terzo invio: 2 - 8 marzo 2008
Missioni

Riceviamo una quantità enorme di vostre lettere relative al nostro diario: siamo felici che tanti con piacere ci leggete e così partecipate alla nostra esperienza e... sognate. È bello comunque sognare, ma, a costo di ripetermi, vi aspettiamo qui e non solo... per posta. Un caro abbraccio e tanta voglia di vedervi. p. Alberto

Sabato 8 Marzo 2008 Ecco arrivato il mio turno.....ossia MARA Sono le ore 21, ho appena finito di cenare e approfitto di questo momento di pausa per raccogliere parte degli avvenimenti più significativi di questi ultimi giorni. Inizio dal fatidico 26 febbraio giorno di partenza da Cagliari con volo programmato alle ore 06,20. La nebbia incontrata lungo la strada per l'aeroporto è stata la prima di una lunga serie di preoccupazioni. Ma se proprio devo essere sincera, ho pensato che dal momento che questo non era un viaggio di piacere, ma qualcosa di più profondo sarei comunque arrivata a raggiungere la mia meta, ossia Dolores del Petèn in Guatemala. Ebbene...ci sono arrivata!!!!! Io sono stata la prima del gruppo formato da Padre Alberto, mio fratello Franco e sua moglie Rita e l'infaticabile Mario, a perdere l'aereo di coincidenza con Madrid e poi Città del Messico. Dico la prima, perché io partivo separata dal gruppo, essendomi "accodata" successivamente. Se ora sono qui a raccontare questa mia esperienza meravigliosa devo ringraziare Simone, uno stuart di terra della compagnia Alitalia che ha fatto in modo che io partissi. Il giorno 27 mattina sono arrivata a Città del Messico, e la sera mi ha raggiunto il resto del gruppo. In questa città ho conosciuto Araceli, suo marito Pedro e la loro figliola AnnaXimena, amici di Padre Alberto; persone splendide, affettuosissime, sono rimaste con noi tutto il giorno e ci hanno accompagnati a farci visitare la "Piramide Maya", maestosa e ricca di fascino: consiglio a tutti quelli che mi leggeranno, di andare a visitarla. La giornata è continuata all'insegna del piacere, con la visita alla Cattedrale di Santa Maria di Guadalupe, dove il nostro caro Padre Alberto ha "celebrato" una messa solo per noi.

 

Il giorno successivo abbiamo preso l'aereo per Cancun, e all'aeroporto ci aspettava Romeo con sua moglie Nidia. Abbiamo così iniziato il lungo cammino per il Guatemala. Non mi soffermo sui particolati perché penso che già qualcun altro del gruppo abbia raccontato l'ennesima disavventura. Finalmente il giorno 1 Marzo alle ore 21 circa siamo arrivati alla nostra meta: Dolores. Ma non siamo potuti entrare in casa perché Padre Alberto non aveva le chiavi, e mentre aspettavamo che Padre Giorgio le portasse, abbiamo provato ad aprire con quelle del cancello della mia casa di Cagliari e......miracolo!!!! Hanno aperto!!!! Abbiamo finalmente messo la parola fine al viaggio ...almeno per l'andata.

Domenica 2 Marzo Padre Giorgio ha celebrato la messa alle ore 10. Da parte mia è stata particolarmente sentita. Uno strumento musicale (la marimba) ha accompagnato i canti e anche io ho cercato di seguire nonostante la mia voce altamente stonata. Ma questo è irrilevante, perché il sentimento che ho provato durante questa funzione religiosa, mi ha ripagato abbondantemente dei disagi dei giorni precedenti. Padre Giorgio è stato molto carino nei nostri confronti perché ci ha presentato ai partecipanti alla messa dicendo di noi delle belle cose che sono state commoventi.

La città di Dolores e i suoi abitanti mi hanno particolarmente colpita; la povertà si respira a ogni angolo di strada, nelle case e si vede non solo nel modo di vestire, ma anche dagli sguardi delle persone. Lunedi 3 marzo Abbiamo iniziato tutti a lavorare!!! Preparato e suddiviso in scatole alimenti, vestiario, medicinali e altre cose arrivate con un container per distribuire ai poveri. Martedi 4 marzo Abbiamo iniziato a dare una mano di pittura alle pareti della casa. Mario ha anche aggiustato tutte le varie perdite d'acqua da lavandini, rubinetti, docce ecc. Nel pomeriggio abbiamo visitato l'aldea Centro Maya. Ci ha accompagnato in questa esperienza Suor Lucia. Persona dolcissima, affettuosa, caritatevole e quanto di meglio si possa pensare di una persona. So che avrà un posto particolare nel mio cuore. Questa esperienza è stata particolarmente emozionante.

