...Si, Si! No, No! 33"Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; 34ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; 35nè per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." (Matteo, 5) |
Quanti giri di parole devo fare perché gli altri capiscano e non capiscano! Quanti "ni" nel mio modo di parlare. Eppure ci tengo a precisare sempre che sono sincero, veritiero, leale, non ipocrita... È bello voler essere, ma com'è difficile essere!
Essere credibile perché mi comporto in modo che gli altri possano fidarsi di me.
Niente mezze verità che poi non sono altro che delle bugie intere.
E la mia fede, professata senza entusiasmo, a volte con vergogna, con la paura di espormi al ridicolo di altri che come me sono anche loro "cristiani"? Ma che cosa vuol dire allora "cristiano"? Forse vuol solo dire una religione che mi sono ritagliata a mia misura e a mio uso e consumo da delle idee di Gesù Cristo e non vuol più dire per me che "sono di Cristo" perché gli credo, perché mi affido a Lui, perché sono disponibile a seguire il suo insegnamento senza farmi sconti.
Una cosa è come sono (voglio apparire) in pubblico, altra come sono in privato... (= ipocrisia). Chissà se davvero, nel profondo di me stesso, io sono cristiano?