nono invio: dal 27 marzo 2008
Missioni

Questo è l'ultimo invio dal Guatemala. Vi salutiamo, aspettando di incontrarvi tutti. Vi salutano anche padre Ottavio e padre Giorgio e tutti gli amici di qui. p. Alberto e Franccesco

27 marzo 2008 Ho appena ricevuto una telefonata da Rita. Mi ha detto che il viaggio di ritorno è andato benissimo e che tutto è filato liscio. Qui siamo rimasti in tre: Francesco, Fabrizio ed, ovviamente io. Come vi ha scritto Fabrizio, la mattina siamo andati a vedere il "progetto mucche" che il padre Angelo Belloni ha realizzato insieme al Padre Ottavio e che mantiene 15 famiglie. Il progetto è all'inizio ma, se il buon tempo si vede dal mattino, devo dire che è una gran bell'opera: bravissimo padre Angelo! Qui hanno ancora bisogno di te ma so che sei sempre presente con il tuo aiuto.

La sera sono andato a trovare Ana Lucrezia, nota Luci, la mia aijada, figlioccia. Mentre eravamo a casa sua lei è tornata da scuola. Frequenta la terza basico e l'anno prossimo comincerà gli studi superiori: non sa ancora cosa farà. La sua casa è molto lontana (una ora di macchina) da Dolores ed è molto lontana anche dalla scuola: circa un'ora a piedi. Per questo le abbiamo portato una bici che dopo la cura di Fabrizio, era come nuova e, abbassato al minimo il sellino, è anche di misura giusta. La mia comare ci ha preparato la cena (erano le 5 di pomeriggio!) e così abbiamo mangiato un buon brodo di pollo con una patata. Francesco e Fabrizio hanno giocato a biglie con i fratellini di Luci. Un pò di foto alle vacche, che mio compadre don Pedro mi mostra con grande orgoglio, e ai vitellini, di cui uno di 4 giorni e poi si rientra. Si sente che sono gli ultimi giorni della nostra permanenza qui a Dolores: domenica partiremo alla volta della capitale e poi lunedì per l'Italia. In questo momento Francesco sta dipingendo le panchine (saranno bianche e celesti -la bandiera guatemalteca- secondo il desiderio del p. Ottavio. A proposito oggi il p. Ottavio compie gli anni e penso che Francesco preparerà un bel pranzetto. Avremo con noi anche la Madre Rosalia, che è la responsabile, qui in Guatemala, delle domenicane Missionarie di San Sisto. Intanto vi ricordo che bisogna organizzare il nostro incontro quando arriveremo in Italia. Vi ripeto che contiamo di vedere tutti a Selargius, presso il Centro Giovanile Domenicano il sabato 5 aprile alle ore 18.00 per condividere racconti, foto ed esperienze. Chi non potrà venire a Selargius, lo aspettiamo nella biblioteca di San Domenico in Cagliari - piazza san Domenico -, la domenica 6 aprile alle ore 17.00. So già che non potranno partecipare gli amici alpini, che hanno condiviso con noi questa esperienza, perché occupati a Teulada per impegni presi in antecedenza. Con loro ci vedremo giovedì 10 aprile alle ore 18,30 in viale Buoncammino, 2 a Cagliari: è anche l'occasione per conoscere la loro sede e stare un pò con loro. È chiaro che vi aspettiamo tutti e vogliamo parlare con tutti e raccontarvi tutto, rispondere alle vostre domande ecc.... A presto dunque p. Alberto

Dolores, ore 00:14, ciao a tutti sono Fabrizio. E già, è un pò tardino ma oggi e domani sono gli ultimi giorni che passerò a Dolores in compagnia dei ragazzi e quindi ho deciso con l'aiuto del mitico caffè doppio di tirare un pò tardi e stare più sveglio in questi ultime ore. Così ho deciso di assemblare le bici arrivate dall'Italia grazie a voi e togliere un pò di ruggine da quelle un pò più vecchiotte ma pur sempre funzionali. Stamattina io e Franco iniziamo la giornata andando a Poptún, un paese a mezz'ora di auto da Dolores, insieme a padre Ottavio che deve parlare al capo dei Bomberos volontarios (vigili del fuoco volontari). Ebbene, per me è sempre un grande onore conoscere i pompieri di altre nazionalità perché anche io per un anno lo sono stato e mi è piaciuto tantissimo. Quindi più o meno so cosa ci dovrebbe essere in una caserma dei pompieri giusto? Be .. mi sono messo le mani in testa. Nel senso che questi devono cercare di salvare le persone da incidenti stradali (e sono tanti), incendi, alluvioni e tutte le più disparate situazioni pericolose e non hanno nemmeno un ventesimo dell'attrezzatura o delle macchine che abbia la più obsoleta caserma dei pompieri in Italia. Da lì l'idea di cercare di fare qualcosa insieme al capitano Franco nella prossima spedizione. Speriamo di riuscirci perché loro di buona volontà e di coraggio ne hanno da vendere.

