8-10 febbraio comclusione
Missioni

Siamo da quindici giorni rientrati alle nostre case. I primi giorni sono stati particolarmente duri, sia per la questione dei fusi orari ma, credo, soprattutto per tutte le immagini, sensazioni, pensieri, riflessioni che questo viaggio ci ha “costretto” a fare.
Comunque, eccoci qui.
Vi ringrazio per la pazienza e l’affetto che ci avete dimostrato seguendoci passo passo nella nostra avventura guatemalteca. Vi ringrazio per l’accoglienza affettuosa che ci avete fatto all’aeroporto e nei due incontri (Sabato 17 e giovedì 22) con proiezione di foto e per tutte le cose belle che ci avete scritto.
Ora nascono idee come funghi e dobbiamo tenere a freno la nostra mente e la nostra fantasia.
Se volete essere coinvolti, mandate una email, dicendocelo e noi vi terremo aggiornati di tutto quello che bolle (il verbo è giusto!!!) in pentola.

Con questa mia vi accludo anche la conclusione di Alberta, Rosa M., Francesca e Laura: da don Mariano aspettiamo tutti la continuazione del dizionario incominciato! Saremo comunque da lui il 18 marzo, a Fordongianus e Allai: vogliamo ringraziare tutti e stare un poco insieme.
Vi ricordo che noi abbiamo solo aperto una traccia e che ora chi vuole fare la sua esperienza di missione dai padri Ottavio e Giorgio, non ha che da dirlo!!!
Ora vi lascio, pregandovi di farmi sapere, con una vostra email, se volete essere ancora contattati sull’argomento
Guatemala ed esperienza missionaria.
Un caro saluto a tutti e… a presto
p. Alberto Fazzini

