La
comunità luogo teologale dell'incontro con Dio e con i fratelli
Primo incontro
Accoglienza e Comunità
Rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri
spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate
nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi,
con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Non
cerchi ciascuno il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri.
(Fil. 2,2-4)
Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra
bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria
edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare
lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaia tra voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con
ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli
altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a
voi in Cristo. (Ef. 4,29-32).
A chi entra nell’Ordine Domenicano, il Superiore
chiede. “Che cosa chiedi?”
Il candidato risponde: “La misericordia di Dio e la vostra!”
“Il primo motivo per il quale vi siete messi
a vivere insieme è perché abitiate unanimi nella casa ed
abbiate un cuor solo ed un’anima sola in Dio” (S. Agostino,
La Regola).
"Ma perché la vostra azione sia efficace, occorre che abbiate
una grande capacità di dialogo, di ascolto, di intuizione della
situazione esistenziale altrui, di rispetto della persona e del suo inalienabile
diritto ad essere protagonista ed artefice della propria storia"
(Gv. Paolo II all'assemblea della Focsiv 25.02.84)
Partiremo da situazioni di vita
della comunità cristiana e non di vita della comunità religiosa
perché la grazia s’innesta sulla natura (s. Tommaso). Per
cui se si riesce ad essere delle persone accoglienti, saremo anche dei
Religiosi accoglienti o almeno ci sarà più facile esserlo.
È nel momento in cui Dio si sceglie un popolo perché porti avanti
il suo progetto di salvezza che salta fuori la parola chiave che ci accompagnerà
poi in tutta la Rivelazione: khesed: alleanza - misericordia - accoglienza:
è un susseguirsi di traduzioni di quella parolina-chiave ("èleos" nella traduzione dei LXX) e tutte le traduzioni sono un'interpretazione
del fatto che Dio ama l'uomo e lo coinvolge nell'opera di salvezza: anche
quando l'uomo creerà problemi con scelte sbagliate o malaccorte,
Dio non ritirerà mai la sua alleanza-misericordia-accoglienza da
lui : (Noè e l’arco baleno):
"8Dio disse a Noè e ai sui figli con
lui: 9«Quanto a me, ecco io stabilisco la
mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; 10con
ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche,
con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. 11Io
stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto
nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio
devasterà la terra».
12Dio disse:
«Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con voi
per le generazioni eterne.
13Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
14Quando radunerò
le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi
15ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.
16L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra».
17Disse Dio a Noè: «Questo è
il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è
sulla terra». (Gen.9,12-18)
ACCOGLIERE
Vocabolario:
- accogliere = accipio ad-cipio, ammitto ad-mitto (Badellino)
da ad colligere, ad legere = raccogliere
(Zingarelli)
verbo di moto: ad particella di moto a luogo
- fare spazio a qualcuno, a qualcosa (casa accogliente, persona accogliente)
- si può accogliere bene o male o in tanti altri
modi: cioè l'accoglienza è qualificabile.
- possiamo accogliere come singoli o come gruppo (comunità).
- si possono accogliere estranei o persone di casa.
- ci si può accogliere vicendevolmente.
In altre parole, e fuori del vocabolario:
Quando si accoglie un altro si deve essere disponibili a cambiare qualcosa
nella nostra vita, nelle nostre abitudini perché si va
incontro all'altro, si è disponibili a cambiare i nostri
programmi (a volte messi a punto con tanta meticolosità (!) e centellinando
i minuti preziosi del nostro tempo). Accogliere l'altro è
faticoso perché l'altro porta con sé mentalità,
modo di essere, esigenze, formazione, cultura, educazione, età,
salute e tante altre cose, piccole e grandi, diverse da ciò che siamo noi e le nostre cose. Se lo accolgo devo accettarlo con la sua mentalità e con tutto quello che porta con sé
e devo essere disposto ad ascoltarlo, cercare
di capirlo, con tutta la sua personalità, in una parola
a fargli spazio nella mia programmazione, nella mia vita.
