10 Novembre 2004 Mercoledì
Anche oggi si andrà ad una Aldea che si chiama san Miguel di Yalù.
Con l’impavida suor Josephina, reduce dalla palanganata di ieri e con le ossa sicuramente ben peste, con p. Ottavio alla guida del carro si parte. Il viaggio anche oggi è molto avventuroso, anche oggi c’è un fiume da guadare ma soprattutto ci sono tratti pieni di lodo (= fango) molto lunghi e stretti, e in curva. È veramente pericoloso attraversare questi tratti con il carro che scivola, sbatte contro le buche, s’impenna, sobbalza, stride e soprattutto scuote tutti i suoi abitanti che anche questa volta oltre che la cabina, gremiscono la palangana. È sempre un'avventura: c’è chi dice che l’avventura è il sale della vita: beh, qui di sale ce n’è in abbondanza, anche troppo.
Si arriva alla chiesetta-capanna dell’aldea accolti da Adrian, il Ministro dell'Eucaristia dell'aldea. La mattina la suora incontra le donne con e il p. Ottavio gioca a pallone con i ragazzi.
Qui tutto è verde, come dappertutto nei luoghi dove sono stato, ed e un paesaggio splendido. Anche qui le coltivazioni sono nei tratti di terreno sottratti alla selva e alla savana. Si coltiva soprattutto maìs e fijcoles (fagioli), ma anche caffè, piña (ananas), canna da zucchero. Ci sono molti cavalli e per la prima volta vedo dei buoi: ne vedrò poi tantissimi, sempre accompagnati dalle garze che sono grossi uccelli bianchi che liberano i buoi dai fastidiosi parassiti. Ho chiesto se allevassero anche pecore, mi è stato risposto di no, anzi i bambini non le conoscono neppure.
Il p. Ottavio incontra la comunità ed io sto con i bambini: gioco al calcio con loro e poi mi faccio accompagnare a vedere la piantagione di ananas.
Per il pranzo siamo andati da dona Lucia che ci ha preparato un gustosissimo brodo di pollo con riso e ottime tortillas di mais. Ho fatto molte riprese con la telecamera perché le capanne della famiglia ospite si prestavano con una scenografia splendida e i molti fiori coloratissimi rendevano la visita piacevole ed attraente.
Dopo il pranzo ci si prepara per la santa messa, preceduta dalle confessioni.
Oggi ci sarà pure il battesimo di Gabriel. Il catechista della comunità Fredy Gusman che farà da padrino, anima la messa.
Dopo la messa, la solita avventura del rientro che, benché solita, sembra sempre nuova: la cabina piena e la palangana superaffollata: questa volta c’è anche una giovanissima mamma con il suo bambino piccolissimo che ha problemi di tosse.
Rientrati a Dolores, si parte per Poptún per fare acquisti. Il carro ha subito molti colpi tra l’aldea di ieri e quella di oggi e le ruote non sono bene in asse e vibrano molto.
Poptún e un paese distante una ventina di chilometri da Dolores, dove ci sono tanti negozi e un mercato. Anche qui la sola strada asfaltata è quella principale.
A Poptún compriamo una abatjour, dopo lunga ricerca, un trapano elettrico e attrezzatura per fare qualche lavoro in casa.
Al rientro andiamo a trovare p. Giorgio al “Colegio” (qui si dice così) anche per sapere se domani si andrà per “rovine”. Si domani si andrà a Ixkún che è un sito Maya ad 8 chilometri da Dolores, ma siccome si deve andare anche all’aldea di Ixkún, che è ben oltre il sito, io vedrò l’uno e l’altra. Ma vi racconterò domani.