14 aprile 2011
Missioni

Comincio il quarto diario dopo un momento di defaillance interiore. Infatti mi era venuta l’idea che le nostre notizie non interessassero più di tanto (preciso che si trattava solo di una mia riflessione) e che forse in qualche modo potessi annoiarvi. Ho pensato che nonostante cercassi di descrivervi la realtà dura e assurda con la quale ci si scontra tutti i giorni, probabilmente non sono abbastanza bravo a trasmettervi questa vita, fatta anche di sensazioni e di emozioni, e non riesco a farvela percepire nella sua interezza e quindi a farvela sentire con la stessa intensità con la quale noi la viviamo. Penso ai nostri amici appena arrivati e che condivideranno con noi le esperienze dei prossimi giorni. Non vi parlo di P. Alberto perchè tutti sappiamo chi è e tutti conosciamo la sua forza. È arrivato Paolo, il marito di Lilli, che mi pare peggio di me per quanto riguarda iperattività. Ha un grandissimo difetto (per me ovviamente): è un accanito fumatore. Sua moglie Lilli invece è una persona dolce e sempre disponibile, ma anche lei fumatrice, per fortuna meno accanita di Paolo, insomma degli amici ai quali cercheremo di trasmettere le nostre esperienze e le nostre conoscenze e che per tutto il mese di aprile apriranno… gli occhi sul Guatemala. Nei giorni scorsi è finalmente arrivato il container. Rita sicuramente vi ha già parlato delle varie peripezie che sono occorse prima di essere a nostra disposizione.

In questo quarto invio vi voglio parlare di una “urgenza” che si è presentata e che P. Ottavio ci ha prontamente comunicato. Si tratta della copertura della scuola del Barrio San Andres. Tanto per rifare un poco di storia all’indietro la scuola di cui parlo è molto vicina a Dolores, si trova nell’immediata periferia, dove la strada asfaltata termina e comincia quella bianca e sconnessa, e quando passano le macchine a tutta velocità si solleva un polverone che impiega diverso tempo a diradarsi, dove le capanne sono quasi tutte ancora coperte con il guano, dove le fogne a cielo aperto ammorbano l’aria con i loro fetori e dove i maiali, le galline, le anatre ci sguazzano per trovare qualche cosa da mangiare.
Questo in poche parole è il Barrio San Andres. Due anni fa con Rita, Chepe e P. Ottavio siamo stati in quella scuola dove abbiamo consegnato tanti quaderni, penne e matite agli alunni che vanno da un’età di 6 anni e fino - più o meno - ai 12 anni. Il più o meno si riferisce al fatto che vista l’alta percentuale di analfabetismo presente non è raro trovare in queste scuole alunni in età da lavoro. La scuola è costituita da alcune capanne in condizioni veramente pietose (nel 2009 era stato dedicato un diario alla visita di quelle scuola e tante fotografie) ma poco più avanti a circa 500 metri c’è un’area nella quale da anni insiste un fabbricato al quale manca il tetto e le porte, nonché era necessario costruire i bagni (uno per i maschi ed uno per le femmine). Già l’anno scorso ci eravamo proposti con il nostro appoggio, ma l’alcalde - il sindaco - aveva promesso il suo intervento; nonostante i numerosi solleciti e le continue promesse, non aveva mai mantenuto la parola (non era ancora tempo di elezioni). Quest’anno P. Ottavio ci ha chiesto se avevamo la possibilità di contribuire a rendere agibile la scuola poiché il Comitato del barrio - circoscrizione era stanco di non avere risposte. Per noi è importante sapere quanto serve. Da un’indagine effettuata con P. Ottavio presso le “ferretterie - ferramenta” abbiamo saputo che per completare la copertura e rendere agibile la scuola, compreso materiale e manodopera, ci vogliono circa 28.000/30.000 quetzales equivalenti a circa 2800/3000 euro.