Chi accoglie un altro non deve spersonalizzarlo e neppure deve spersonalizzare
sé stesso perché altrimenti non di accoglienza si tratta
ma di altra cosa, magari di finzione, di ipocrisia.
Se non sono disposto a cambiare niente di me, della mia organizzazione
di vita e accolgo l'altro solo se mi "rassomiglia"
(idee, aspirazioni, vocazione, modo di vivere ecc...), non l'altro sto
accogliendo ma me stesso.
Dio accoglie tutti
- “vuole che tutti gli uomini siano salvi”
(1 Tim. 2,4)
- Cristo è venuto per tutti (Is. 40,5 citato da
Luca 3,6)
- “Cristo è morto per tutti” (2 Cor.
5,14s)
- “il Dio vivente salvatore di tutti gli uomini
” (1 Tim. 4,10)
- “Ma se fate distinzione di persone commettete un peccato e siete
accusati dalla legge di Dio come trasgressori” (Gc.2,9).
A guardare la cosa da quest'angolazione,
non vi sembra che accogliere sia un concetto vicino a
condividere (= dividere con) tempo, mentalità, oggetti, affetti
ecc...?
Quindi, in concreto, nel profondo delle nostre scelte
e senza eccezioni, cosa vuol dire per noi:
- "ricevere l'altro come un dono” (Cei, Comunione e Comunità,
n.64)
- “il cristiano è segno della comunione
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (L.G. n.1)
- Amicizia = gioia di vivere insieme (Cei, Comunione e Comunità,
n.64)
- Dialogo = via della Chiesa (Cei, Comunione e Comunità, n.64).
Ho riflettuto che
- Si può capire una persona, starci insieme, avere rapporti amichevoli,
anche senza condividerne le idee: si accetta la persona, pazienza per
le idee! Però niente falsità ma lealtà, altrimenti
è ipocrisia.
- Il fatto che io non riesca (o non voglia, o non debba) condividere le
idee di qualcuno non mi autorizza a mandarlo fuori della mia accoglienza:
anch'io, del resto, non amo molto essere chiamato in causa, essere messo
in discussione, essere tagliato fuori!
Quando penso a
un modello di accoglienza mi viene in mente
- il padre del figlio prodigo (lc.15, 16-32)
- Zaccheo (Gesù lo accoglie, facendo mormorare tutti e Zaccheo,
da parte sua, “accolse Gesù pieno di gioia” Lc.19,6)
- il buon samaritano (Lc.10, 25-37)
Mentalità diverse, anzi contrastanti, gioia di una vita in cui
la vita s'innesta su un'altra vita e tutto ricomincia...
Il buono che accoglie il perduto (“morto”)
il cattivo che accoglie Gesù
il nemico straniero, lo sconosciuto che ha misericordia (= accoglienza) per uno sconosciuto scomodo, che, tra l'altro stravolge
tutti i suoi programmi!
COMUNITÀ
Vocabolario:
Gruppo sociale la cui caratteristica principale è un grado di coesione
fondata sui comuni interessi dei componenti. (Zingarelli)
La comune unione d'interessi dà vita ad una comunità.
I nostri Vescovi dicono che perché la
comune unione possa dare vita ad una Comunità di Cristiani,
( Notare che si parla di “Comunità di Cristiani” e
non di “Comunità Religiosa”) “Occorre favorire
un insieme di convinzioni, di atteggiamenti, di rapporti interpersonali
che promuovano una vera cultura di comunione. Essa postula
alcuni valori umani quali l'attitudine al pensare insieme, alla condivisione
dell'impegno, all'elaborazione comunitaria dei progetti pastorali, alla
formulazione corretta nei giudizi comuni sulla realtà dell'ambiente,
all'adozione di forme d'intervento in cui si esprima l'anima cristiana
di tutta la comunità interessata. La cultura di comunione produce una mentalità nuova del vivere ecclesiale
e valorizza le risorse di tutti.” (Cei, Comunione e Comunità,
n.63).