Abbiamo visitato una scuola dove le ragazze imparano a cucire a macchina, ci hanno mostrato con orgoglio i loro lavori. e hanno ricevuto con gioia i tessuti che abbiamo portato. Ai bambini abbiamo portato delle caramelle e penso sia inutile descrivere la loro felicità. È stato impressionante vedere quanto poco sia bastato per vedere una luce diversa nei loro occhi quando hanno visto le caramelle. Per loro è stata anche grandissima gioia vedere le loro immagini nella mia macchina fotografica. Quella che in un primo momento è stata diffidenza si è tramutata successivamente in una ripetuta richiesta di essere fotografati. Termino qui la mia prima parte del diario che ho dovuto cercare di ridurre la massimo... per non annoiare troppo chi mi leggerà. Un grazie particolare a Padre Alberto che ha fatto sì che io potessi vivere questa esperienza che si aggiungerà ai ricordi più significativi della mia vita.

Sono Rita, buon giorno a tutti (da noi sono le 8 del mattino) e voi avete quasi digerito. Vi avevo promesso di riscrivervi, ma per me è quasi diventata più una necessità che il mantenere una promessa. Solo che mi sembra necessario che anche gli altri vi raccontino la loro esperienza ed allora mi metto in coda e in questo momento sto mettendo a fuoco le notizie da darvi e riportarvi, per me, le notizie più significative. A parte l'esperienze alle aldee (di cui vi racconterò) ho vissuto tra sabato e domenica due giornate molto intense psicologicamente. L'altro ieri (sabato 8 marzo) siamo stati a Tikal in una giornata non troppo bella dal punto di vista meteorologico. Sveglia all'alba (si doveva partire alle 6 accompagnati da Romeo) per arrivare entro le 9 a Tikal dove ci aspettava Nixon - una giuda turistica allievo di Padre George - e poter dedicare gran parte della giornata alla visita del sito archeologico (invece siamo partiti con l'ora guatemalteca, cioè in ritardo). Vi ripeto la giornata non era delle migliori - la sera prima aveva diluviato e fatto molto vento - il cielo era grigio e non prometteva nulla di buono, la temperatura si era abbassata. Tutto sommato - dicevano i nostri compagni che ci avevano preceduti lo scorso anno nella visita - era meglio così perché non avremo sofferto molto il caldo.

Insomma troviamo Nixon, un ragazzo dai tratti tipici del maya, piccoletto con una bellissima coda di cavallo, il quale, attraversando le varie bancarelle di tipicos, poste all'ingresso del parco, comincia a raccontarci tutto di Tikal. Il paesaggio è splendido anche se un pò in ombra, Padre Alberto mi sprona a fare le fotografie con la sua macchina fotografica, ma io non ci riesco; cerco di assaporare quella serenità che mi circonda, ma in fondo in fondo non sono tranquilla, c'è sempre qualcosa che non va. Padre Alberto, che ormai conosce bene le persone di cui si circonda, capisce il mio stato d'animo, per la verità mi aveva esortato più volte a esprimermi, ma forse non era mai il momento opportuno; e così cominciamo a parlare, non un discorso lungo, ma poche e significative parole che mi hanno ridato luce. Lo avevo detto precedentemente, non so se cambierà qualcosa, per il momento qualcosa è cambiato.

La parte successiva della giornata è trascorsa tra una "scalata" alle piramidi ed un'altra, ma a quel punto mi sembrava proprio di toccare il cielo con un dito. Ricordavo le bellissime fotografie che voi che mi preceduto qui, avete fatto ai fiori, ai pappagalli, alle scimmie e se prima ero dispiaciuta per non aver potuto vedere questi animali, ora andava bene così (zia Anna ti ho pensata tanto e immaginavo il tuo "che bello!!!!!!!!!!!!!!). Abbiamo pranzato sui tavoli di legno con le cose portate da casa, ma a Romeo ed a Nixon "gusta mucho" la carne in scatola (3 scatolette a testa) e forse si sono limitati solo per pudore (Romeo poi oltre ad essere una persona splendida, è anche una ottima forchetta). Mi sento meglio, con una grande voglia di piangere... di gioia (chi mi conosce sa e spero di potermi far conoscere da tutti voi) ed ho pensato a tutti voi ma in particolare a mia mamma e a mio papà persone meravigliose che mi hanno insegnato a voler bene. Poi dopo le quattro e dopo aver cercato nelle bancarelle qualche cosa da portare a casa - abbiamo desistito perché i prezzi erano alquanto salati - siamo andati a trovare le Suore Dominicas di Flores.

