5 maggio
Giornata campale.
Devo affettarmi se voglio mandarvi le ultime riflessioni perché, venerdì mattina, los italianos ripartono e val la pena raccontare quello che è successo ieri! È stata una giornata campale. Alle 4,50, sento un gran frusciare di piedini davanti alla mia porta, cosa starà succedendo? Mi affaccio “nella semplice bellezza di una giovincella appena destata dal sonno” (Racine) e cioè spettinata, gli occhi gonfi, in camicia da notte e succede il patatràc: mi tocca la mañanita! La radio a tutto volume, sor Letizia con la chitarra e tutte, suore, postulanti, bambine che mi cantano la versione spagnola del “tanti auguri... “ che recita più o meno cosi: “oggi è un nuovo di’; già cantano gli usignoli; il sole è sorto ed io sono desto pensando a te che, in un giorno come oggi, sei venuta ad illuminare il mondo; alzati; vieni a godere con noi le bellezze del mondo; ti vogliamo bene e di auguriamo un buon compleanno.” Ripetuto tre volte e concluso con un “happy birthday” che non ha nulla di spagnolo. Meno male non sono autorizzati i petardi nel collegio! In cambio devo baciare sulle guance ben 60 tra bambine, postulanti e suorine. Pensate che sia finito qui? Illusioni!
Al mio ritorno dagli uffici dove sto correndo con Marta Veronica, tra foto, bolli, e altre amenità, chi sta suonando alla porta? Los italianos. Apro loro il portone ed esprimo la mia gioia di vederli. Pensate: Mi hanno voluto fare la sorpresa di festeggiare con me. Ed è stata veramente una sorpresa! Ero un po’ offesa perché nessuno aveva telefonato ma, con tutto quel che c’è da fare…, pensavo mi avrebbero telefonato alle 12! Invece, d’accordo con Sor Marcela, ho scoperto due ore dopo che avevano deciso di venire a festeggiare con me. Dopo aver visitato Guarderìa e Curia, torniamo al Hogar dove ci aspetta un pranzo luculliano. Pasta, pollo fritto, verdure di ogni tipo, persino asparagi e, dulcis in fundo (è il caso di scriverlo) uno splendido dolce con sei candeline (mi hanno fatto lo sconto). Altri canti accompagnati dalla chitarra e illustrati da padre Ottavio. Ricevo anche regali e regalini... un’altra follia. Tengo umedad el la palpebra... Parpadeo... in poche parole cerco di trattenere le lacrime di commozione. È un compleanno magnifico. Altri baci affettuosi. È un tripudio... Descriverò meglio a voce, al ritorno.
Mentre si stavano preparando alla partenza, suonano “un grupo de estudiantes de la libre universidad M. Marquez. Sono venuti a portare alle orfane il contributo, di un “progetto” di “Conoscenza del Territorio” consistente in varie batterie di cucina e strumenti di plastica, sempre per la cucina. Il tutto accompagnato da due pupazzi tipo pentolaccia che distribuiscono caramelle, ciupa ciupa, acqua zuccherata e altre follie. L’organizzatrice sceglie una decina di bimbe per rompere i due pupazzi. Poi, con i segni evidenti della mañanita, chiedono chi compie gli anni: Ohi, ohi, ma non sono una bambina. Fa lo stesso! mi tocca dare cinque “susse” al pupazzo che quasi distruggo in 4 colpi e viene finito da Anita (una stroria di famiglia insomma). Le bambine (e i grandi) si divertono da morire. Padre Ottavio balla con una delle bambine; Padre Alberto fotografa; Franco discute con Marta (a gesti); con Rita, c’intratteniamo con un gruppetto; Lilli e Paolo, si sono innamorati di “palito” Agostina; Roberta è sparita, dev’essere sfinita. Studenti e “Profe”, posano per le foto ufficiali: con Sor Marcela; con Sor Josefina; con alcune postulanti; con un gruppo di bambine. Ad un tratto, scoprono chi siamo e, giù, altre foto ufficiali.
Tra le 18 e le 18,30, gli ospiti si disperdono in tutte le direzioni. È ora di rientrare nelle rispettive famiglie. Salto sul tuctuc direzione Pizza Hut. Ordino palitroques per tutte le bambine, le postulanti, le due aiutanti-maestre e la sottoscritta; per le suore pizze. Inoltre, una bibita e un gelato per tutte. Dopo una lunga snervante attesa, iniziamo a mangiare; ben presto le porzioni di palitroques si rivelano troppo abbondanti e si fanno i pacchi. Mentre passo alla cassa, arrivano i palloncini, poi la mascotte, i canti, i balli e la 3° edizione degli auguri. Ma quante volte si festeggia; come minimo mi son presa 9 anni in un sol giorno; ma valeva la pena!
Ora che sono rientrata, morta di fatica e di emozioni, vengo da voi per dividere sensazioni e sentimenti e vi abbraccio con tutto il cuore:
Françoise