Le nostre Comunità sono formate, naturalmente da fratelli e da sorelle. Il termine fratello e sorella non ce lo deve
appiccicare addosso la Regola o l’abitudine ma dobbiamo guadagnarcelo,
sudarcelo tutti, giorno per giorno.
La comunità è un dono di Dio e sappiamo bene che Dio ci
chiederà conto dei doni che ci dà: di che cosa ne abbiamo
fatto.
Restituire a Dio i suoi doni dopo averli fatti fruttificare significa,
nel caso della Comunità, mettere a disposizione la propria vita,
i propri doni personali (carismi), tutta la propria persona, perché
la comunità (= fraternità)
cresca, significa che ci facciamo carico gli uni degli altri, senza fare
fughe inutili in avanti o che ci si sieda ad ogni paracarro lungo la strada.
Sembrerebbe la cosa più naturale per una comunità fondata
su principi cristiani e tanto più tra persone accomunate da una
stessa vocazione religiosa, accogliere i fratelli ed essere accolti dai
fratelli e cioè:
- dialogare
- essere ascoltati
- essere presi in considerazione (“gareggiate nello stimarvi a vicenda”
Rom.12,10)
- accettare l'altro
- essere ben disposti
- essere leali
- .............
- ...........
COMUNITÀ
+ ACCOGLIENZA
Non si può fare comunità se non si è accoglienti:
a) verso estranei è abbastanza semplice e facile
perché:
- si confonde facilmente con la gentilezza e con l'educazione
- tanto non sono sempre con noi e prima o poi se ne andranno.
b) verso i membri della comunità: a questo punto
bisognerà vedere che cosa noi intendiamo veramente per comunità:
- ci va bene quel che dice il vocabolario?
- è vivere insieme?
- fare insieme le stesse cose, tutti alle stesse ore, tutti negli stessi
posti?
oppure: comunità è: scambio, condivisione,
reciproci servizi, disponibilità, lealtà, amicizia?… e l’elenco potrebbe allungarsi notevolmente…
“Preliminare ad ogni realizzazione di Comunità è anzitutto
la capacità di ascolto. Esso è
attenzione e apertura all'altro, alla rispettosa accoglienza della sua
persona con tutti i valori che porta in sé, all'umile riconoscimento
della nostra necessità di vivere insieme con gli altri e di ricevere
l'altro come un dono. Nell'ascolto il rapporto interpersonale
si fa quindi accettazione e donazione della reciproca carità che
si esprime
- nella correzione fraterna,
- nello spirito di servizio
- nel perdono.
Nasce in questo clima l'amicizia che è
la gioia di vivere insieme.
Nella nostra Comunità dobbiamo diventare amici e non essere solo fratelli e sorelle, conoscenti, collaboratori,
condividendo magari i vari servizi.
Un'amicizia così, motivata da ragioni soprannaturali, maturerà
sempre più alla luce della grazia di Dio e non consentirà l'evasione dalla comunità, alla quale anzi resterà
orientata come al solo luogo in cui la comunione si fa evento e la persona
più compiutamente si realizza” (Cei, Comunione e Comunità
n.64).
“il dialogo è metodo e strumento normale della crescita comunitaria. Un dialogo caratterizzato dell'apertura franca e leale, dall'esperienza della fraternità,
dall'assunzione della corresponsabilità. (n. 64).
Alcune
idee sparse
ALTRE PAROLE-CONCETTI INTERESSANTI PER I NOSTRI INCONTRI:
SERVIZIO
è una parola che ben si affianca ad “Accoglienza
e Comunità”:
vocabolario
Zingarelli: 1 - "raro atto del servire e condizione di chi
è servo, soggetto, suddito. Per estensione eufemistica: l'essere
a completa disposizione di qualcuno o di qualcosa"..... 9 - serie
di prestazioni organizzate su vasta scala dallo stato, da un ente pubblico
e simili, destinate a provvedere ai bisogni di una collettività.