Ciao caro diario è trascorso un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho scritto. È bastato fermarmi un po’ che le cose si sono accumulate tanto che ho deciso che ci saremo ritrovati appena fossi rientrata! Ora comunque sarebbe certamente troppo raccontarti tutto dal punto in cui mi sono fermata, sono stati dei giorni pieni di tante cose ed emozioni. Tra le cose che mi sono rimaste più impresse sicuramente le aldee, dove in particolare ci si rende conto della vita difficile del Guatemala. Già chi ci era andato prima di me mi aveva raccontato… Inutile dirti che è sicuramente tutt’altra cosa vivere personalmente l’esperienza condividendo con la gente del posto. Quando vai là, ti rimane tutto talmente impresso che riesci a raccontarlo nei dettagli. Chi degli altri c'era già stato, mi aveva raccontato cosi bene (e così ha fatto anche con te caro diario) che a stupirmi una volta lì è stato proprio il fatto che tutto fosse davvero così! E nonostante dunque me l’aspettassi, rimanevo assolutamente interdetta davanti ai miei occhi. Incantata, mi chiedevo se fosse davvero possibile vivere così… Ed è possibile! Grandi foglie d’alberi tenute su da tavoloni di legno disposti verticalmente uno vicino all’altro, ma non abbastanza vicini da non lasciare spazi aperti così a diversi pericoli… Ricordo in particolare la capanna del catechista di Sacúl Abajo, una delle aldee in cui sono stata. Non c’era praticamente niente dentro, se non l’apposito spazio “allestito” per preparare le tortillas e quattro o cinque bei sacchi di mais che lui mi ha mostrato con grand’orgoglio… Infilandoci una mano ne ha sollevato un po’ e lasciandolo ricadere dentro mi ha detto: “Di questo noi viviamo! ”… Mais e fagioli sono le loro più grandi risorse…
E ho visto tanti bambini caro diario… Tanti! In particolare a Los Ulivos, un’altra aldea in cui sono stata, forse non avevo mai visto così tanti bambini insieme! Sporchi, scalzi, sempre in movimento…Giocavano senza mai fermarsi! 
Ma ho visto anche splendidi posti, incantevoli luoghi paradisiaci… Livingston in particolare. Bellissima cittadina turistica, ci siamo arrivati con una piccola barca (lancha) attraversando il Rio Dulce. Splendido, caro diario, incantevole tutto ciò che ho visto! Rigogliosa foresta tropicale alle rive del fiume. Uccelli di ogni tipo dai variopinti colori, anche se a me ne è rimasto impresso in particolare un tipo: bianchi candidi, tanti, ogni pochi metri se ne incontrava uno, fermo, elegante sul ramo di una pianta… Sembravano in posa per farsi scattare le foto!! Per non parlare dei pellicani! Ci volavano sopra! Grandissimi… Mi sembrava incredibile vederli dal vivo!
E sono anche riuscita a ritornare dalle bambine orfanelle dalle suore di Flores! Sempre splendide e tanto affettuose, ci hanno accolto felicissime! Si ricordavano pure le canzoncine che le avevamo insegnato la volta precedente e ci chiedevano di ricantarle insieme. Stavolta dovevo sul serio salutarle e non so se e quando effettivamente potrò rivederle… Eh già caro diario, i saluti…
Che tristezza!
Arrivati alla fine di quest’avventura i saluti sono la cosa più difficile…
Prima con le suore di Dolores… Che impresa trattenere le lacrime! Sono sempre state splendide; non so perché… Fin da subito ho avuto la sensazione di conoscerle da sempre… Speciali nella loro semplicità… Amiche! Ciò che mi faceva rabbia infatti, era il mio… Mh… mh… mh… spagnolo…! Che non mi permetteva certo di parlarci come tante volte avrei invece voluto fare…
…Dicevo… i saluti… Un’impresa trattenere le lacrime… E infatti non c’è stato più niente da fare quando è arrivato il momento di salutare P. Ottavio e P. Giorgio! Eh… Stavolta non ci sono più riuscita a trattenermi caro diario!
Abbiamo pranzato tutti insieme, dopo di che, ecco arrivato il fatidico momento…! Avessi potuto me la sarei svignata!! E invece… Mi becco senza scampo prima il pienissimo, caloroso abbraccio di P. Ottavio, con tanto di: “Ciao cara Bertita !“  (come mi chiamavano affettuosamente le suore e adoravo essere chiamata così…) e il suo solito radioso sorriso di sempre (ma da cui stavolta ahimè, anche da lui trapelava una leggera malinconia) … E, colpo di grazia… P. Giorgio, con le sue solite battute sulla sua cara Congregazione dell’Amore di cui ormai ha fatto consorelle me, Rosa, Francesca e Laura, raccomandandoci di portare sempre il velo e quant’altro… e per finire tanto di canto finale che ci ha dedicato davanti alla porta del pullmino in cui avevamo già tutti preso posto e che ci avrebbe accompagnato alla Capitale… Beh… E qua, credo di non sbagliarmi, ma alla fine mi pare proprio che un pochino si sia commosso pure lui… Eh già… Che meravigliose persone!
Ti avevo già parlato un po’ di loro caro diario, quando ancora li conoscevo davvero poco; ti avevo detto che nonostante questo sentivo di poter dire con certezza che erano due splendide persone… E ora lo posso confermare pienamente! Già… È proprio vero che non ci vuole molto per capire certe cose… Sicuramente caratteri differenti, ma accomunati dal loro generoso darsi pienamente e visibilmente per gli altri.

Totalmente immersi in ciò che fanno, si dedicano completamente a questa gente senza il minimo risparmio di sé.
Confermo le mie prime impressioni su P. Ottavio, molto aperto ed estroverso, sempre disponibile nonostante i suoi mille impegni… P. Giorgio, già… un po’ più per le sue… Ma mi sa che era per lo più questione di tempi diversi… Si trattava solo di conoscerci un po’ meglio…  Che gran simpaticone!  Entrava in casa coprendosi gli occhi per non guardare noi ragazze in faccia perché non portavamo il velo! Dato che eravamo diventate le sue care sorelle della Congregazione… Veniva ogni giorno con qualche idea nuova sulle regole da darle perché potesse reggere, nonostante alcune “particolarità “ come il fatto che Francesca fosse sposata, Laura fidanzata..! E s’impegnava anche a trovarle un nome adatto, anche questo che potesse tener conto di tutti i “dettagli “ ! E tutto ciò per sfotterci sul fatto che praticamente tutti in giro ci chiedevano se eravamo suore, visto che giravamo sempre con i preti!  E P. Ottavio… incredibilmente attivo e pieno di grinta… Presto ogni mattina veniva a salutarci con un forte: “ BUENOS DIAS! QUE TAL  ALMANECERON BIEN POR LA GRAZIA DE DIOS? “ Mi sembra quasi di sentirlo…(Ci chiedeva se ci eravamo svegliati bene, per la grazia di Dio…) Sempre impegnatissimo, spesso si fermava anche solo un momento… Per salutarci… Sembrava che venisse apposta per darci la carica per iniziare la giornata!
Tutti e due sempre allegri e di compagnia… A colpirmi è soprattutto la forza, lo spirito con cui vanno avanti… È evidente il loro star bene nella vita che conducono… il loro credere in ciò che fanno e l’amore che ci mettono.
E questo la gente lo avverte di sicuro. Si vede che vogliono loro un gran bene. Ti accorgevi dell’espressione che assumeva il viso delle persone quando dicevamo di essere loro amici… Facevano subito un leggero dolce sorriso e dicevano: "Li conosco… !" Già e chi non li conosce lì  per tutto ciò che fanno? Li conoscono praticamente tutti!
P. Giorgio preside del collegio “S. Martin de Porres” a Dolores, è completamente immerso in tutto ciò che riguarda la scuola, dove i ragazzi praticamente l’adorano, ben consapevoli di tutto ciò che fa per loro…
P. Ottavio, per lo più impegnato nelle aldee, si occupa di  tante cose diverse in queste davvero complesse realtà. Si dedica senza riserve alle diverse problematiche della vita di questa gente.

