primo invio
Missioni

Siamo partiti da Cagliari il 9 marzo 2009, lunedì

Dolores 16 marzo, lunedì

Carissimi, dopo un viaggio dove (finalmente!) è filato tutto liscio, martedì 10 marzo siamo arrivati a Città del Guatemala. Abbiamo preso alloggio presso le super accoglienti suore domenicane di San Sisto che sono venute pure a prenderci all’aeroporto. Abbiamo trovato vecchie conoscenze e un’accoglienza tutta sorridente. La Madre Gabriella, che ha doppiato i 92 anni ed è felicemente avviata verso nuovi compleanni. Abbiamo condiviso la mensa con le suore e poi, per il pranzo del mercoledì 11, tutti invitati da Paolo e Laura. Paolo è il responsabile della compagnia di navigazione che ci ha regalato i vari containers che abbiamo inviato qui. È di Genova e la sua moglie Laura è di Guatemala e li ho uniti in matrimonio io lo scorso settembre. È stato un pranzo squisito, nello stile Guatemalteco: la cuoca (Laura) è stata promossa a pieni voti!

Roma, S.Maria sopra Minerva
Aeoporto Fiumicino
a casa di Paolo e Laura

Giovedì mattina 12 marzo, alle 10, partenza per Dolores (il paese dove abitano i nostri missionari padre Giorgio e padre Ottavio). Alle 0re 11 siamo arrivati all’aeroporto di Flores. Ci aspettavano il padre Ottavio, il padre Giorgio con tre giovani e il nostro amico Romeo con un pulmino nuovo fiammante. Fermata a un grosso supermercato per le spese iniziali e poi via rumbo a Dolores. Quest’anno la nostra esperienza comincia con quattro persone. Rita e Franco: coppia che già conoscete, Giuseppe (noto Pino, qui Chepe), nuovo compañero e, io. Aspettiamo l’arrivo di altre due per completare la “spedizione”. Chiaramente il viaggio è stato stancante, ma quando sì è aperta la porta della “nostra” casa, ci siamo sentiti tutti molto meglio e la stanchezza ha ceduto il posto alla gioia. Finalmente ho visto la champa che avevamo lasciato detto di costruire: è bellissima e accogliente e in questi giorni ho passato molto tempo alla sua ombra! La sera abbiamo anche celebrato la santa Messa sotto di essa. Ci siamo organizzati per il pranzo, invero abbondantemente preparato da Gigi (il fratello del padre Ottavio) e poi, via a prendere possesso delle nostre camere e a organizzarle secondo i nostri gusti. Il padre Ottavio è rimasto a Flores dove sta preparando per la consacrazione del nuovo Vescovo del Pétén Mons Mario Fiandri, di Arborea. Questo impegno – lui è attualmente il responsabile della Diocesi: si dice provicario – ce lo terrà lontano fino a domenica all’ora del pranzo e poi per tutta la settimana: la consacrazione e l’ingresso del nuovo vescovo sono infatti fissati per sabato 21 marzo e ci saremo anche noi. Non essendo tra noi il p. Ottavio, sono bloccate le visite alle aldee (i villaggi) e questo rende la nostra vita un poco monotona: aspettiamo con ansia che Ottavio sia in permanenza tra noi.

Città del Guatemala, chiesa di san Domenico

Cattedrale

Sabato 14 abbiamo celebrato in Parrocchia: la chiesa è stata completamente restaurata in occasione dei suoi 300 anni! Pare che l’abbiano costruita i Domenicani (nel 1708) come stazione missionaria per alloggiare i missionari che da qui andavano ad evangelizzare i villaggi del Pétén. Alla fine della Messa Ci è venuta incontro, con uno splendido sorriso, Clarivel: la studentessa universitaria adottata dalle terziarie domenicane di Cagliari. Era felice. Ci ha accompagnato a casa, insieme con una sorellina, ci ha detto che il suo andare a scuola procede bene ed abbiamo fissato con lei perché ci venga a tenere lezioni di spagnolo che oggi alle 16 incominceremo.