Suor Marcela in testa ci ha accolto molto calorosamente e ci ha accompagnati a vedere le bambine più piccole (dai 2 ai 13 anni), le altre erano fuori per lavoro. Quasi tutte si nascondevano dietro le Suore o le assistenti, solo qualcuna più intraprendente, si fa per dire, si avvicinava e ti chiedeva il nome. Non c'è voluto molto a prendere confidenza: Francesco e Mara con le fotografie, Mario ed io con il gioco poi le caramelle hanno completato il miracolo. È bastato sollevare le bambine per aria o fare loro il solletico, per trasformare la serietà in sorrisi, in desideri di coccole e di protezione. I fotografi hanno avuto il loro bel da fare, scattando decine e decine di foto, noi non abbiamo smesso un attimo di giocare - io e Francesco ci siamo cimentati anche nel basket, ma la loro vitalità e caparbietà ci hanno messi subito KO. Le bambine erano raggianti e ci hanno abbracciato e salutato sino a quando il cancello si è richiuso dietro il nostro pulmino. Come hanno messo in evidenza le ragazze che ci hanno preceduto lo scorso anno, la necessità di affetto di queste creature è molto grande nonostante che le Suore elargiscono loro grande serenità e amore.

Purtroppo e a malincuore dobbiamo lasciare la casa delle suore per andare all'aeroporto per fare i biglietti da Flores a Città del Messico. Non abbiamo intenzione di rifare in pulmino il massacrante viaggio di ritorno attraverso il Belize e così abbiamo deciso per l'aereo (ulteriore inconveniente e salasso). Poi, siccome era la festa della donna - auguri anche se in ritardo a tutte Voi - con Mara abbiamo deciso di offrire la cena a tutti. È arrivata anche Nidia molto contenta di stare con noi e con suo marito in questa occasione. Il piatto unico - carme di diverse qualità con verdure arrosto e chili (peperoncino), chili, chili... a volontà per chi lo vuole - ha soddisfatto tutti i commensali con la modica spesa totale di 400 quetzales (circa 40 nostri euro). Abbiamo terminato la serata a casa per un brindisi finale e con una quasi ciucca di Romeo che ha mescolato il rum, un bel bicchierozzo, con... il fil'e ferru (pitticca sa bomba!!). Domenica 9 marzo tutti a Messa celebrata da Padre Alberto con una grande partecipazione di popolazione. E ho toccato per la seconda volta in due giorni il cielo con un dito. Moltissima emozione, tanta speranza e tantissimi propositi, desidero veramente che l'aiuto di qualcuno continui ad essermi vicino per tantissime cose. Qui è tutto da vivere... non riesco ad esprimervi tutto quello che ti può passare per la testa, sono emozioni personali molto coinvolgenti e mi auguro che anche voi abbiate l'opportunità di viverle.

 

Poi, dopo il pranzo offertoci dalla vedova di Mario di Poptun (vi ricordate amici, quel signore che vendeva il vino e che lo scorso anno è morto) siamo andati a visitare le vasche di Las Monjas dove abbiamo fatto tantissime fotografie ad un paesaggio anche questo veramente "beatificante"; ci trovavamo in un complesso turistico dove il fiume formava delle cascatelle immerse nel verde della vegetazione: che pace.

 

Mi chiederete e le aldee ???? Vi parlerò di questo domani, altrimenti vi annoio, poi oggi Mara deve preparare le valige perché domani mattina è in partenza per rientrare in Italia ed inoltre questa sera a cena saremo in 14 - 4 Suore, Padre Enrique con Demetrio, il suo Parroco, e Nazareno, prossimo sacerdote, Romeo e Nidia con due bambini più noi 5 - una bella cambarara. Francesco questo pomeriggio dovrà andare a prendere il "pescado" in una aldea con Gigi e Suor Lolita e speriamo di concludere in bellezza questa esperienza di Mara. Non vi dico nulla di Mario perchè non ho parole per esprimere la sua bontà, la sua dedizione, il suo impegno, il suo grande sorriso in ogni circostanza, doti che hanno tanto da insegnarci. Scusatemi per la lungaggine. Hasta luego e bacioni a tutti Rita

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