Dunque, salutate a malincuore queste eccezionali persone… in pullmino e via per Città del Guatemala! Più o meno sette ore di viaggio, arriviamo davvero stanchi! Ma qui saranno splendide con noi le suore Domenicane della capitale che ci ospiteranno per due giorni. Colazione, pranzo e cena buonissime! E persino il giorno della partenza, si sono preoccupate di farci trovare il pranzo pronto per le 11: 30, giacché alle 12:00 andavamo via per l’aeroporto per  poi imbarcarci da lì alle 15:00 e incominciare il viaggio di rientro. E non scherziamo… ci hanno voluto persino accompagnare loro fino in aeroporto! Meravigliose!
E si parte!
E di nuovo il tram tram dell’andata… Togli le scarpe, lascia le impronta digitali, mostra mille  volte il passaporto per gli infiniti controlli… E arrivati a Londra assolutamente “one bag” per poter salire sull’ aereo… E finalmente via per l’Italia! Eh già… Finalmente…Perché ormai siamo davvero stanchi e non vediamo proprio l’ora di arrivare! Giungiamo a Roma e sembra fatta… Ancora un pochino e siamo a casa! E invece no! C’è da soffrire ancora un po’…! Ci imbarchiamo con quasi due ore di ritardo! Ci rimandavano il volo di quarto d’ora in quarto d’ora… il problema? L’aereo non era disponibile perché qualcuno l'aveva sporcato mangiando e stavano cercando l’apparecchiatura adatta per pulirlo… vabbè… posto che fosse davvero quello il problema… Ancora un po’ e andavamo noi a pulirlo pur di muoverci!! E finalmente si parte! Evviva! Presto arriviamo a Cagliari… e con noi pure tutte le nostre valige…!!
Così si conclude questa mia grande esperienza caro diario… che ancora dopo quasi due settimane dal rientro credo di dover fissare bene e srotolare ancora, nel tempo… Sicura che non la dimenticherò mai!
Ciao ciao  Alberta

Ciao a tutti, sono Francesca, prima di tutto un grazie di cuore  per la calorosa accoglienza che ci avete riservato, ci ha fatto molto piacere, da parte nostra faremo del nostro meglio per essere disponibili a qualunque domanda ci vogliate fare. Eccoci comunque all’ultimo appuntamento di questo diario, vediamo un po’ di tirare le somme di questo straordinario Mese Guatemalteco.                          
Oggi è Martedì 20 Febbraio, siamo rientrati da una settimana esatta e solo ora riesco ad avere un po’ di lucidità (P.Alberto direbbe ”ma sei sicura?”). I primi giorni ero frastornata, in qualche modo bisognava tornare alla vita normale, ma sapete cosa vi dico! LA VITA NORMALE NON MI PIACE!!! 
Ci voglio mettere quell’entusiasmo che avevamo là, quella voglia di scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, quel piacere a stare in compagnia a lavorare insieme, a condividere, insomma tutte quelle cose belle che di solito - nella vita normale - ci sfuggono.
Queste esperienze servono a riscoprire un sacco di cose, a non farci travolgere dall’ordinario ma per capire che tutto può essere straordinario, ogni tanto bisogna staccare la spina, e non ditemi che non si può fare, si può fare quasi tutto. Se si lavora sodo perché il nostro sogno si possa realizzare abbiamo forti possibilità di riuscita, senza dimenticare la Divina Provvidenza che è una alleata insostituibile, basta crederci, d’altronde Gesù ha detto: chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, se non crediamo a Lui a chi dobbiamo credere?
Tutto questo è rivolto prima di tutto a me stessa perché questo mese bellissimo non deve passare invano, non vorrei che trascorso un po’ di tempo tutto scolorisca fino a diventare un lontano ricordo.
L’entusiasmo che P. Ottavio e P. Giorgio hanno tutti i giorni, la loro forza interiore, la gioia che traspare dai loro occhi la gentilezza verso tutto e tutti; loro sono così ogni giorno, per loro tutti i giorni sono speciali, non aspettano le vacanze per essere felici, sono soddisfatti di quello che fanno, la loro vita è piena. Anche se la loro vita a qualcuno farebbe storcere il naso.