Alla Messa di domenica 15 abbiamo incontrato la popolazione che ci ha fatto festa, ho presieduto l’Eucaristia concelebrata con il padre Giorgio ed ho fatto l’omelia senza foglio ma a braccio. Sembra che sia andata bene, grazie a Dio. Il pomeriggio Franco è andato con il p. Ottavio a Suculté, un'aldea dove vogliamo dare una mano a costruire la chiesa. Al suo ritorno Franco ci ha raccontato che della chiesa sono già costruiti i muri perimetrali e il tetto: che bello! Gli altri siamo andati con Romeo e parte della sua famiglia a Las Monjas: una splendida località lungo il fiume Machaquilà, dove tante vasche naturali di calcare rendono possibile fare bagni e stare in un luogo veramente ameno. Come avete letto, l’assenza del padre Ottavio da Dolores, penalizza molto la possibilità di nostro lavoro qui perché alle aldee, senza di lui saremmo solo la presenza di turisti, ben diverso è quando è il padre ad accompagnarci. Sono andato a vedere la posta ed ho trovato vostre lettere che chiedono di cominciare questo diario: grazie. Speriamo che continuiate a scriverci e, anzi, che incrementiate la vostra corrispondenza con noi che, internet permettendo, risponderemo. Un messaggio di Franco e Rita vi arriva insieme a questo primo messaggio, con le loro riflessioni e impressioni. Ora, un caro saluto a tutti voi da tutti noi.
Padre Alberto

Dolores 13 marzo 2009 Holà yo soy Francisco. Eccomi a tutti voi con l’inizio della nuova avventura guatelmateca 2009. Per prima cosa, notizie sul viaggio che, questa volta, a parer mio è andato molto bene. Pochi intoppi, anzi, quasi nessuno o di scarso rilievo. Siamo partiti dall’Italia il giorno 9 e, come da programma, abbiamo passato due giorni a Città del Guatemala sia per salutare le Suore che ogni anno ci offrono la loro gentile disponibilità per ospitarci, sia per andare a trovare Paolo e Laura, due ragazzi fantastici, lui italiano, lei Guatemalteca con tanti interessi, oltre che architetto è anche pittrice e disegnatrice di gioielli. Paolo è quello che, ogni anno, con grande attenzione, premura e disponibilità, si prodiga per fare in modo che il container, preparato a Cagliari da tutti i volontari del Centro Domenicano, arrivi a destinazione sano e salvo. Siamo stati loro ospiti a pranzo, tutto buonissimo, gustosissimo e ricco di colori. In Guatemala una delle cose che ti catturano sonole esplosioni di colori intensi, luminosi e allegri. Sento ancora il gusto intenso di una meravigliosa macedonia di frutta esotica che Laura ha preparato in grande quantità.

La sera, presso le Suore, cena frugale e a letto presto per essere svegli e “riposati” alle prime luci dell’alba pronti per la partenza verso Flores dove, quando siamo arrivati, abbiamo trovato ad attenderci tutti i nostri cari: Padre Ottavio, sempre molto frenetico, alle prese con i preparativi per l’insediamento, il 21 di marzo p.v., del nuovo Vescovo Mario Fiandri; Padre Giorgio che, per venire a salutarci, è arrivato in compagnia di tre studenti del “coleghio” incurante del fatto che, essendo noi già in quattro e ognuno con due valigioni al seguito, avremo avuto problemi di capienza nel pullmino di Romeo. È risaputo, P. Giorgio è eternamente con la testa fra le “sue nuvole”. Insieme a P. Giorgio una sorpresa, Alfredo, quel ragazzo a cui, la mia prima volta in Guatemala, avevo regalato le scarpe, quest’anno a fine agosto arriverà in Italia per studiare all’Università, ospite di una famiglia a Sassari. L’impatto col caldo di Flores ci ha subito riportato alla realtà locale, facendoci dimenticare il freddo della nostra Sardegna. Prima cosa da fare, come ogni anno all’arrivo, è il passaggio in un supermercato, l’unico della zona, per le spese di prima necessità e, poi stipati nel pullmino messo a disposizione dal sempre gentilissimo e disponibile Romeo, siamo partiti alla volta di Dolores.