Al rientro siamo andati, in compagnia sempre di padre Ottavio, a vedere la fattoria dove è stato avviato il progetto mucche del Guatemala. Si sta costruendo un complesso in muratura che ospiterà le quaranta mucche (e un toro) e che darà grossi vantaggi sia alle mucche che potranno finalmente dormire e mangiare in un luogo più asciutto di quello in cui sono ora (quindi con grande vantaggio anche per l'igiene) e sia per la modalità e l'esecuzione dei lavori quotidiani degli addetti come la mungitura, la fornitura di foraggio, il pascolo etc. Sono stati costruiti anche quattro grandi vasche interrate per fornire l'acqua di scorta in caso di forte siccità. È un'ottima idea dato che qui l'acqua viene data e tolta molto spesso anche per due giorni e senza preavviso alcuno. Gli allevatori sono molto entusiasti e si percepisce tutto il rispetto e la fiducia che ripongono nell'appoggio di padre Ottavio in questo bellissimo e utilissimo progetto di crescita per la comunità di Dolores. Intanto il mio esperimento del forno solare che ho cominciato ieri sembra dare i suoi frutti e l'acqua che stavo cercando di far bollire è molto calda ma non bolle, di sicuro con qualche piccola rifinitura e magari qualche giorno in più avrei potuto fare meglio il lavoro, forse dovrò delegare tutto a Francesca ... capito Francy? Nel pomeriggio, o meglio subito dopo pranzo ho accettato l'invito di padre Ottavio per giocare a calcetto con alcuni ragazzini del quartiere, mi sembrava di essere tornato bambino a giocare a quell'ora dove il sole mi cuoce il poco cervello che mi è rimasto. Il campetto (in cemento) si trova vicino a casa e prima di giocare dobbiamo ripulirlo da tutte le pietre e gli escrementi secchi di tutti gli animali della zona. Fatto ciò si fanno le squadre e si inizia a giocare! Io e padre Ottavio siamo gli unici ad avere le scarpe da ginnastica, tutti gli altri hanno le ciabatte, alcuni si sono legati quest'ultime con un laccio alla caviglia per non perderle, altri invece giocano scalzi perché nemmeno hanno le ciabatte! Ovviamente vedendo ciò la bolla di liquido che mi è venuta nel piede è stata tenuta nascosta per la vergogna! Dovevate vedere quei ragazzi ... delle furie!

Correvano e saltavano come gatti. Ad ogni bella azione o gesto tecnico riuscito si giravano a guardarmi come dire "sono bravo eh?". Ad un certo punto non ce la facevo più. Il sole mi stava prosciugando le forze mentre quei diavoletti sembravano caricarsi tipo pannelli fotovoltaici! Alla fine abbiamo pure perso. Cavolo sto diventando vecchio! Finita la partita siamo andati a casa di padre Ottavio dove abbiamo prosciugato una bottiglia di cola da 3,3 litri (noi in Italia non ce l'abbiamo). Quindi siamo rimasti li a chiacchierare con i ragazzi. I più mi hanno chiesto delle scarpe per giocare, altri se potevo procurargli un completino da calcio. Cercherò di accontentarli nella prossima spedizione di roba. Parlando con loro non resto più stupito sentendoli dire che due hanno dodici anni e sono in terza elementare mentre altri a scuola non ci sono mai andati. Quando comincio a chiedere chi di loro ha la "novia" (fidanzata) cominciano a prendersi in giro a vicenda con gusto e tante risate per tutti ... ovviamente ci passo anche io. Mi hanno dato un soprannome "otro in porta" semplicemente perché ero in porta e dovevo uscire e invece di dire puerta ho detto porta. Quindi per loro sono Fabrisio otro in porta! Non suona male! Prima di andare via saluto tutti e tutti mi danno la mano a mo di 5, e io regalo il mio cappellino al chico più irascibile di tutti, quello più nervoso, quello più rabbioso .. ed anche lui mi sorride finalmente! La sera poi padre Ottavio mi dice che sono tutti ragazzini di strada, molti di loro devono lavorare nei campi e giocare a calcio è una consuetudine che porta avanti per cercare di farli sfogare e insegnarli il rispetto e la collaborazione reciproca. Alle sette andiamo a messa in un quartiere nella periferia di Dolores e oggi in per la prima volta la vedo fare a tutti e tre i padri insieme .. che spettacolo vedere queste tre belle persone celebrare la messa in una chiesa fatiscente e ricca ci ragni sui muri, ma con una spiritualità che nemmeno il vaticano mi ha trasmesso. Mentre ci recavamo verso la chiesa padre Alberto, coadiuvato dal buio, ha cercato di imitare Gesù che camminava sull'acqua, ma nemmeno questa volta ci è riuscito, ed il risultato è stato sporco ... molto sporco! A cena la solita minestrina ottima di padre Franco .. ops cioè del buon Franco ed ora, con la mia solita tazza di latte tra le mani, tiro le somme di questa ennesima giornata splendida nella sua semplicità e al tempo stesso cosi profonda in senso spirituale e umano. Ora vi saluto tutti e vado a dormire che domani devo caricare sabbia sul pick up di padre Ottavio vicino ad un fiume chiamato Mopán .. ma questa è, anzi sarà un'altra storia. Un abbraccio a tutti. Fabrisio otro in porta!

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