia..era stranamente gonfia…sarà incinta o il fatto di aver avuto così tanti figli l'ha portata a sformarsi così tanto? I nostri dubbi vengono risolti da Suor Lucia che ci chiede se per gentilezza avevamo a disposizione un po’ di soldi (pochi per noi) per una signora povera che aveva bisogno di una visita medica urgente. La signora era lei: fa parte di una famiglia povera, ha 10 figli, adesso ne aspetta un altro da 8 mesi e non è mai andata a fare una visita. Ha 43 anni, e non sta per niente bene. Il bambino è sicuramente messo di traverso e in questi giorni lei non poteva neanche muovere un dito per i dolori. E cosa potevamo fare se non aiutarla economicamente almeno per una visita?
Alle 12:00 un bel pranzo con brodo di pollo, riso e tortillas organizzato apposta per noi nella ex Chiesa, intrattenimento e catechesi con i bambini che quest’anno fanno la prima comunione e poi tutti a giocare al campo con la palla!

Abbiamo distribuito le caramelle e abbiamo cercato di insegnare ai bambini i nostri soliti giochi italiani…troppo facili per loro…hanno imparato subito (a differenza di quelli di Mopán Dos) e alla fine erano loro che hanno insegnato a noi una marea di giochi di gruppo.
Verso le 18:30 una gentile signora ci ha offerto caffè...non avevamo il coraggio di assaggiarlo…ma l’abbiamo fatto per cortesia e non ce ne siamo pentite più di tanto. In effetti non era caffè solubile ed era fatto più o meno con la stessa tecnica che usiamo noi, cioè facendo bollire l’acqua…solo che l’acqua era un po’ troppa per i nostri gusti!
Messa e via!!

25 Gennaio
Oggi invece è di nuovo giornata no…l’ho detto, qui funziona così, è anche per questo che diciamo che i tempi guatemaltechi sono lunghi!! Sta piovendo a dirotto da questa notte. Quella pioggia fine che arriva dappertutto tant’è che è arrivata anche nella nostra cucina facendosi strada per il tetto e cadendo sulle nostre teste mentre facevamo colazione! Funzionale la nostra casa nuova eh!?
Non abbiamo potuto fare niente tutto il giorno: un po’ di spesa urgente e poi tutto il giorno a casa, perfino la Messa. Ora sono le 20:15, Mario e Franco hanno momentaneamente riparato il soffitto, e ci stiamo rilassando. Abbiamo saputo che in Sardegna c’è molto freddo e che è perfino nevicato, qui invece a parte la pioggia di oggi, fa caldo per cui non possiamo neanche avere la soddisfazione di stare davanti al caminetto (che comunque non c’è) col fuocherello che a me piace tanto…e allora mentre io scrivo al computer, Franco, Alberta, Francesca e P. Alberto giocano a carte, Mario si fa i cruciverba, P. Mariano legge i diari precedenti e Rosa si è messa a tostare il pan carrè da mangiare col minestrone di verdure fatto da Franco! E siccome parlando di queste cose mi è venuta fame, vi saluto e mi dico BUON APPETTITO!!
CIAO CIAO LAURA        

Ciao a tutti qui è sempre Francesca che vi parla, non regolarmente, perché purtroppo le cose da fare sono tante e il tempo è tiranno.
Martedì 23 Gennaio  abbiamo lavorato a casa, Mario e Franco avevano la prima esperienza all’Aldea, P.Mariano e P.Alberto occupati con l’impianto elettrico e noi donne ci abbiamo dato dentro. Abbiamo spalato la terra portata dalla foresta nella palangana di P.Ottavio, l’abbiamo portata dentro casa a furia di braccia e carriolate per poi “sprazzinarla” nelle aiuole sotto il sole cocente, ora abbiamo i reni  a pezzi le vesciche alle mani ma in compenso abbiamo un abbronzatura da muratore non indifferente. Ma d'altronde tutto questo non ci spaventa, siamo venute qui per lavorare, ci spaventa molto di più la vita che si vive qui.
Spirito di iniziativa ZERO, mi chiedo: questo perché hanno sempre vissuto così o perché veramente il trauma della guerra civile ha bisogno di molto tempo per essere riassorbito? Perché qui è tutto un popolo ad essere traumatizzato, milioni e milioni di persone hanno subito un regime dittatoriale durissimo e terribile, che non aveva niente da invidiare ad altri regimi da noi più conosciuti, ma qui purtroppo non c’è stato nessun processo a fare un po’ di giustizia anzi qualcuno della vecchia guardia si ripresenta persino alle elezioni presidenziali…   Altro dato sconcertante è questo: il 70 %  della terra è in mano al 3% della popolazione   “Latifondismo Feudale Sfrenato” , i poveri campesinos (lavoratori della terra) se non hanno il loro appezzamento sono costretti a prenderlo in affitto, oppure spostarsi, lasciare tutto baracca e amici, alla ricerca di terra ancora vergine da sfruttare.