(esempi: sociale, segreto, meteorologico)
Devoto-Oli: ..... 3 - Complesso di mezzi costituiti e organizzati
per soddisfare a un bisogno pubblico... servizio sociale: organizzazione
di assistenza prestata da organismi pubblici e privati per il miglioramento
del benessere sociale (e anche la funzione svolta da un singolo assistente
sociale).
I nostri dizionari: Zingarelli (2001) e Devoto-Oli (1991) hanno del servizio
definizioni che si allontanano (nel caso dello Zingarelli non poco, un
pò meno, forse nel caso del Devoto-Oli) dall'idea che abbiamo noi di
questa realtà che ci spinge fuori di noi stessi, fuori
della nostra casa, con motivazioni ben precise, alla ricerca dell'Altro
(Gesù Cristo?), delle sue esigenze e alla valorizzazione del nostro
tempo, esperienza, disponibilità.
Nei documenti della Chiesa (dalle Encicliche sociali ai documenti del
Concilio Vat. 2° e al magistero ordinario del Papa e delle varie Conferenze
Episcopali) si parla con sempre maggiore frequenza di servizio e viene riallacciato al fatto che "Se uno vuole essere il primo sia
il servo di tutti"(Mc.9,35) "I capi delle nazioni le signoreggiano...
non così fra voi ma chi vuol diventare grande sarà vostro
servo e chi di voi vorrà essere al primo posto si farà vostro
schiavo. Come il Figlio dell'uomo che non è venuto per essere servito
ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti" (Mt.
20,25-28), "Gesù Cristo assunse la condizione di servo (Filippesi
2,7), ecc...
È idea diffusa, anche tra noi religiosi, che il servizio è "cosa
da tempo libero", per "utilizzare il tempo libero", se
non addirittura "per chi ha tempo libero"! E quindi ci dedichiamo
agli altri (ascolto,aiuto in faccende varie - pratiche e di studio - quando
questo ci è possibile e cioè… quando?
Secondo me niente nuoce di più al servizio di questo modo di pensare!
Credo, nel profondo di me stesso, che si dovrebbe parlare di "tempo
liberato". Liberato da che cosa? Da tutte quelle realtà anche importanti che riempiono la mia vita e
che mi fanno solo vedere il fratello che ha
bisogno, senza provocare il mio intervento ("...anch'egli lo
vide e scansandosi proseguì" Lc. 10,32).
Credo che si dovrebbe ragionare più o meno così: "Siccome
la mia sorella è veramente mia sorella e mi interessa, fa parte
della mia stessa vita, io libero il mio tempo da altre realtà,
che pure mi interessano, ma non sono mia sorella..."
Certo rimarrò indietro con le mie cose, anche perché non
tutti faranno così con me, però…
ACCOGLIENZA
"Fateci posto nei vostri cuori" (2Cor. 7,2)
"Non siete davvero allo stretto in noi ((2Cor. 6,12)
Apodochè| = accoglienza, approvazione, consenso
dochè = recipiente, vaso, serbatoio; convito
prosdécomi = accogliere qualcuno in una comunità
Accoglienza lieta della Parola (vari passi degli Atti)
"Il saggio accoglie la parola della sapienza" (Prov. 4,10)
OSPITALITÀ
Gesù e gli Apostoli sono itineranti per cui molto importante per
loro è l'ospitalità:
"chi accoglie voi, accoglie me" (10,40)
"chi accoglie in nome mio uno di questi piccoli, accoglie me"
(Mc.9,27)
Accogliere la Parola = credere nel Vangelo (parabola del seminatore: Lc.8,13)
Tra fede e accoglienza, nella Parola di Dio, c'è spesso parallelismo
e concomitanza, a volte sinonimia: At. 2,41 (discorso dopo la Pentecoste):
...accolgono la parola di Pietro e sono battezzati: il Codice C sostituisce
accolgono con credono.
"I suoi non l'hanno accolto. A quanti l'hanno accolto ha dato potere
di diventare Figli di Dio a quelli che credono nel suo nome" (Gv.