Per esempio P. Giorgio  ha i pantaloni e le scarpe perennemente sporchi di fango, perché la scuola è lontana circa un km dal centro abitato, il rotativo (piccole apiscedde adibite a taxi) costa troppo per lui, quindi si fa quel tratto di strada più e più volte al giorno a piedi con le strade sterrate e fangose, mi sembra di vederlo con la borsa a tracolla che cammina a testa bassa come un treno deciso verso la meta. Ma fà tutto questo per i suoi ragazzi, che lo adorano, per farli studiare, diplomare e avere la possibilità di un buon posto di lavoro. Fra l’altro li abbiamo conosciuti i suoi ragazzi: lavorano come guide turistiche e molti di loro continuano all’università grazie a questo lavoro. Qui in Sardegna c’è uno di loro Carlos che studia medicina a Sassari, se non ci fosse stato P. Giorgio chissà se Carlos avrebbe avuto questa opportunità.
Poi c’è P. Ottavio, lui non è mai solo ma sempre circondato da uno stuolo di bambini che lo seguono dappertutto, non potevo fare a meno di pensare alla frase di Gesù: lasciate che i bambini vengano a me. Ecco questa è la frase che descrive padre Ottavio, mi chiedevo anche: ma da dove tolgono fuori questa energia? Si alzano ogni giorno alle 5 del mattino per pregare insieme e poi vanno a lavorare tutto il giorno senza tradire mai la stanchezza, anzi sempre disponibili con tutti, P. Ottavio lavora prevalentemente nelle Aldee e nonostante sia molto agile soffre di mal di schiena e cervicale tant’é che spesso prima di alzarsi dalla sedia aveva bisogno di qualche secondo per mettersi dritto e non sempre ci riusciva al primo colpo, ma non per questo non và nelle strade scoscese piene di buche fangose, spesso a piedi per km, dorme nelle aldee con i letti non proprio ortopedici, ma lì tutti lo aspettano, grandi e piccoli e lui un sorriso una carezza e il suo tipico gesto, con la mano delicatamente a sfiorare la testa come una sorta di piccola benedizione, insomma ha un carisma straordinario, ora capisco perché P. Alberto ripone in lui una enorme stima.
Ci sarebbero da dire tante e tante cose ma adesso non bisogna parlare bisogna agire, prendiamo esempio dai nostri Padri missionari

Loro lavorano per gli altri ma sono felici nel profondo.
Io sono grata per averli conosciuti, sono speciali e devo dire che mi mancano tanto, spero di rivederli al più presto e di realizzare qualcosa che possa dare una mano alla missione, anche voi potete fare tanto, vi terremo informati dei vari progetti che piano piano stanno nascendo. Un grazie ancora di cuore a tutti voi. La vita è bella, ma ancora di più se vissuta appieno.
Grazie P. Alberto sei stato come un vero papà a volte “segament’e conca”  ma sfido qualunque papà a non esserlo, a volte inimitabile (non montarti la testa ). Grazie P. Ottavio  P. Giorgio per averci permesso di lavorare con voi anche se probabilmente qualche volta vi abbiamo disturbato. Grazie alle SUORE queste donne fenomenali e infaticabili, creative, piene di risorse, insomma splendide.
Qui però mi fermo, perché ci vorrebbe un capitolo a parte e mi sono dilungata abbastanza, se ci sarà una prossima puntata si parlerà delle SUORE, che di solito lavorano un po’ in sordina ma si fanno il mazzo.
Adesso CIAO veramente a tutti a presto di persona.                 
ADIOS ASTA LUEGO con la grazia de Dios!
Francesca 20 Febbraio 2007