Questo vuol dire continuare a deforestare (Sigh!) per poi trovare magari qualcuno che ti dice: questa terra è mia, smammate tutti o vi sguinzaglio i miei sgherri. Come potete vedere la situazione è abbastanza difficile ma lo è ancora di più per le donne. Qui impera il machismo, le donne nelle Aldee possono andare a scuola solo fino alle elementari, le medie e superiori sono lontane quindi difficilissime da raggiungere. Per le ragazze non c’è scampo, il loro destino è segnato: aiutare in casa la madre e lo stuolo di fratellini, preparare tortillas dalla mattina alla sera lavare la roba al fiume.

La sera i diversivi si sprecano, passeggiata su e giu dalla chiesa al campo di calcio e ritorno, chiacchierata con le amiche momentaneamente libere dai doveri domestici. Poi trovano il ragazzino  che da lì a breve diventa ragazzone si trovano presto incinte e rinizia il ciclo: tortillas panni sporchi e per le più fortunate un uomo che non ti picchia. Aggiungiamoci il rifiuto degli uomini a qualunque tipo di precauzione e la decina di figli per coppia è servita. Insomma in questo paese la vita non è facile anche se  il catechista che abbiamo incontrato ieri non ha fatto altro che dirci che nelle aldee si sta bene che a lui piace vivere lì ecc. ecc. ha anche detto: in Italia piove sempre qui c’è il sole. E qui è scattato l’orgoglio sardaccio “ma dove piove sempre, in Sardegna noooooo” (amata terra sarda ti adoro sempre, ma in questi frangenti mi sembri ancora più bella). Bene chiudo questa pagina del diario con l’inno alla Sardegna e un saluto a tutti voi cari amici vicini e lontani (come diceva qualcuno). Ora vado devo insegnare a Rosa alcuni giochi dell’infanzia che non conosce, giocava solo con le bambole e a maestrina. Perché poi nelle Aldee insegnamo ai bambini i nostri giochi e loro ci insegnano i loro, tutto questo ci riempie di gioia. Bene un salutone a tutti con affetto a presto Ciao .   Ciao Vasco.
Francesca

Ieri (24 gennaio) è stato il mio battesimo dell’aldea, io Francesca, Laura e Alberta ci siamo unite a Padre Ottavio e al suo Team di lavoro nelle aldee per visitare quella di Saculabajo. Il team di lavoro di Padre Ottavio è composto oltre che da lui da due suore vincenziane Suor Lucia e Suor Dolores, quest’ultima come Padre Enrique mia coetanea, che farà la sua professione il prossimo 2 febbraio.
Per me e Alberta è la prima esperienza di aldea mentre Francesca e Laura sono ormai delle veterane… Siamo però capitate in un aldea abbastanza “tecnologica” sia la chiesa che la scuola grazie ad un sistema di pannelli solari (3 in tutto il villaggio) hanno persino la luce… In mattinata subito dopo il nostro arrivo P.Ottavio e le due Hermanas (sorelle) tengono una riunione di aggiornamento con alcuni responsabili di questa aldea per sapere cosa è successo dalla loro ultima visita, sia dal punto di vista spirituale che materiale, solitamente si recano in visita alle varie aldee 4 o 5 volte l’anno. La ministra straordinaria dell’Eucaristia a breve si trasferirà a Dolores ed ora bisogna trovarne un’altra o magari anche due… ma nessuno si fa avanti e i presenti cercano di “passarsi” (da questo punto di vista mi sembra di essere in Italia…) Suor Lucia a questo punto interviene facendo un discorso che ha colpito molto anche me… dicendo che servire il Signore è un grande onore e per Lui dobbiamo sforzarci di trovare il tempo anche perché se fosse Lui a dire a  noi “ora non ho tempo…”?!? credo che su queste parole dovremmo rifletterci un po’ su, io per prima… Altro problema che in quest’aldea hanno, di natura materiale, è che alcuni Campesinos (i contadini) vogliono lasciare quest’aldea per trasferirsi da un’altra parte dove è stata loro promessa della terra, Padre Ottavio ha cercato di metterli in guardia dicendo loro di rivolgersi ad un legale e di farsi mettere per iscritto tutto ma chissà se gli daranno retta… La povertà è tanta, e la ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli li spinge a credere ancora a queste, spesso false, promesse, e chi le fa sa bene che quello di cui questa gente ha bisogno è un pezzo di terra non per produrre grandi quantità da rivendere ma per la sussistenza loro e delle loro numerose famiglie… E poiché tutto il mondo è paese i “grandi” approfittano dei bisogni dei più “piccoli” sfruttando le loro debolezze per diventare loro sempre più grandi e gli altri sempre più piccoli…

