La
comunità luogo teologale dell'incontro con Dio e con i fratelli.
Quando? Di quale Gesù sono incontro ed esperienza le nostre Comunità?
Secondo incontro
LA BIBBIA
Marco Capitolo 7
1 Allora si riunirono attorno a lui i farisei e
alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. 2 Avendo
visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde,
cioè non lavate - 3i farisei, infatti, e
tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito,
attenendosi alla tradizione degli antichi, 4e tornando
dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte
altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti
di rame - 5quei farisei e scribi lo interrogarono:
"Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione
degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". 6Ed
egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come
sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
7Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini". 9E aggiungeva:
"Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare
la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse:
Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo
a morte. 11Voi invece dicendo: Se uno dichiara al
padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra,
quello che ti sarebbe dovuto da me, 12non gli permettete
più di fare nulla per il padre e la madre, 13annullando
così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi.
E di cose simili ne fate molte".
14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi
tutti e intendete bene: 15non c'è nulla fuori
dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose
che escono dall'uomo a contaminarlo".
Matteo Capitolo 5
17Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge
o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 18In
verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto
sia compiuto. 19Chi dunque trasgredirà uno
solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini
a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.
Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà
considerato grande nel regno dei cieli.
20Poiché io vi dico: se la vostra giustizia
non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel
regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere;
chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22Ma
io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto
a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto
al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della
Geenna.
23Se dunque presenti la tua offerta sull'altare
e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all'altare
e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire
il tuo dono.
25Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario
mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni
al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26In
verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia
pagato fino all'ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; 28ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla,
ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è occasione
di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei
tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 30E se la tua mano destra ti è occasione
di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei
tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
31Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie,
le dia l'atto di ripudio; 32ma io vi dico: chiunque
ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio
e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi:
Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; 34ma
io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché
è il trono di Dio; 35né per la terra,
perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme,
perché è la città del gran re. 36Non
giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere
bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro
parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e
dente per dente; 39ma io vi dico di non opporvi
al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche
l'altra; 40e a chi ti vuol chiamare in giudizio
per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E
se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42Dà
a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo
e odierai il tuo nemico; 44ma io vi dico: amate
i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché
siate figli del Padre vostro celeste, che fa
sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra
i giusti e sopra gli ingiusti. 46Infatti se amate
quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche
i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai
vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così
anche i pagani? 48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il
Padre vostro celeste.
CREATURA NUOVA
2 Corinzi, Capitolo 5
14Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al
pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. 15Ed
egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano
più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato
per loro. 16Cosicchè ormai noi non conosciamo
più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo
secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. 17Quindi
se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie
sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
Apocalisse, Capitolo 21
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
4E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate".
5E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco,
io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché
queste parole sono certe e veraci.
IL DIO DELL'OGGI:
Matteo Capitolo 22
31 Quanto poi alla risurrezione dei
morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora,
non è Dio dei morti, ma dei vivi”. 33 Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.
OGGI IN LUCA
Undici volte in Luca: Pastori (2,11); Nazaret
(4,21); Paralitico dal tetto (5,26); risposta a Erode "oggi e domani
faccio miracoli…" 13,32 e 13,33); Zaccheo (due volte oggi vengo
a casa tua e oggi la salvezza 19,5 e 19,9); A Pietro oggi...gallo (22,34)
e G. guardò P. che si ricordò (22,61); al ladrone (23,43)
Mi sono proposto di fare con voi un discorso che spero vivamente non venga
frainteso ma neanche sminuito.
Ci sono tradizioni con la t minuscola e Tradizioni con
la T maiuscola.
Tutte quelle con la T maiuscola m'interessano moltissimo.
E per quelle con la T. maiuscola intendo:
- la Tradizione che la Chiesa mette alla base della nostra fede subito
dopo la sacra Scrittura (gli scritti apostolici e dei padri della Chiesa);
- le Tradizioni liturgiche in genere (dico in genere, perché nello
specifico si fanno passare per Tradizioni alcune sovrastrutture che sono
solo usi di alcuni secoli passati e che, essendo per noi incomprensibili,
servono solo ad appesantire le celebrazioni);
- le Tradizioni degli inizi dei nostri Ordini e Congregazioni Religiose,
quelle soprattutto che riguardano la vita e gli intenti dei nostri Fondatori
e dei primi loro seguaci;
- alcune altre che ora non mi sovvengono.
Tante tradizioni con la t minuscola vengono contrabbandate
per essere essenziali, fondanti, necessarie. Di fatto sono solo
delle enormi palle al piede di chi vi si trova invischiato.
Spero nel seguito del discorso di essere più chiaro.
