27 Novembre 2004 Sabato
Oggi è il grande giorno del Collegio: si consegnano i diplomi ai nuovi diplomati in “Ecoturismo”.
Il padre Giorgio è stato fino alle 4.00 del mattino a preparare gli addobbi e i particolari di tutta la cerimonia con i ragazzi che oggi si diplomeranno.
Alle 07.30 c’è la messa di ringraziamento. Chiaramente, ora chapina, per cui si comincia alle 8.00.
Questa celebrazione della consegna dei diplomi è stata spostata di data ed è andata ad impattare con la convivenza dei catechisti per cui il p. Ottavio ha difficoltà a partecipare alla messa.
L’ingresso in chiesa è di quelli solennissimi: i ragazzi sono tutti in divisa. Quelli degli anni precedenti fanno ala al centro della navata ai loro compagni “arrivati” alla fine del corso, anche loro elegantissimi nella divisa della scuola.
Il p. Giorgio fa una bella omelia e ringrazia il Signore con tutti i presenti: ragazzi e loro genitori e parenti.
I diplomandi sono 38, ma sono presenti solo 37 perché a un ragazzo è stato ucciso un fratello: chiaramente, dopo la deplorazione per il brutale assassinio, preghiamo per il morto, per l’alunno diplomando e per la sua famiglia.
Alla fine della messa i genitori e i diplomandi vengono chiamati personalmete all’altare e i genitori consegnano ai loro figli l’anello. Tutti questi anelli, posati sull’altare, sono stati benedetti dal padre Giorgio che li ha inzuppati abbondantemente con l’acqua santa.
È un momento di commozione profonda e di tanti pensieri che volano indietro nel tempo ai numerosi sacrifici affrontati perché questo figlio abbia una vita migliore. La parola che oggi sentirò di più è “desarrollo” = sviluppo, con tutte le forme verbali legate ad essa.
Terminata la cosegna degli anelli, siamo tutti invitati al Collegio per la onsegna dei diplomi.
La sala che ci accoglie è solennemente addobbata per questa grande occasione: questa è veramente la giornata del Collegio, che vede concretizzarsi nel titolo di studio consegnato, tutti gli sforzi educativi di tre anni. È la quarta volta che in questo collegio si diplomano i ragazzi.
La sala si riempie all’inverosimile e quando tutto è pronto comiciano le cerimonie di protocollo. Ingresso della Bandiera del Guatemala e musica dell’inno nazionale; ingresso della bandiera del collegio e musica dell’inno del collegio san Martín de Porres. S’introduce poi una piccola statua del santo patrono san Martín che viene messa bene in evidenza sul palco. Sempre gli alunni degli anni precedenti, tutti in divisa, fanno ala ai loro compagni diplomandi che pure indossano la divisa delle grandi occasioni: sono bellissimi!
Poi entrano i docenti ed infine i diplomandi sono introdotti ad uno ad uno, su chiamata nominale, dal p. Giorgio, visibilmente commosso, che li accompagna fin sul palco.
Quando tutti sono nella sala e i diplomandi hanno tutti occupato le sedie sul palco, si canta l’inno nazionale. Il responsabile scolastico governativo del Petén dice alcune parole di circostanza, mettendo l’accento sul fatto che l’ecoturismo può essere il fattore sul quale il Guatemale può giocare il suo futuro.
Si avvicendano a parlare tutti “gli aventi diritto” e poi si passa alla consegna dei titoli. Comprensibile la commozione che porta con se questo momento.
Terminata la consegna dei diplomi, il p. Giorgio consegna a tutti i neo diplomati un distintivo del collegio e ne approfitta per affidare a ciascun ragazzo un messaggio personale, sussurrato in un abbraccio paterno.
Sono invitato a pranzo nel salone comunale, ma siccone ho un forte raffreddore, preferisco tornare a casa e mettermi a letto.
Oggi hanno aperto una “tiendita” (una piccola rivendita di bibite e cose varie) proprio davanti alla nostra porta, sul lato opposto della strada. La musica per rendere noto l’avvenimento è a tutto volume.
Non è una novità questa della musica, qui in Dolores: dappertutto: nelle case, nelle strade e dovunque, sembra che, se non sono ascoltate a tutto volume, le canzoni non vadano bene. E così sono bombardato da un’incredibile quantità di decibel, che aiutano il mio mal di testa a persistere tranquillamente.
La serata trascorre tranquilla, musica a parte, e si programa perché domani, se starò bene, andrò in un’aldea: Naranjon= grossa arancia.
Avevo già chiuso così, pensando che la giornata fosse finita e invece siamo andati, il p. Ottavio ed io, alla cancha del calcetto e abbiamo partecipato al concerto di marimba, come domenica scorsa. Ho fatto amicizia con don Ottilio, il conduttore che tra un pezzo di musica e l’altro suonato dall’orchestra fa un po’ di storia di Dolores e del Petén.