E’ così….
Ormai sono già due settimane che siamo rientrati…
Mi sento spaesata. Non è, però la stessa sensazione che ho provato quando siamo arrivati in Guatemala. Quella era un po’ la paura dell’ignoto, questa invece è boh, non so definirla!
Sono tornata nel mondo frenetico: alzati, vai a lavoro, vai a pranzo, PENSA all’università (ma per adesso basta così, magari riprendi a studiare la prossima settimana quando le idee sono più chiare). Basti pensare solo il fatto che è da due settimane che sono rientrata ed è solo adesso che riesco a scrivere qualcosa... ma solo perché P. Alberto mi sta perseguitando!!!
Per non parlare poi del giro fra parenti e amici per la distribuzione di souvenir e soprattutto per raccontare l’esperienza... non ne posso più, ormai racconto sempre le stesse cose, attacco il registratore e vado automaticamente e chi mi sta vicino (Simone, il mio ragazzo) ormai non ne può più neanche lui! È tutta colpa del tempo che non ho per andare a sviluppare le foto perché almeno con quelle la cosa si farebbe più semplice!
Tutti mi aspettavano abbronzata. Un pò le braccia, giusto quando abbiamo spalato la terra e quando abbiamo fatto qualche gita, ma non ero ai Carabi! Ma soprattutto la cosa più triste, che tutti notano, perché in effetti si nota, è che non sono dimagrita, ma che anzi sono ingrassata! In effetti, andando in un posto dove c’è povertà e fame, uno, non si aspetta certo di ingrassare...  anzi, per me, era una buona scusa per prendere due piccioni con una fava: fare una bellissima esperienza, e dimagrire!!! Macchè, niente da fare, saranno i fagioli super concentrati, o l’ aria... ma penso di più il formaggio, il prosciutto e il salame portati dalla Sardegna che mangiavamo ogni giorno tanto per non subire la nostalgia della nostra terra!!
Il fatto di sentirmi spaesata è dovuto anche dal fatto che ancora sto “metabolizzando” le cose viste. Ogni giorno, in diversi momenti, c’è sempre qualche situazione che mi porta a pensare al Guatemala, a tutte le persone che abbiamo incontrato, e ai momenti belli e brutti che abbiamo trascorso insieme con gli altri!

Penso soprattutto a Padre Ottavio e P. Giorgio che in questo mese ci hanno accolto splendidamente. Di loro ce tanto da dire, solo di bene! Non so neanche da dove cominciare. Dice tanto anche solo il fatto che per un mese intero si sono stanziati da loro ben 8 turisti (noi), vogliosi di aiutare il Guatemala e di conoscere il lavoro della missione. Non abbiamo sicuramente aiutato né salvato il Guatemala, ma Padre Giorgio e Padre Ottavio, che invece seriamente lo aiutano, ci hanno permesso di seguirli. Eravamo legati a loro e senza non potevamo neppure spostarci, non conoscevamo il posto e soprattutto era pericoloso. Ma non ci hanno fatto pesare assolutamente niente! Ci portavano tranquillamente da un posto all’altro contenti  di farci conoscere la terra e il popolo che loro stanno aiutando da 8 anni, senza niente in cambio ma solo la paura che dopo quattro anni di lavoro il Capitolo Provinciale dei Domenicani (l’Organo deliberativo) decida che la loro missione lì in Guatemala deve terminare...  Sono due persone estremamente umili e contente di fare quello che fanno. I risultati della loro missione si notano a distanza. P. Giorgio ha costruito una scuola di ecoturismo dove i ragazzi imparano a diventare guide turistiche. Nella loro zona è molto importante un’istruzione di questo tipo vista la grande affluenza di turisti per le visite alle rovine Maya. Insegnano l’inglese, l’italiano, ecc. Fanno tante attività e la cosa più importante è che gli alunni pendolari hanno la possibilità di alloggiare nella scuola. Padre Giorgio è il preside e gli alunni lo rispettano e lo stimano tantissimo. Si preoccupa molto per loro!
Abbiamo conosciuto alcuni suoi ex alunni, che oltretutto ci hanno accompagnato facendoci da guide in alcune gite che abbiamo fatto: tutte persone veramente in gamba! Ragazzi della mia età o poco più piccoli, con le idee chiare, responsabili e molto educati (lo preciso perché con tutta franchezza, qui in Italia, è strano conoscere più di due ragazzi tutti in una volta, di questa età, che dimostrano maturità!). Sono comunque convinta che sia molto per merito dell’insegnamento di P. Giorgio! 
P. Ottavio invece è l’idolo di tutti i bambini! Appena lo vedono che passa con il pick up lasciano tutto e subito per andare a salutarlo e magari a chiedergli se possono andare con lui sulla macchina a fare un giro! Nelle aldee, per i bambini , P. Ottavio significa palla e divertimento. Lo vedono si e no tre volta all’anno ma quando va non manca mai di portargli qualche sorpresa, che siano caramelle o giocattolini! Per non parlare poi di come viene accolto ogni volta dagli adulti... lui a loro sta facendo del bene e non può che ricevere gratitudine! Si impegna con le Suore perché la gente nei villaggi impari ad educare i propri figli, che sono tanti, educando prima di tutto gli adulti, alla pulizia, all’igiene, a non buttare la spazzatura in terra, a sfruttare il proprio territorio per insegnargli che non esiste solo il mais e i fagioli, a insegnare alle donne che con quello che riescono a coltivare potrebbero cucinare, oltre le tortillas, anche altro per variare l’alimentazione. E poi, (anzi, innanzitutto) c’è la catechesi che penso sia quella che ascoltano più volentieri! Sembrano cose facili da fare, ma lavorare in tutti questi campi quando soprattutto si ha la possibilità di visitare i villaggi solo quattro volte all’anno perché bisogna turnare e visitarli tutti, penso che porterà risultati a lunga scadenza, magari sulle generazioni successive!