Prima di partire dall’Italia per venire qui in Guatemala, presso la Sede legale dell’Associazione PASSI per il Mondo, abbiamo fatto una riunione di Consiglio in cui abbiamo deciso di portare dei soldini - circa 5.000 euro - ricavati da donazioni, partecipazioni a manifestazioni organizzate dalla stessa Associazione e dal particolare e apprezzato contributo dei Coristi dell’Ente Lirico di Cagliari i quali con il loro concerto di Natale hanno consentito la realizzazione di questo piccolo progetto. Mentre vi scrivo, P. Ottavio mi ha chiesto di andare con lui per vedere a che punto sono arrivati nella posa del tetto. Lascio qui e riprendo al mio ritorno…

Con P. Ottavio ci avviamo a piedi per vedere lo stato di avanzamento dei lavori e con mio grande stupore e piacere ho potuto constatare che il tetto, a parte alcuni piccoli particolari, è da considerarsi ultimato e sono state aggiunte anche le porte. Inoltre i bambini potranno usufruire anche di un bagno decente. Non dovete pensare ad una scuola nostra: si tratta di una direzione, una cucina per preparare la refezione e di due aule che dovranno esaudire le esigenze di tutta la scuola. Le aule non bastano, ma con il tempo forse si potrà fare ancora qualcosa, al momento è importante che i bambini vengano tolti dall’ambiente poco idoneo nel quale ora vanno a scuola. Mi preoccupo di scattare delle foto che poi verranno messe sul diario e mentre ci accingiamo a tornare a casa P. Ottavio mi racconta che nei giorni scorsi, mentre fervevano i lavori, su quella strada è passato l’Alcalde, con tutto il codazzo di sostenitori e guardaspalle, mentre si recava in un’Aldea per fare la sua campagna elettorale. Si è fermato davanti alla scuola ed è rimasto molto meravigliato pensando che i lavori fossero stati portati a termine da un suo concorrente. È stato tranquillizzato (ne andava della sua faccia), ma pare abbia manifestato il desiderio di partecipare al taglio del nastro perchè così sarebbe apparso come compartecipante ai lavori, approfittando quindi per la sua campagna elettorale. Qui a Dolores ci sono diversi muri di case che inneggiano al suo operato. Chi vuole ottenere a basso costo la verniciatura della facciata della propria casa basta che chieda al Sindaco, ma poi deve accettare di vedere il proprio muro imbrattato da frasi inneggianti le qualità dell’Alcalde.
Al nostro rientro a casa (il caldo è insopportabile) troviamo Rita con Paolo e Lilli che nel frattempo erano andati a visitare il Museo di Dolores. I nuovi arrivati sono molto contenti della visita non soltanto per gli oggetti ammirati, ma soprattutto perchè hanno scoperto che questo Museo è l’unico in tutto il Peten (regione grande una volta e mezzo la Sardegna) creato a Dolores perchè è la zona con maggior numero di siti Maya.
Sempre a proposito di progetti realizzati dalla nostra Onlus PASSI possiamo ben dire di essere riusciti a mettere a segno due iniziative. La prima è quella di cui ho appena finito di parlare, l’altra è quella di contribuire quasi totalmente al rifacimento del muro di cinta del collegio di P. Giorgio (buttato giù da un camion guidato da uno in completo stato di incoscienza perchè ubriaco ma non assicurato) e le grondaie che dopo tanti anni hanno egregiamente assolto al loro compito. Per parlare di questa piccola realizzazione ho usato l’avverbio: “quasi” che definisce meglio la situazione in quanto i soldini portati dall’Italia e messi a disposizione sia per P. Ottavio che per P. Giorgio non sono stati sufficienti. Prima, in questo diario, ho accennato al fatto che per la realizzazione dei “progetti” abbiamo portato 5.000 euro così suddivisi: 1.500 per il muro del Collegio San Martin de Porres, 1.500 euro per aiutare Mixin a proseguire i suoi studi universitari e i restanti 2.000 per P: Ottavio da destinare alla copertura della scuola del Barrio San Andres. Come potete leggere, i progetti che con la nostra Associazione di cui Voi Soci siete parte attiva, non sono di quelli megagalattici, di quelli che, tanto per intenderci, iniziano e non finiscono mai, diventando così pozzi senza fondo assorbendo enormi quantità di denaro. Sono piccoli progetti che possono essere portati a termine