LA COMUNITÀ ALLO STATO NASCENTE
La comunità allo stato nascente è sempre
una comunità di entusiasti: pensate agli Apostoli (lasciano tutto,
... darò la vita..), pensate alla chiesa primitiva ("la moltitudine
di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuor solo e un'anima
sola... tutto era fra loro comune" (At. 4,32), pensate a due ragazzi
all'inizio del loro innamoramento e della loro vita matrimoniale, pensate
ai fondatori di Ordini Religiosi e ai loro primi compagni (S. Francesco
con tutte quelle bellissime cose che ci raccontano i Fioretti, S. Domenico
e l'entusiasmo della predicazione apostolica, l'invio dei suoi primi seguaci,
a due a due, a portare la Parola (proprio come nel Vangelo di Mt.10 e
Lc. 9); pensiamo all’inizio di ciascuno dei nostri Istituti e pensiamo
pure a quando siamo entrati noi in Noviziato.
Forse per questo troviamo la storia degli inizi dei vari Istituti così
fresca ed attraente.
Non è che noi oggi siamo meno entusiasti, forse siamo un pò logorati
dalle esperienze di vita nelle nostre comunità cristiane (conventi,
parrocchia, gruppi vari, ecc...), esperienze condotte con persone con
le quali non sempre siamo in "sintonia" o non "vogliamo
essere in sintonia", perché probabilmente abbiamo troppo "umanizzato"
il nostro stare insieme e non siamo quindi cresciuti abbastanza come comunità:
= comunione in Gesù Cristo.
Tornare allo stato nascente è tornare alle Tradizioni,
o meglio come dice il Codice di Diritto Canonico in vari punti, alle "sane
Tradizioni" (canoni 576, 678, 588 ecc...).
LA COMUNITÀ
MUSEO
Con il Battesimo si diventa "Profeti" ed i profeti non trasmettono
messaggi di Dio che riguardano il passato ma il presente o il futuro.
È questa una cosa molto importante. Non si può vivere di
passato perché il passato non è vita ma è stato vita,
ora non lo è più.
Si deve attingere al passato, ma non al passato in genere, a quel passato
di cui vi ho detto, quello che riporta la vita allo stato nascente, per
progettare il futuro. Noi siamo quelli del presente proiettato nel
futuro perché Dio ci ha progettati per questo: vivere l'oggi, per
un domani più bello: vedere Lui faccia a faccia.
L'anno scorso nessuno di noi era così come è ora. Sono cambiate
tante cose e anche io sono cambiato: se non sono cambiato non ho vissuto
e non ho vissuto o perché sono morto o perché mi sono sclerotizzato.
Molte nostre case e Conventi assomigliano a musei, interamente, anche
le persone che vi abitano sono perfettamente integrate nell'ambiente,
ne fanno parte strutturalmente, e hai paura di come ti muovi o di che
cosa dici perché potresti provocare danni al museo (cose e persone)
o essere decisamente fuori luogo e allora ti senti a disagio e anche chi
ti accoglie si sente a disagio perché lì tu sei fuori luogo.
Queste Case mi mettono addosso una grande tristezza.
Che effetto faranno e faremo a chi viene da noi per chiederci di condividere
la nostra scelta di vita religiosa se gli facciamo trovare Conventi =
musei; persone = musei ambulanti, depositari delle "tradizioni"
(meglio "abitudini") sclerotizzate negli anni e nei secoli?
È chiaro che sto esagerando, anche perché si capisca meglio il
mio dire.
Comunque chi chiede di entrare vuole trovare la vita perché cerca Gesù che è vita e ha detto Parole
che sono spirito e vita e chi Lo trova, trova la vita.
Dicevo poc'anzi che nessuno di noi oggi è come era l'anno passato:
siamo diventati più grandi (qualcuno, come me, più vecchi);
abbiamo fatto altre esperienze, conosciuto altre persone, situazioni,
storie; la provvidenza ci ha fatto percorrere strade che passano in mezzo
ai fratelli che vivono oggi.
C'è una grande differenza tra via e piazza.
Nella piazza hai tutto davanti agli occhi e le cose che
vi avvengono sono tutte sotto il tuo controllo. La via invece, scorre: attraversa campagne e città, passa davanti a porte
aperte e chiuse, porte alle quali si può bussare o tirare dritto,
ci sono salite e discese, dossi e curve, pianure e rettilinei infiniti,
puoi fare gl'incontri i più disparati e incredibili (c'è
perfino chi ha incontrato Gesù: Zaccheo, il ciecodi Gerico, i lebbrosi...):
in una parola, è varia e non sai che cosa c'è dietro l'angolo. Proprio come la vita. Non per nente Gesù ha detto
di se stesso di essere la via.
Il mondo vive situazioni diverse, quello lontano geograficamente da noi
(ma, si parla sempre di "grande villaggio globale") e quello
intorno a noi.
Forse abbiamo perso persone care e abbiamo fatto nuove amicizie.
Abbiamo pregato, partecipato all'Eucaristia, lavorato, cantato.
Forse abbiamo conosciuto l'amarezza del peccato e la grandezza della Misericordia.