Per questo anche noi, che siamo andati lì per un mese convinti di poter fare qualcosa di buono per loro in quei momenti stessi, ci siamo resi che così non era. Padre Giorgio e Padre Ottavio per fare quello che hanno fatto,  hanno vissuto in Guatemala 8 anni, per adesso, e ancora non è finita. Ed è anche per questo che ogni giorno mi trovo a rimuginare sulle cose vissute lì. Penso alle cose che da qui, avendo conosciuto la loro situazione, possano essere fatte per aiutare P. Ottavio e P. Giorgio nella missione. Aiutando loro, io aiuto la missione e di conseguenza faccio quello che avrei voluto fare ma che in un mese di vacanza non potevo fare, cioè aiuto tutte le persone che ho conosciuto e non, tramite loro.
È bello perché sono sentimenti e progetti che condividiamo tutti tra quelli che hanno fatto il viaggio perciò questo mi dà ancora di più la speranza che i progetti possano non rimanere solo tali!
Ciao
Laura

Eccomi qui sono Rosa Maria e dopo più di due settimane di silenzio mi ritrovo davanti al mio Pc, a casa mia, a Serrenti a scrivere il diario degli ultimi giorni della nostra avventura guatemalteca.
Se la memoria non mi inganna avevo interrotto il mio racconto alla giornata di mercoledì 7 febbraio…
Giovedì 8 febbraio
Assieme al gruppo di Siena, con alcuni infiltrati sardi, siamo andati a visitare l’aldea di Nuovi Horizonti. Si tratta di un aldea molto particolare fondata dopo la firma degli accordi di pace da un gruppo di ex guerriglieri, vivono li 107 famiglie tutte con un passato di ex guerriglieri che mettendo in pratica gli ideali comunisti hanno creato un’aldea autonoma ed autosufficiente, modello di sviluppo sostenibile. Il cuore di quest’aldea è la cooperativa che gestisce e coordina i diversi campi: l’allevamento del bestiame (polli, mucche, pesci), l’agricoltura (mais, fagioli ma anche ananas e piante di tutti i tipi), il turismo (hanno un ristorante e persino un albergo), la scuola (materna, elementare e media). Altra particolarità di quest’aldea è che qui la donna ha lo stesso valore dell’uomo e partecipa attivamente anche alla vita politica: in questo momento l’esecutivo della cooperativa è formato da due uomini e tre donne e per il Guatemala “machista” questa è una vera rivoluzione!!!