con una spesa modesta – per noi – ma di grande utilità per la gente del posto che con il proprio impegno ed il nostro aiuto cercano di fare a meno dell’aiuto/ricatto degli enti pubblici. Per questo motivo in questo momento sento il desiderio fortissimo di rivolgere, a tutti coloro che ci leggono, un appello per aiutarci nella realizzazione di piccoli progetti come precedentemente raccontato. Questo, per coloro che capiscono e desiderano condividere con noi queste necessità, è possibile realizzarlo diventando soci della Onlus con un versamento minimo di 20 euro. Le modalità su come fare sono facilmente reperibili sul sito: www.predicazione.it . Per i progetti a cui mi riferisco, una “Unidad minima de salud” (un piccolo ambulatorio), una “Escuela rural” (una piccola scuola), portare l’acqua ad una di queste strutture, realizzare un piccolo ambulatorio, sono sufficienti 6/7.000 euro. La stessa cifra o poco più serve per realizzare una piccola Chiesa in muratura invece che in assi di legno e voi ormai sapete quale significato abbia per la gente del posto la Chiesa.
Come già detto c’è bisogno di tutto. Poiché sono in vena di proposte, rivolgo un appello a coloro che hanno la possibilità di conoscere dirigenti di Enti, Organizzazioni, Associazioni e quant’altro affinchè possano aiutarci nella realizzazione di questi “piccoli progetti”; mettendosi in contatto con noi, con l’Associazione PASSI per il Mondo.
Sono finalmente riuscito, tramite questo diario, a manifestare questo pensiero che mi ha assillato da cinque anni a questa parte. Tanti sono gli anni in cui, per due mesi, vengo a trascorrere il mio periodo di volontariato in Guatemala.
Ho speranze che a seguito di questo appello/invito, in un futuro prossimo, possano arrivare delle buone idee e nuove proposte. Per concludere queste riflessioni desidero informare tutti coloro che ci leggono che tutti gli “aiuti” che ci vengono inviati e spesi in favore del Guatemala sono riscontrabili e documentati presso i registri della nostra Associazione.
I giorni scorsi con P. Ottavio, durante tutta una giornata, sono stato all’Aldea di Xaan (Sciaan) dove erano previste diverse riunioni con i campesinos e con le mujeres; la giornata non era tanto bella nel senso che il caldo era come sempre opprimente ma in più, tanto per rallegrarci l’animo, si è aggiunta anche la pioggia a rendere più difficile il tutto. Le strade erano impraticabili a piedi pena affondare nel fango fino al ginocchio, ma per i vari animali da cortile era una pacchia perchè nel fango riuscivano a trovare qualche cosa da mangiare. In giro pochissime persone ma come al solito molti bambini che completamente incuranti della pioggia, sguazzavano allegramente nelle pozzanghere.
In questo preciso istante mentre vi sto scrivendo mi è giunta una notizia che devo per forza raccontarvi. Riprenderò il dialogo su Xaan non appena avrò finito di raccontarvi questa notizia su uno spaccato di vita locale.
Qui da noi nella casa è arrivata Maciel (Masiel), una ragazza di cui vi abbiamo parlato in altre circostanze precedenti, che fa l’insegnate e che da otto mesi non percepisce lo stipendio. Al momento gli insegnanti non vanno a scuola ad insegnare perché in “huelga - sciopero”. Maciel ci da una notizia “esplosiva”. Ci racconta che ieri presso l’Aldea di Yaltutù, anch’essa appartenente al comune di Dolores, alcuni operai dipingevano un muro con i colori di un candidato a diventare Alcalde di Dolores nelle prossime elezioni. Fin qui nulla di strano e/o particolare. Lo strano era che il nuovo concorrente era di un partito politico diverso da quello dell’attuale Alcalde.
Proprio perché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, in quel momento transitava di lì, con tutto il suo solito codazzo, “el Senor Marvin”, che nel’apprendere che esisteva un suo concorrente e nel vedere le persone che dipingevano il muro, non ha trovato niente di meglio da fare che sparare vicino ai piedi degli operai per intimidirli. A buon intenditor….
Per fortuna nessuno è stato colpito, qui la gente a quanto si sente non può fare niente che Alcalde non voglia. A questo punto non è dato sapere se la pittura del muro sia stata ultimata o meno.

