Eccomi qui a scrivere di nuovo sul diario. Trovo difficile mettere per iscritto tutte le sensazioni che affollano la mente ma proverò quantomeno a rendervi partecipi. Qui i tempi sono molto diversi deai nostri e spesso e volentieri ci si ritrova a fine giornata con la sensazione di non essere riusciti a fare tanto. Da quando è cominciata la settimana santa gli impegni sono aumentati soprattutto per i Padri Alberto, Ottavio e Giorgio, le confessioni e le celebrazioni eucaristiche si susseguono senza soste da un’aldea all’altra dividendosi il da farsi. A noi il compito di collaborare. La gente di qui aspetta i padri ed anche i missionari laici con molta premura e quando sentono che siamo italiani sono curiosi di sapere. Purtroppo in queste occasioni ci si rende conto di quanto la diversità delle lingue ci penalizzi, ma nonostante tutto noi sardi siamo leggermente avvantaggiati dal nostro dialetto. I bambini sempre sorridenti chiedono spesso di essere fotografati e di vedere la foto. Come tutti i bambini gradiscono molto le caramelle ma aspettano con educazione il turno per ritirare i loro “dulcitos”. Ieri pomeriggio in un’aldea è venuto a chiamarci un bambino “Louis”, la sua mamma ci ha accolto nella sua casa, ci ha offerto un caffè che sapeva di cioccolata e un pan dolce fatto da lei, tutto buonissimo, ma soprattutto mi ha molto colpito la loro generosa ospitalità. Una povera casa che trasudava amore e bontà autentica. Poco dopo ci ha raggiunti in chiesa con i suoi quattro bambini, ben puliti e sistemati per l’occasione. Questi sono i veri motivi di riflessione. Ci si sente così piccoli, e ti pare di non dare niente rispetto a quello che sono capaci di dare loro. Queste situazioni e sensazioni, qui sono all’ordine del giorno ma forse perchè per me è la prima volta le vivo con maggiore intensità e trasporto. Ora vi lascio, augurando a voi tutti una serena e felice Pasqua, da parte mia, di Paolo,e di tutta la Famiglia Missionaria.
Lilli