Aeroporto di Flores
la nostra casa

Oggi, mentre scrivo, è già venerdì 13 marzo, siamo a Dolores nella casa che, oramai si può dire, sentiamo “nostra” nel senso che avendoci fatto tanti lavori la sentiamo come una cosa nostra. A questo proposito aggiungo che, quest’anno, la mancanza di Mario si sente. Con noi, Pino, una “new entry” che così dalle prime impressioni risulta essere una persona squisita, disponibile a tutto, sempre attento e pronto ad intervenire su ogni cosa. A Pino un caldo benvenuto nel gruppo. È auspicabile che ogni anno altri possano aggiungersi a questo progetto affinché molti possano sperimentare situazioni che sicuramente danno crescita morale. Spero per il prossimo anno di riuscire veramente a coinvolgere degli alpini che vogliano avere una esperienza di vita importante. Al nostro arrivo a Dolores, appena scaricati i bagagli e preso possesso delle camere, abbiamo visto la bellissima realizzazione di una “champa” a copertura dei sedili che lo scorso anno, insieme a Mario, abbiamo realizzato. A distanza di un anno devo proprio dire che l’idea di farli è stata vincente e infatti proprio P. Alberto, pare che apprezzi, tanto che con il suo portatile è sempre lì sotto al fresco. Rita per contro, non si smentisce, non si ferma un minuto… contenta lei… Io dico che ogni tanto ci si potrebbe anche fermare un attimino… Oggi aspettiamo che P. Ottavio rientri da Flores in modo tale che tutti insieme possiamo fare un programma di prossime attività da qui al 21 p.v. giorno in cui, a Flores, presso la Cattedrale verrà insediato il nuovo Vescovo. Con lui qui in Pétén i Religiosi sardi sono tre. Il nuovo vescovo è un Salesiano che arriva da Arborea. Un abbraccio e un arrivederci, su questo diario, a tutti coloro che aspettano nostre notizie e che con piacere ci dedicano le loro attenzioni.
Francisco

