26 - 28 gennaio 2006
Missioni

26 gennaio giovedì
Siamo ancora alle prese con la documentazione del container.

La mattina sono andato alla “nostra” casa: la pavimentazione procede bene e abbiamo deciso di mettere il marmo sulla soglia delle stanze.

Ho fatto rilievi e misure per disegnare una mappa reale della casa perché, come vi avevo già detto, sono state cambiate alcune cose, e così Alberto De Santis o Alberto Uccheddu si divertiranno a rifare per bene la mappa, come è di fatto.

Oggi non sono andato a Poptùm, ma ho preparato tutta la documentazione richiesta: ci ho messo tutta la sera: spero che finalmente sia tutto o.k.

27 gennaio venerdì
Prestissimo la preghiera del mattino e poi via a Poptùm per spedire il frutto del mio lavoro a Paolo e a J.Alberto.

Tutto funziona benissimo e così ho modo di leggere la vostra posta (grazie) e di spedirvi i giorni precedenti del diario. Si sono aggiunti al già lungo elenco dei destinatari di questo diario anche altri amici che, scrivendomi mi hanno dato la possibilità di avere il loro indirizzo.

Oggi c’è la famosa convivenza di cui vi ho parlato. Sono convocati tutti gli agenti responsabili della pastorale parrocchiale. Sono stato da loro all’ora di pranzo: riso in bianco e verdure con carne macinata (di cui sono ghiotto, come ben sapete!) Ho mangiato tutto scrupolosamente.

Questa sera ci sarà una concelebrazione al Centro Poliformativo. Domani v’informerò meglio di tutto il movimento di questa convivenza. I Laici qui sono davvero agenti, cioè agiscono, sono corresponsabili della crescita, e non solo religiosa, del popolo di Dio.

Notiziario casa. Prima di andare a Poptùm, come detto sopra, mi sono fermato da Francisco, abbiamo avuto uno scambio di opinioni su come mettere a dimora le soglie di marmo e poi ci siamo lasciati proponendo di vederci il pomeriggio.

al centro poliformativo Santo Domingo de Guzman
 

Al pomeriggio sono stato alla casa, sono stato con gli operai e Francisco, abbiamo sistemato meglio qualcosa e mi ha ringraziato perché il marmo, messo così come gli ho suggerito io, va meglio.

Alla fine ho invitato Francisco a bere una birra. Mi ha detto che era la sua prima birra perché lui beve solo acqua pura e che però l’avrebbe assaggiata volentieri perché qui tutti bevono, anzi si ubriacano in modo assurdo di birra: dovrà quindi avere un buon sapore! Ha bevuto il suo bicchiere senza fare storie, anche se, per metterlo a suo agio gli ho detto che poteva fare a meno di berlo o comunque di finirlo. Poi ci siamo salutati asta mañana. Ora ho uno scrupolo: non vorrei avere iniziato Francisco al bere: speriamo che la birra bevuta da me sia stata la prima e anche l’ultima.

28 gennaio sabato
Oggi è la festa di san Tommaso e ieri ho letto un messaggio del p. Giancarlo che mi dice che a Cagliari i padri di san Domenico si sono organizzati per predicare il triduo della festa e che è stata una cosa molto bella. Sono molto contento per queste notizie.

Ieri Francisco mi aveva detto che oggi avrebbero lavorato. Non si è visto nessuno. Speriamo bene. Devo aspettare a lunedì o martedì (perché lunedì dovrei essere fuori) per conoscere il risultato della… birra.

Ho partecipato alla convivenza degli agenti parrocchiali di pastorale. E’ stata una bella esperienza e ieri sera alla santa Messa concelebrata, il p. Ottavio ha voluto che dicessi anche io qualcosa ai convenuti. Ero molto emozionato. Ho messo tutta l’attenzione possibile per non dire cose strane in spagnolo (ho dovuto infatti parlare in spagnolo). Tutti stavano attentissimi, anche per aiutarmi nella mia evidente difficoltà. Ho da sempre sognato che anche da noi ci siano tanti laici impegnati. Abbiamo fatto insieme, al Centro Giovanile di Selargius, anche dei corsi specifici (e spero che se ne possano fare ancora!): qualcosa l’abbiamo raggiunta, in verità, ma si può fare sicuramente molto di più.

Una cosa che vi farà “piacere”: per la lettura alla messa c’è stata l’attesa del vado io, no vai tu, speriamo che qualcuno si muova…proprio come da noi al Centro Giovanile. Sono convinto però che mal comune non sia mezzo gaudio, anzi…

Torniamo a noi. Queste persone che partecipano alla convivenza hanno lasciato il loro lavoro dei campi o artigianale, hanno fatto vari km a piedi o con mezzi di fortuna (!), si sono bagnati fino alle  midolla, perché qui sta piovendo, e molto, tutti i giorni (e le notti) e, per gli abitanti del luogo, sta facendo freddo.
E perché sono venuti qui? Perché gli preme Gesù Cristo e la sua Parola, perché si sentono salvati, perché sono chiesa.  Tra loro ci sono persone che non sanno né leggere né scrivere, però credono (=vivono) Gesù Cristo, sulla propria pelle ed esperienza.
Mi sono sentito piccolo piccolo e sono stato costretto a guardarmi dentro…

Sono questi i momenti in cui sai che essere qui ha un senso, che il tuo sacerdozio merita di essere speso bene, che…

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