Dopo la riunione si pranza: per l’occasione sapendo che Padre Ottavio e le Hermanas erano in compagnia è stata preparato il “ristorante” nella vecchia chiesa con tanto di tavolo, piatti in porcellana, se pur scombinati, e persino il cucchiaio… Il menu era ottimo: brodo di pollo con dentro sia il pollo, a me è capitato il cosciotto, che il riso e le patate bollite, il tutto accompagnato dalle tortillas loro pane quotidiano. Dopo pranzo siamo andati a visitare degli “allevamenti” di pesce ma di questo sicuramente vi parlerà Laura…

Alle 15 c’erano due incontri uno con i bambini presieduto da Suor Dolores con la collaborazione di Padre Ottavio ed uno per le Donne presieduto da Suor Lucia. Noi abbiamo partecipato all’incontro con i bambini che consisteva in un interrogazione-verifica: Credo, Io confesso (quello che si recita a Messa), domande tipo “chi è la Mamma di Gesù?” o “cos’è il peccato?” per i bambini che si stanno preparando alla prima comunione e da ex catechisa mi sono chiesta i nostri bambini queste cose le sanno?!? L’incontro è poi proseguito con canti, giochi ed indovinelli per tutti i bambini presenti, dopodichè tutti al campo a giocare a calcio maschi contro femmine con Padre Ottavio a fare da arbitro e Suor Dolores in porta. Dopo la partita con Francesca, Laura ed Alberta siamo rimaste al campo a giocare con i bambini cercando di insegnargli il nostro girotondo per poi scoprire che di questo tipo di giochi loro ne conoscono un’infinità di varianti e giocando quindi insieme facendo i loro giochi.

Alle 18 tutti in chiesa per le confessioni e poi alle 19 per la celebrazione della Santa Messa. Mentre Padre Ottavio confessa chi desidera accostarsi al Sacramento della Riconciliazione il gruppo di animazione Liturgica esegue diversi canti accompagnati dalle chitarre. Poco prima che inizi la Messa Suor Dolores fa un po’ di catechesi familiare dicendo che le nostre famiglie devono essere la copia della famiglia divina e per fare ciò è importante che in esse regni l’allegria, il dialogo, l’amore ed il rispetto reciproco e insistendo in maniera particolare sull’importanza che la presenza e l’esempio di entrambi i genitori hanno sull’educazione dei bambini che sono il futuro della società… Dopo Suor Dolores prende la parola Suor Lucia che continua con delle riflessioni sul tema della famiglia, intanto la chiesa continua a riempirsi di donne, bambini, uomini, giovani ed anziani. La Santa Messa viene celebrata a fine giornata perché tutti, dopo aver terminato il proprio lavoro, possano parteciparvi, ma a fine giornata anche la stanchezza si fa sentire e non è cosa insolita che qualche bambino si addormenti ai piedi dell’altare, per terra, e qualche adulto chiuda gli occhi per ascoltare con più attenzione…

La nostra giornata all’aldea è terminata e si è rivelata ricca di contenuti non solo umani ma anche  oserei dire spirituali… Come degna conclusione di una giornata tanto intensa dobbiamo affrontare il lungo viaggio verso Dolores: Padre Ottavio, las Hermanas, Francesca e Alberta dentro il fuoristrada, mentre io, Laura e Monchito, il Catechista dell’Aldea, fuori nella palangana assieme a quattro quintali di mais… Inutile dire che quando siamo rientrate a casa alle 22.15 eravamo “stracotte” ma ad attenderci abbiamo trovato la calorosa accoglienza dei nostri amici e compagni in questa splendida avventura guatemalteca ed uno spezzatino buonissimo… In questa serata speciale gli uomini del gruppo sono stati davvero fantastici hanno anche lavato i piatti…

Oggi piove ininterrottamente dalle 6 del mattino, ora sono quasi le 18… Ho quindi potuto dedicarmi alla stesura di queste righe dilungandomi forse un po’ troppo, spero di non avervi annoiato troppo…

Un caro saluto a tutti gli affezionati lettori di questo diario, ciao Rosa Maria

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