Dopo il pranzo siamo tornati a Dolores dove ci attendeva l’incontro con Doña Maria Teresa, che viene anche definita la Rigoberta Menchú di Dolores, una donna straordinaria che ha vissuto sulla propria pelle il dramma di tanti guatemaltechi di etnia maya che sono stati costretti dal governo militare ad abbandonare tutto, a rifugiarsi nella foresta prima e in altri stati poi e che solo alla fine degli anni 90 sono potuti ritornare in Guatemala. Una storia triste questa dei guatemaltechi di etnia maya ancora poco conosciuta da noi “occidentali” e che si legge negli occhi tristi di questo popolo che ha davvero sofferto tanto e le cui ferite impiegheranno diverse generazioni prima di rimarginarsi completamente.
Dopo l’incontro con Doña Maria Teresa siamo andati al Collegio di Padre Giorgio che in nostro onore aveva organizzato una serata culturale. Per più di due ore siamo stati intrattenuti da scenette, balli e canti preparati e realizzati dalle varie classi del Collegio, da alcuni gruppi di Dolores e dallo stesso Padre Giorgio con la sua bellissima voce. Una serata favolosa!!!

Venerdì 9
Siamo nell’aldea Quechì di Los Ulivos, pranzo comunitario a base di "chili" molto piccante, e durante la Santa Messa è stato amministrato il battesimo a tre bambini. I bambini sono forse la ricchezza più importante dell’aldea di Los Ulivos e vi assicuro che ce ne sono tantissimi, la palangana del Pick-Up di Padre Ottavio era strapiena come io non avevo mai visto…

Sabato 10
Dopo aver preparato le valigie e riassettato un po’ la casa che ci ha accolto durante la nostra permanenza nel Pétén abbiamo lasciato Dolores e ci siamo diretti a Poptún per consumare l’ultimo pasto comunitario tutti assieme. Dopo il pranzo è arrivato il momento dei saluti e non è stato possibile trattenere le lacrime nel salutare Padre Giorgio e Padre Ottavio che ci hanno accolto con gioia e hanno condiviso con noi un mese della loro missione nel Pétén. Ancora un ultimo canto di Padre Giorgio per salutarci con un ARRIVEDERCI in Sardegna o in Guatemala chissà… e poi inizia il nostro lungo viaggio di ritorno verso casa. 

I    P A D R I
Padre Ottavio e Padre Giorgio sono due persone meravigliose, completamente diversi l’uno dall’altro formano una splendida accoppiata. Entrambi sono frati domenicani e sono nella missione di Dolores dal 1998.
Padre Ottavio è solare, sempre pieno di energie e corre tutto il giorno da una parte all’altra, è sempre attorniato da uno stuolo di bambini che lo adorano e che si divertono tantissimo a salire nel suo Pick-Up; è parroco delle 22 aldee che fanno parte del municipio di Dolores nonché vicario del vescovo. Nella nostra esperienza guatemalteca è stato amico, guida e mediatore culturale.

Padre Giorgio è un anglofilo, è il direttore del Collegio San Martin de Porres che rilascia il diploma di perito in ecoturismo ed è il parroco del paese di Dolores. È un educatore severo ma allo stesso tempo molto attento alle esigenze dei suoi ragazzi  che gli vogliono un gran bene. È schivo, sembra quasi appartenga ad un altro pianeta ed i primi giorni ci metteva soggezione. È un appassionato di lirica e spesso in questo mese ci ha dilettato con la sua bella voce. In quest’esperienza guatemalteca è stato un importante fonte di riflessione e di tante risate.

Entrambi sono, pur con le loro diversità, fantastici ma è insieme che, secondo me, danno il meglio di loro, si punzecchiano continuamente come una vecchia coppia ma è proprio da questo modo di confrontarsi l’un l’altro che si evince il gran bene che si vogliono e la grande stima che hanno l’uno dell’altro.

Ma non posso non ricordare anche gli altri due Padri con i quali abbiamo condiviso questa splendida esperienza.
Padre Alberto che con cura ha preparato questo viaggio, curandone ogni minimo dettaglio dal corso di spagnolo alle etichette per i bagagli e risolvendo con grande maestria tutti i piccoli e grandi “inghippi” che questo mese di convivenza dall’altra parte del mondo ha comportato.

Padre Mariano che è stato il nostro jolly: ha praticamente fatto di tutto dal prete alla guardia del corpo, dal cuoco al fattorino e sempre qualsiasi cosa facesse con la battuta pronta, vi assicuro che viaggiare con lui è un vero spasso.

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