In una parola, la situazione nella quale viviamo oggi è differente
da quella che abbiamo vissuto un anno fa.
E allora
- Perché la mia omelia domenicale deve essere quella dell'anno
scorso solo perché le letture sono le stesse? Se è così,
vuol dire che la parola di Dio non è stata viva in me, è
stata inerte, non ha prodotto frutto, non è cresciuta insieme alla
mia vita che cresce. E come potrò trasmettere la vita con quei
foglietti ingialliti dal tempo?
- Perché viviamo molte giornate come fotocopie della giornate precedente?
E percgé organizziamo le nostre feste come si era fatto l'anno
scorso perché l'anno scorso tutto era andato ottimamente, e ne
abbiamo fatto già l'esperienza e allora perché cambiare?
Ma! Forse perché noi siamo cambiati e sono cambiate anche le persone
e le circostanze che viviamo adesso! Qualche volta ci portiamo dentro
una mentalità da museo: conservare tutto immutabile, inchiodato.
- Il ciclo della liturgia, sempre uguale ci aiuta ad appiattire tutto
perché tutto ci viene ammannito bell'e pronto. Invece bisogna avere
fantasia e creatività. Anche se costa fatica.
Quando la Chiesa italiana ci ha messo in mano la "Liturgia delle
ore" in italiano, permettendo a tutti di capire le cose che stavano
dicendo a Dio, nella presentazione ci ammoniva di non considerare il "Libro"
come una mera traduzione ma come una proposta da integrarsi con la nostra
creatività. Abbiamo proprio capito tutto!!! Sempre lo stesso salmo
invitatorio, sempre lo stesso inno, sempre le stesse letture, sempre le
stesse intercessioni anche se non sono in sintonia con ciò che
ora, in questo momento, viviamo, ecc… eppure…
Ma se noi abbiamo in mano il libro della Liturgia delle Ore e altri libri,
è perché altri, creativi, prima
di noi hanno creduto opportuno pregare Dio in quel modo e sicuramente
era per loro una cosa bella, bellissima perché era il loro modo,
legato alla loro vita ed esperienza.
Eppure anche noi siamo chiamati a creare (non a stravolgere) perché
ne siamo capaci, perché a Sua immagine ci ha fatti e Lui è
creatore. Ma creare è fatica (anche Lui si è stancato, se
"si riposò"!!) e noi certe volte arriviamo al settimo
giorno senza essere passati per gli altri sei e… viviamo di rendita!
Però non cresciamo.
- Riserviamo segni nuovi e creatività alle celebrazioni speciali,
straordinarie e il quotidiano nostro rivolgerci a Dio cade nell'abitudine,
a volte nella noia. Il fatto che le celebrazioni "importanti"
che "dotiamo" di segni "nuovi" (offertorio con presentazione
dei doni, danze, ecc…) siano seguite con interesse e con gioia da
chi vi partecipa ci deve stimolare a rendere il presente attuale ed
attualizzare meno il passato che, come si diceva, passato appunto è.
E allora non va bene niente di ciò che abbiamo sempre fatto?
Sicuramente molte cose andavano bene e altre no (il Papa che chiede perdono
di cose fatte, ci dice che certe cose erano sbagliate!), ma non perché andavano bene quando le abbiamo fatte (passato), necessariamente
vanno bene anche oggi.
E allora cosa fare?
Credo che bisognerà interrogare costantemente, e non una volta
per tutte, noi stessi e le nostre Comunità, fare scelte comunitarie
che siano radicate nell'oggi e proiettate nel futuro, che rendano viva
la presenza di quel Gesù che il motivo della nostra scelta religiosa,
ciascuna Congregazione con il proprio carisma (vedi stato nascente),
senza imitazioni che sono scimmiottamenti e che rendono le Congregazioni
e gli Ordini religiosi "tutti uguali".
Un nostro Padre Maestro Generale diceva che bisogna vivere l'oggi
con il "coraggio del futuro", si, perché proprio
di coraggio si tratta.
Chi non vive l'oggi non vive mai.
Non penso che si debba cambiare per il gusto di cambiare, ma perché
tutti cresciamo e ci confrontiamo ogni giorno con la realtà che
viviamo e con le attese di Dio e dei fratelli nei nostri confronti.
Il si è sempre fatto così non è una buona ragione
per continuare a fare così, ma forse per smettere di continuare
a fare così (non parlo di Tradizioni con la T grande!) e penso proprio che saremo capaci tutti di fare sempre meglio
e non sempre le stesse cose. D'altra parte Gesù ha detto che dobbiamo
essere perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste (Mt. 5,48).
Quindi o siamo già arrivati a quella perfezione o lo sforzo di crescita per puntare alla perfezione di
Dio ci riguarda direttamente e come persone singole, e come Comunità
se vogliamo che siano quel luogo teologale dell'incontro con Dio e con
i fratelli, il Dio vivo, il Dio dell'oggi.