Dopo questa bella notizia, ma si potrebbe continuare per diverso tempo su temi analoghi, ritorno all’Aldea di Xaan.
Una delle riunioni previste era per le mujeres che avrebbero appreso, con la collaborazione di Suor Angelica e Doña Roberta, a fare le “veladoras/candele” con della paraffina che P. Ottavio procura dalla Capitale a buon prezzo. Non vi parlo di questo perchè mi pare di ricordare che Rita, in un precedente diario, vi abbia già informato di questo e dell’obiettivo che si vuole raggiungere.

Mi piace raccontarvi invece di una “partita di calcio” che sta per iniziare visto che P. Ottavio ha lasciato a dei ragazzini la palla che si porta sempre dietro e che mi ha chiesto la cortesia di controllare perchè, visto lo scrosciare dell’acqua, la palla non “sparisca” travolta dai flutti. La partita verrà disputata in un campo realizzato per assolvere a diversi impieghi non ben definiti. È possibile che serva come campo da basket ma non ci sono i canestri, dovrebbe forse servire come campo da tennis, ma non esiste nessun segno evidente che possa far pensare ad impieghi così scontati. Secondo me l’impiego più plausibile è che possa venir utilizzato per il mercatino locale ma a questo punto qualunque sia il suo reale impiego, è importante parlare della partita di calcio che sta per iniziare. La pioggia continua scrosciante, sta piovendo così tanto che è proprio impensabile mettere il naso fuori dal sottotetto della casa da dove fungo da osservatore. I ragazzini si impegnano con grande foga; la furia dell’acqua crea rigagnoli che trasportano di tutto, bustine di plastica, pezzi di legno, pezzi di tubo di plastica e di gomma, bottiglie di Coca Cola e di Pepsi (qui la Pepsi va molto perchè costa pochissimo meno dell’acqua), insomma tutto ciò che si trova sparso in giro. Qui la raccolta differenziata non è ancora partita…

Intanto P. Ottavio è in giro con il Catechista e non potrà assistere ad un simile evento. I ragazzini sono pronti per iniziare, alcuni in mutande e maglietta piena di buchi dal colore non ben definito, altri con dei pantaloncini che devono aver conosciuto tempi migliori, altri vestiti di tutto punto ma scalzi, incuranti della pioggia che cade, altri con degli infradito o scarpe di diversi numeri più grandi. Uno di loro, quello che sembra il più grande, è quello che decide tutto. Un altro ha provato a fare delle rimostranze nel senso che proponeva come definire le squadre, ma il più grande invece ha fatto capire chiaramente che i componenti li avrebbe decisi lui. Iniziavano a volare parole sempre più accese tanto che se non fossi intervenuto io la cosa si sarebbe tramutata in una buona scazzottata. A parte la lavata che mi sono preso, sono tornato sotto il mio riparo. Nel campo, eseguito con una livellatura assai discutibile, in vari punti ci sono delle pozzanghere piuttosto grandi e profonde almeno 5 cm. e che occupano buona parte dell’area. Qualcuno prende una scopa per spazzare via l’acqua, ma è un’impresa impossibile. La partita inizia e i ragazzini corrono come forsennati dietro la palla, ogni volta che questa finisce in una delle pozzanghere è tutto un sollevarsi di spruzzi e fango. Sono incuranti di tutto questo e continuano a giocare; ad un certo punto quasi tutti si coalizzano contro il più grande visto che è solo lui che riesce a tenere sempre la palla e a segnare. La coalizione dura poco perchè il bulletto si è preso la palla e impone le sue regole. Ai ragazzini poco importa di tutto questo, la pioggia sembra non aver fine, la partita continua e termina con un sonoro cinque a zero. Vi lascio indovinare chi è stato il goleador.
Nel frattempo nella casa dove Rita insieme alle altre donne portano a compimento il corso di veladoras i maiali, almeno una diecina, di tutte le grandezze scorrazzano indisturbati dentro la casa. Ogni tanto la padrona, per dare una parvenza di pulito, lancia sul pavimento un secchio di acqua la quale fa la gioia dei maiali che contenti si sdraiano per terra rotolandosi. Arriva anche P. Ottavio che ha terminato il suo giro e da lì a poco inizia la S. Messa. La Chiesa è abbastanza frequentata, ci sono anche tutti i familiari del Catechista che da solo porta una quindicina di persone tra adulti e bambini. Come sempre la funzione religiosa è accompagnata dai canti che ormai conosciamo, ma che sono sempre molto coinvolgenti e orecchiabili tanto che lungo il ritorno verso casa, continuo a canticchiare un motivo appena sentito e di cui in questo momento non mi ricordo il titolo. Il giorno dopo, altro tour de force si andrà all’Aldea di Sucultè dove mi aspetto l’assalto bonario di Don Tino e della sua Comunità. Il prossimo diario vi racconterò appunto della mia giornata in quella Comunità. È quasi ora di pranzo, P. Alberto, Paolo con Lilli sono appena rientrati da Poptún. Noi siamo rimasti a casa: io a terminare di scrivere il diario e Rita a preparare la“comida - pranzo”. Arrivederci alle prossime notizie con cari saluti a tutti.
Francisco.

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