14 Novembre 2004 Domenica
Levataccia! Sempre dopo l’ora solita Della levata dei padri, comunque. La partenza è fissata alle 6,30 del mattino ma p. Ottavio alle 5.00 è giá listo (pronto). Ancora non arriva l’acqua e quindi mi devo lavare come i gatti.
Ho giá detto che l’acqua la erogano un giorno si e uno no (in genere, ma qualche volta anche due no!). I padri hanno dei depositi per il giorno “no” ma sembra che ci siano delle perdite da qualche parte nella condotta interna della casa e così il giorno no è comunque no anche per noi! Facciamo delle riserve d’acqua in contenitori vari e la utilizziamo durante tutta la giornata.
Alle 6.35 (i cinque minuti di ritardo sono colpa mia!) si parte. La meta è l’aldea La Esmeralda nella valle appunto della Esmeralda, la aldea piú evoluta della zona, conta 130 famiglie.
Un giovane di questa aldea che studia a Libertad (grosso paese e grande parrocchia), ha organizzato a La Esmeralda una giornata d’incontro tra i giovani della parrocchia di Libertad e quelli della sua aldea, La Esmeralda.
È questa un’aldea nata in modo diverso dalle altre. Dopo l’accordo di pace (1996) di cui ho detto piú sopra, tutti gli esuli, soprattutto ospitati dal Messico, sono potuti rientrare in patria, il loro rientro è stato facilitato dal nuovo governo che ha dato loro delle terre tra cui questa sulla quale si è formata quest’aldea. È meglio organizzata delle altre. Le case sono in muratura di blocchetti di cemento. La popolazione si autogestisce come una cooperativa per cui si decide insieme sulle cose da fare, su quali spese affrontare, sulle colture da curare, sulla scuola ecc... A propósito di scuola qui c’è una grande scuola di nove aule e c’è anche la scuola media.
Dicevo della organizzazione della giornata d’incontro dei giovani di qui e di Libertad.
Partiti col carro parrochiale carico di giovani doloreñi, arriviamo alla strada principale e troviamo giovani de La Esmeralda che aspettano l’arrivo della corriera (la camioneta) che è stata noleggiata da quelli di Libertad. Aspettiamo con loro una ora e mezza e la camioneta non arriva ancora. Partiamo. Fino a Mopàn Uno la strada è la stessa fatta ieri, poi si devia sulla sinistra.
Mentre percorriamo la strada, ma questa è cosa di sempre in tutti i nostri spostamenti, il padre Ottavio raccoglie tutti quelli che a piedi vanno nella nostra stessa direzione, o verso il paese di Dolores, o verso i loro campi per lavorare, o verso casa alla fine del lavoro; mamme, papá e bambini anche piccoli che troviamo soli nella campagna dove erano andati a svolgere i loro compiti.
Arrivati a La Esmeralda vediamo che tutti attendono i giovani di Libertad che però tardano ad arrivare. L’aldea è addobbata a festa con tante bandierine e uno striscione che dà il Benvenuto.
Mentre aspettiamo, socializzo con dei bambini: quelli piú grandicelli sono nati in Messico.
L’attesa si protrae a lungo ma alla fine giunge la camioneta gialla: è proprio come quelle che vediamo nei films dell’America centrale! Scendono i giovani e sono tanti e così possiamo cominciare la messa. Tutto, canti e letture sono animati dai giovani e il p. Ottavio presiede la celebrazione e dice parole di riflessione e d’incoraggiamento per queste iniziative.
Alla fine della messa, celebrata questa volta in una chiesa, anch'essa costruita con blocos (blocchetti di cemento), spaziosa e luminosa, i giovani presentano un drama: “Il buon samaritano”: è interessante la rilettura della famosa parabola, come lotta tra il diavolo e l’angelo per aiutare o lasciar perdere il “prossimo”. Al termine della rappresentazione ci sono domande al pubblico per attualizzare il “drama”.
Si va quindi al pranzo: un eccellente “caldo” (brodo) di pollo con un cosciotto, sempre di pollo, riso da aggiungere al brodo e una forchetta per mangiare il tutto. Il cibo è stato preparato per tutti gli ospiti, che siamo molti, notevole quindi l’impegno di chi ha preparato tutto!
Dopo il pranzo i giovani riprendono le attività con delle dinamicas (giochi vari) che hanno preparato proprio per questa occasione. Noi si rientra perchè il cielo si fa sempre più scuro e carico di nuvole di pioggia.
Lungo la strada diamo i soliti passaggi a chi ne ha bisogno e poi cammina... cammina, si arriva a Dolores.
Questa sera di domenica presiederò la messa in Parrocchia alle siete de la noche, come dicono qui, e così devo preparare la omelia che padre Ottavio, con grande pazienza mi corregge: sarà il debutto in spagnolo: chissà se riuscirò a farmi capire, data la mia scarsezza in tale lingua.
Arriva l’ora della messa e sono un pò ansioso, ma quando comincia la celebrazione sono più tranquillo e tutto va “quasi” bene!
Alla fine della messa il p. Ottavio legge un comunicato del Vescovo Oscar Julio sull’ultimo omicidio (giovedí scorso) a danno di un promotore del servizio della terra. Una grande emozione di solidarità di diffonde in tutta l’assemblea per la morte così crudele (torturato molto ferocemente) di quel giusto che in tanti conoscevano. All’uscita della chiesa si formano vari gruppetti a commentare l’accaduto.
Anche oggi, come in tutti questi giorni, non mi sono certo annoiato!