Olà soy Rita, per chi non mi conosce ancora, la esposa de Francisco. Vi presento intanto il nostro gruppo: 3 veterani (l’insostituibile P. Alberto che anche quest’anno con grande disponibilità e precisione ha organizzato il viaggio, Francesco alla sua 3^ esperienza, io ed un neofita Giuseppe – Pino per gli amici poi gli troveremo l’appellativo spagnolo - persona che ho trovato “buona” sin dal primo incontro. Del nostro viaggio sapete già tutto, comunque io vi racconto qualche mia considerazione. Innanzi tutto vi devo dire che per quanto P. Alberto ci abbia raccomandato di non superare il peso di Kg. 23 per valigia (due per ciascuno), tutte 8 hanno pesato di più e non posso dirvi quanto pesavano i bagagli a mano pieni di caramelle e di caffè. Però questa volta tutti hanno chiuso……tutti e due gli occhi specialmente a Roma quando un giovane addetto italiano della Iberia non ha guardato nemmeno la bilancia nel momento in cui P. Alberto gli ha detto che eravamo diretti in una missione in Guatemala. A Città del Guatemala poi una Signora della Taka (linea aerea guatemalteca) – intrattenuta precedentemente da Nelson, un allievo di P. Giorgio addetto di quella compagnia – ci ha lasciati passare nonostante il peso delle valige non dovesse superare i Kg. 22. Quindi problema bagagli superatro alla grande. Speravamo inoltre di non avere gli inconvenienti dello scorso anno (ritardi, soste non previste, spese dissanguatrici e pochissima disponibilità delle persone) e siamo stati un po’ tesi durante tutto il viaggio (Pino, essendo la prima volta, forse non si è neanche reso conto dei nostri pensieri e la sua serenità ci ha aiutati). A Roma, dopo aver visitato la chiesa dei P. Domenicani e fatto un giretto per la città, abbiamo apprestato una cenetta frugale in compagnia di P. Daniele e P. Andrea che vi salutano tanto tutti. L’indomani mattina – 10 marzo - sveglia alle 4,30, taxi alle 5,30, alle 8,00 partenza per Madrid, 12,05 volo verso Città del Guatemala. Durante questo ultimo tragitto abbiamo avuto i posti assegnati separati ma comunque ci siamo cercati e tra un sonnellino e l’altro, un pranzetto, una merendina, sono passate 13 ore di volo. A Guatemala ho ritrovato quello che l’anno scorso avevo lasciato con tanta nostalgia e che per tutto l’anno mi ha accompagnata: i grandi occhioni neri dei bambini. Ogni volta che ci pensavo mi veniva la pelle d’oca (anche adesso) e sono stata molto contenta di aver potuto realizzare anche quest’anno la mia esperienza. A casa delle Suore Domenicane abbiamo trovato la gioiosa accoglienza delle “Hermane” e delle “Postulanti” (40 in tutto). Suor Gabriella (93 anni fra qualche mese) – una sarda da tantissimi anni in Guatemala – inferma ed accudita amorevolmente da tutte le altre Suore, ci ha raccontato delle sua preoccupazione per una Consorella di 40 anni colpita da un male incurabile e per la quale sono indispensabili cure costosissime visto che in Guatemala la sanità è a pagamento.

Las monjas

L’indomani mattina (11/3) alle prime luci dell’alba ci hanno svegliato le risa ed i giochi dei bambini che un pullman va a prendere nelle aldee (villaggi per chi non fosse ancora pratico della terminologia locale) per portali a scuola (sono più di 300 tra scuola materna, elementari e media). Di Paolo e Laura – due squisitissimi e disponibilissimi ragazzi sposati a settembre dal nostro grandissimo anfitrione . - vi ha già parlato Francisco. La sera alle 18,00 P. Alberto ha celebrato la S.Messa nella Casa alla presenza di tutte le Suore e le Postulanti e si è pregato per tutti: per voi che ci seguite con tanto affetto nel nostro viaggio, per gli infermi, per le nostre intenzioni e per noi che abbiamo affrontato questo viaggio. Dopo cena abbiamo consegnato a Suor Luigina – una Suora della provincia di Vicenza da più di vent’anni in Guatemala – le caramelle portate dall’Italia che sono state distribuite tra tutte le presenti e conservate per le assenti e che sono state graditissime. Tutte queste Suore hanno qualcosa da raccontare, peccato perché il tempo è sempre tiranno, ma soprattutto perché la comprensione del mio spagnolo e la conseguente dialettica lasciano molto a desiderare. All’aeroporto di Città del Guatemala per la prima volta ci hanno perquisito il bagaglio a mano: P: Alberto è passato liscio, a Pino hanno sequestrato una saponetta, a Francisco un rotolino di nastro isolante già cominciato ed a me gli odori – alloro e rosmarino – che la mia amica Franca mi aveva portato all’ultimo momento in aeroporto. Comunque tutto è andato bene. Al nostro arrivo a Flores abbiamo trovato i nostri Amici che ci attendevano. I ragazzi di P. Giorgio – che ha una scuola per Operatori turistici – non li conoscevo ancora – ma mi hanno fatto un’ottima impressione: sono ragazzi studiosi uno frequenterà la facoltà di Architettura, uno quella di Agronomia e uno quella di Scienze Ambientali. Mi sono sembrati ben determinati ad imparare bene l’italiano ed abbiamo cominciato subito la “scuola” reciproca.
Rita

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