1, 11b-12)
ACCOGLIENZA COME
MISERICORDIA-ALLEANZA
I cantici del Magnificat e del Benedictus ("di generazione in generazione
la sua misericordia..." (Lc.1,50); "ricordando la sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo..." (54b-55a); "Ha
concesso misericordia ai nostri padri"(72); "bontà misericordiosa
del nostro Dio" (78).
ALLEANZA (= MISERICORDIA,
ACCOGLIENZA)
Khesed = forma di solidarietà alla quale si sono
obbligate le parti che hanno stipulato un patto (alleanza). Soccorso,
bontà da parte di chi è più forte tra i contraenti.
Irruzione della misericordia divina nella realtà
della miseria umana attraverso la potente azione liberatrice e risanatrice
di Gesù di Nazaret.
Beati i misericordiosi: avranno misericordia (= alleanza, accoglienza,
benevolenza, soccorso, bontà, ecc...): unica beatitudine che ha
come ricompensa sé stessa.
Siccome Dio è misericordioso, anche noi dobbiamo essere misericordiosi
("servo spietato..." Mt.18,23-35).
La misericordia è uno sei nomi di Dio.
“Siate misericordiosi come è misericordioso il padre vostro”
(Lc. 6,36
"Misericordia voglio e non sacrificio" (Gesù a tavola
con pubblicani e peccatori: i farisei si meravigliano (Mt.9,13;12,7) =
accogliere i bisognosi.
Il buon Samaritano (Lc.10,30-37): "il prossimo è chi usa misericordia"
(éleos, vi ricordate nella versione dei LXX la traduzione di khesed?:
certo siamo lontani dalla traduzione "compassione" -CEI- , perché
credo che anche il levita e il sacerdote abbiano avuto compassione, ma...
hanno tirato diritto: questioni di impegni, di non volersi coinvolgere?
non lo so...).
MISERICORDIA
Paolo vuole essere considerato come uno che ha ottenuto misericordia (1
Tim. 1,13-16)
- Rendere presente il Padre come amore e misericordia è, nella
coscienza del Cristo stesso, la fondamentale verifica della sua missione
di Messia (Parole alla sinagoga di Nazaret "Lo Spirito del Signore
è sopra di me:.. mi ha inviato a portare ai poveri il lieto annuncio,
annunziare ai prigionieri la liberazione, e il dono della vista ai ciechi,
per liberare coloro che sono oppressi, inaugurare l'anno di grazia del
Signore" Is. in Luca 4,18.
- Ai discepoli di Giovanni "andate a riferire a Giovanni..."
(Lc.7,22)
- Misericordia è in correlazione a colpa, peccato.
- La misericordia di Dio dà sicurezza (Esodo, vitello d'oro: "Io
sono.. Dio di tenerezza e di grazia, lento all'ira e ricco di misericordia
e di fedeltà" (Es.34,6).
- misericordia contrapposta a giustizia e di questa più forte:
la misericordia condiziona la giustizia, che si realizza attraverso la
carità (kàris).
- La misericordia rivaluta la persona che fa il male, senza umiliarla
(figlio prodigo, Zaccheo...)
- La misericordia va contro la radice stessa del male: il peccato: la
croce.
SOLIDARIETÀ
Solidarietà di Dio con il suo partner.
Il grado di disponibilità agli altri è
determinato esclusivamente dalla situazione in cui si trova il prossimo
(es.: intervento di Dio nei confronti dell'uomo), al quale siamo debitori
della testimonianza (misericordia) di Gesù Cristo.
A quanti si affidano alla fondamentale misericordia di Dio in Gesù
Cristo è data la possibilità e quindi anche imposto di corrispondere
ad essa nella viva esperienza (beati i misericordiosi...).
- La misericordia raggiunge la sua pienezza con l'abbassarsi di Dio sugli
umili e nell'evento di Cristo: Dio accoglie l'uomo facendosi uomo egli
stesso: è il massimo della khesed.